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Biathlon – Michela Ponza alla vigilia della prima tappa di Coppa del Mondo: “Nella mia carriera non ho mai avuto le pressioni di Wierer e Vittozzi”

Detiene il record di gare di Coppa del Mondo concluse senza errori al poligono, ben 54, che sembra destinato a reggere ancora per tanti anni. Michela Ponza, dopo una bellissima carriera da atleta e un’apprezzata esperienza da allenatrice sempre nelle Fiamme Gialle, ha deciso di dedicarsi alla famiglia, trasferendosi in Liguria dove è diventata mamma della piccola Lisa.
Ovviamente, però, il biathlon è sempre la sua grande passione, da seguire pure nell’inedito ruolo di spettatrice. Con lei abbiamo quindi parlato della Coppa del Mondo che partirà sabato a Östersund, iniziando ovviamente dalle due azzurre.
Ciao Michela. Scatta la Coppa del Mondo di biathlon e ovviamente in campo femminile gli occhi sono puntati sull’Italia. Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi hanno già fatto un’ottima impressione a Sjusjøen.
«Davvero. Doro ha iniziato veramente bene, nonostante abbia tanta pressione addosso. Se dovesse confermarsi così anche a Östersund significherebbe che ha preso in mano anche questa situazione e sa ormai gestirla nel modo migliore. Noi ci aspettiamo da lei che faccia sempre il suo meglio, ma nel biathlon non è facile fare le cose nel modo giusto in ogni occasione, soprattutto quando si è sotto pressione. Lei e Lisa sono due grandi atlete. Doro ha dalla sua la capacità di sparare a una velocità che hanno in poche, mentre Lisa ha una costanza che fa invidia. È difficile vederla commettere tanti errori, una sorta di carrarmato che va avanti per la sua strada. Magari al tiro la sappadina può perdere qualcosa rispetto a Doro in termini di velocità de’esecuzione, ma quello è un problema che hanno tutte nel circuito, però è precisissima. Sugli sci invece si equivalgono. Tutte e due hanno delle caratteristiche invidiabili e se sapranno sfruttarle al meglio anche quest’anno, le vedremo nuovamente lì davanti».
Lisa Vittozzi ha dichiarato più volte di aver imparato tanto dal finale della passata stagione ed è certa che, se si ritrovasse nella stessa situazione, non commetterebbe gli stessi errori.
«Ne sono convinta. In tutta la mia carriera ho sempre imparato di più dalle gare negative che da quelle con esito positivo. Fai delle esperienze, tieni dentro di te certe sensazioni, ci ragioni, cogli gli errori e sai trovare delle soluzioni per il futuro. Lisa è una ragazza molto intelligente, sicuramente alla prossima occasione saprà come affrontare questa situazione. Non dimentichiamo mai, però, quanta pressione queste due ragazze avevano nel finale della passata stagione, io credo di non averne mai avuta così tanta in tutta la mia carriera. Ecco, in questi casi devi solo scendere in pista, sciare e sparare, ma la testa non puoi spegnerla, quindi devi essere brava a guidare i pensieri nel modo giusto, ma non sempre è facile».
Ovviamente per la vittoria della Coppa del Mondo ci saranno molte contendenti.
«Le avversarie saranno tutte molto agguerrite. Sono molto curiosa di guardare queste gare di Östersund perché fare bene nelle prime gare ti dà sempre una carica in più. Se un’atleta sarà molto indietro non avrà tempo per fare miracoli e difficilmente competerà per la Coppa del Mondo. I nomi delle principali avversarie delle azzurre sono i soliti: tedesche, norvegesi, Öberg e Mäkäräinen, ma anche tante altre. Senza dimenticare che ogni anno nel nostro sport emergono nuovi talenti».
In molti indicano Herrmann come possibile contender per la generale; credi possa trovare la giusta continuità al tiro per farlo?
«Lei sugli sci è fenomenale, ma al tiro non ha un background di esperienza al pari delle sue avversarie. Sicuramente ha ampi margini di miglioramento e può anche essere un’avversaria pericolosa, ma non è facile diventare competitivi al tiro in poco tempo. Vedremo quanto i suoi allenatori saranno riusciti a farle automatizzare le cose che le altre fanno da tanto tempo. Sicuramente non potrà mai essere come Doro o Lisa al tiro, ma qualche buona serie l’ha fatta vedere. In ogni caso in campo femminile mi aspetto equilibrio. Ovviamente abbiamo tutti in testa il finale della passata stagione, ma nel biathlon basta poco per stravolgere le cose, anche un’influenza può compromettere tutto. Per questo motivo è sempre difficile ripetersi, soprattutto con la pressione che avranno addosso le nostre atlete, pensate al Mondiale di Anterselva. Mi auguro di cuore possano riuscirci ancora, sono due campionesse».
Nella Coppa del Mondo maschile, invece, il discorso appare chiuso a due atleti, Martin Fourcade e Johannes Bø. Sei d’accordo?
«Diciamo che il biathlon è uno sport così particolare, che è difficile dirlo con certezza. È vero però che i fuoriclasse non sono tanti, quindi penso proprio che i protagonisti saranno loro, anche se qualcun altro ogni tanto si inserirà. Fourcade ha certamente voglia di riscatto dopo lo scorso anno, ma dall’altra parte Johannes Bø non ci starà certo a farsi battere. Mi aspetto che il francese sia molto agguerrito. È un atleta che ragiona sul tiro, quando vuole fare zero ci riesce. Poi dipenderà tanto dalle condizioni fisiche, perché quando stai bene fisicamente sei più stabile anche al tiro, mentre al contrario, se fai fatica sugli sci, allora vai in difficoltà anche al poligono».
Cosa ti aspetti dagli azzurri?
«Dominik ha vinto i Mondiali, Hofer da anni è nella top ten della generale. Entrambi hanno bisogno di una maggior costanza, in particolare al tiro, perché il valore sugli sci è indiscutibile. Entrambi possono essere nelle posizioni di testa, i numeri li hanno altrimenti non avrebbero ottenuto determinati risultati nel corso della loro carriera. Mi auguro entrambi riescano a stare in salute, che è fondamentale per riuscire a ottenere il massimo. Sarà importante in ogni caso saper gestire al meglio le difficoltà, che prima o poi capitano a tutti. Anche nella mia squadra c’era sempre qualcuno con quale problema. La schiena di Hofer? Lui è un duro, saprà gestire anche questa situazione».
Il momento clou della stagione sarà il Mondiale di Anterselva. Credi che le tante pressioni potrebbero essere complicate da gestire per gli azzurri?
«Da una parte penso sia soltanto un bene che ci siano queste pressioni, significa che il nostro sport è sempre più popolare. Ovviamente più uno sport cresce in popolarità, maggiori sono gli introiti, gli interessi, gli sponsor e anche la pressione sugli atleti. Confido però che i nostri sappiano gestire al meglio questa problematica, soprattutto le due ragazze, che si sono fatte le ossa sotto questo punto di vista già lo scorso anno».
Un’ultima domanda, cosa pensi di Bjørndalen alla guida della squadra cinese?
«Sono molto curiosa perché non lo conosco come tecnico. Sicuramente nel corso della sua carriera ha affrontato tante situazioni, ha vinto tantissimo, ma non è scontato che un grandissimo atleta diventi di conseguenza anche un grande allenatore. Lui cercherà in ogni modo di tirare fuori il meglio dalle loro capacità. Poi vedremo quali saranno i risultati, se riuscirà a ottenere il massimo dagli atleti e soprattutto se questo massimo basterà per arrivare a medaglia o ottenere qualche piazzamento»

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