Ci attende la sfida dei record.
A partire da domenica Johannes Thingnes Bø rimetterà in palio la Coppa del Mondo vinta lo scorso anno, al termine di una stagione da dominatore. Implacabile, con la cifra record di 16 vittorie ed una media punti a gara che sfiora quota 55 al netto delle gare scartate. Questo nonostante più di qualche amnesia al poligono (indicativo in tal senso il 78% stagionale in piedi). Mostruoso.
Di fronte, ecco l’altro uomo dei record, Martin Fourcade. L’uomo che per anni – sette, ininterrottamente dal 2011/12 – ha saputo accumulare record su record prima della difficile stagione passata. Un inverno invero iniziato con un successo a Pokljuka, acuto poi rivelatosi un fuoco fatuo, soffocato nelle tante difficoltà del trentunne pirenaico.
Oggi, alla vigilia della nuova stagione di Coppa del Mondo, l’interrogativo non può che essere uno solo: sarà ancora un Bø-show oppure Fourcade saprà ritrovare rendimento e continuità per tentare quanto meno di limitarne lo strapotere?
Per una risposta precisa bisognerà forse aspettare Natale, chiedendo ad Östersund, Pokljuka, Hochfilzen e Nove Mesto chiare indicazioni. Certo, i test pre-season di Sjusjøen hanno visto un Fourcade brillante e vincente, ai danni del norvegese, ma per dire completamente superati i guai dell’inverno scorso servono riprove ben più corpose.
La speranza, per chi segue il circuito, è quella di poter assistere ad un duello il più possibile ad armi pari (intese le condizioni di salute), anche perchè solo la rivalità tra il grande protagonista del decennio e l’astro vichingo potrà dare un senso pregnante alla lotta per la classifica generale al maschile.
Dietro di loro infatti, si fatica ad individuare protagonisti veri. E la classifica della scorsa stagione è in tal senso impietosa, con Alexander Loginov staccato di oltre 400 punti rispetto al più giovane dei fratelli Bø.
Sarà monologo o duetto? Non resta che affidarsi agli uomini dei record, per avere una risposta.
La stagione ormai alle porte avrà un sapore particolare anche in casa Italia. Lukas Hofer e Dominik Windisch possono e devono provare a crescere di un ulteriore step che per il carabiniere di San Lorenzo di Sebato significa magari ritoccare al rialzo la già buona resa media dell’anno passato – schiena permettendo – puntando magari su una maggior efficienza al tiro, mentre per l’alpino di Anterselva il target è quello di provare ad aumentare i picchi di rendimento a discapito della forse innata incostanza. Il titolo mondiale dello scorso anno racconta di un atleta capace di vincere in contesti assolutamente difficili, ma anche di perdersi. L’umiltà per mettersi al lavoro non gli è mai mancata e l’ha sempre dimostrato: sarebbe lui il primo a meritare un inverno di grande sostanza.
Facile a dirsi, meno a farsi, sicuramente. Ma in fondo è lo step che i due migliori biatleti di casa nostra devono inseguire per entrare stabilmente tra i grandi della specialità attuale.
La squadra azzurra potrà fare affidamento per l’intera stagione anche su Thomas Bormolini – atteso a buoni riscontri – e Giuseppe Montello, con i giovani Daniele Cappellari (già convocato per l’opening di Östersund) e Patrick Braunhofer pronti a dare man forte. Saverio Zini e soprattutto Thierry Chenal cercheranno di scalare le gerarchie per farsi trovare pronti nel caso di una chiamata sul palcoscenico maggiore.
Biathlon – Coppa del Mondo maschile, la presentazione: Fourcade per tornare re, Johannes Bø per regnare ancora
Ti potrebbe interessare
Fondo – Otto chilometri del tracciato de “La Venosta” sono già pronti
Si può già sciare su una parte del percorso che il 14 e 15 dicembre ospiterà la prima edizione della gara in
Sci di Fondo – Klaebo imbattibile, ma De Fabiani straordinario regala all’Italia il terzo posto
Che la 15 km in tecnica classica in Val di Fiemme fosse tra le gare preferite di Francesco De Fabiani era risaputo,
Biathlon – Wierer: “Felice di aver ritrovato uno zero in piedi; la caduta? In pista serve più rispetto”
L'azzurra ha chiuso al quinto posto la pursuit di Hochfilzen: "Peccato per l'errore all'ultimo colpo e la caduta,