Ha iniziato un nuovo raduno la nazionale Under 23 maschile, che domenica si è ritrovata sullo Stelvio insieme al gruppo femminile. L’allenatore responsabile Luciano Cardini guida una squadra molto competitiva, osservata con grande attenzione da Stefano Saracco, allenatore della Squadra A maschile, che stima l’atteggiamento dei componenti di questo gruppo e sarebbe ben felice di poter dare spazio in Coppa del Mondo ad alcuni di loro.
Un gruppo molto variegato, se si considera sono presenti anche un over 23 come Paolo Ventura e un under 20 come Davide Graz. Di questo abbiamo parlato con l’allenatore azzurro Luciano Cardini.
Buongiorno Cardini. È iniziato il raduno sullo Stelvio, dove gli atleti torneranno ad allenarsi sugli sci.
«Si, in questo momento è importante ritrovare le sensazioni sugli sci, lavorare sulla tecnica. Dopo un mese pieno di lavori e diverse gare, torneremo a fare capacità aerobica, lunghi lavori di qualità in quota e skiroll a Bormio sfruttando la salita per lo Stelvio. Al termine del raduno avremo la Sportful, che rappresenta un test importante per capire a che punto siamo. Mi sembra che la squadra stia girando bene, c’è un bel clima nel gruppo, fatto di bravissimi atleti, tutti molto motivati e professionali, ragazzi che hanno l’atteggiamento giusto per arrivare dove desiderano. Abbiamo delle buone potenzialità e un ottimo ambiente all’interno».
A Forni Avoltri e a Sovere il gruppo Under 23 si è comportato già piuttosto bene.
«Vedo che tutta la squadra va bene, tutti riescono ad andare forte. Non abbiamo soltanto un personaggio che va. Anche le ragazze sono andate molto bene, a conferma dell’ottimo clima presente in squadra e del giusto atteggiamento all’interno del gruppo. Tra me e Renato Pasini, allenatore della squadra femminile, c’è un ottimo rapporto. Condividiamo gli allenamenti e cerchiamo di mettere i nostri atleti nelle migliori condizioni di lavoro possibili. Se tutto il team funziona, dagli allenatori ai fisioterapisti, si trasmette la giusta tranquillità anche alla squadra».
Un buon rapporto tra gli allenatori, quindi, è fondamentale.
«Certamente è molto importante, perché passiamo tanto tempo insieme. Gli atleti percepiscono se qualcosa non va, quindi è importante instaurare un ottimo rapporto tra noi tecnici. Se il nucleo è unito, anche gli atleti si sono più tranquilli. Con Renato ci siamo trovati subito».
In un’intervista, a noi rilasciata ormai un mese fa, Saracco ha parlato molto bene del suo gruppo, complimentandosi per la professionalità dei ragazzi.
«Mi fa molto piacere. Stafano ha ragione, questi ragazzi sono molto professionali, hanno la voglia di lavorare e l’atteggiamento giusto per fare bene. Con Saracco ci conosciamo da tempo, eravamo insieme in squdra, andiamo d’accordo e ci sentiamo spesso per scambiarci opinioni. Lui mi chiede sempre notizie sul mio gruppo e abbiamo anche organizzato degli incontri per far allenare gli Under 23 insieme alla Squadra A. Secondo me due o tre raduni congiunti ogni anno sono importanti. I più giovani hanno l’occasione di allenarsi con i big, una cosa dalla quale possono trarre solo vantaggio, anche perché c’è chi come Chicco (Pellegrino, ndr) ha il piacere di lavorare con loro, insegnare qualcosa, dare consigli su alcuni particolari, prestandosi a passare un po’ della sua esperienza. Dall’altra parte, però, la voglia di emergere da parte di questi ragazzi dà uno stimolo in più anche alla Squadra A, perché a nessuno piace perdere, anche in allenamento, soprattutto per mano di un atleta più giovane. Non a caso Pellegrino dice sempre agli Under 23 di impegnarsi al massimo e mordergli i calcagni. In questa maniera si alza il livello dell’allenamento anche per i big di Coppa del Mondo».
Parliamo dei singoli atleti iniziando dal più “anziano”, l’over 23 Paolo Ventura.
«Paolo è un buonissimo elemento, in particolare nelle distance in classico, ma anche in skating si difende bene e ha fatto alcune gare molto positive. Deve ancora migliorare, ma vedo che sta maturando molto. È un atleta che rispetto ad altri ha bisogno di più tempo per completare il processo di maturazione ma lo sta facendo. Per questo motivo abbiamo deciso di inserirlo nel gruppo, lui questa squadra se l’è guadagnata e per questo motivo abbiamo deciso di dargli fiducia e continuità. È un elemento trainante del gruppo, molto forte in classico dove sicuramente aiuta moltissimo gli altri. Sta arrivando».
Passiamo ai due ’97, Daprà e Romano, insieme al ’98 Coradazzi.
«Martin (Coradazzi, ndr) si allena moltissimo, è sempre generoso, al punto che ogni tanto bisogna frenarlo. Come una formichina mette sempre via qualcosa che gli tornerà utile per il futuro. Sta crescendo bene e sta raccogliendo moltissimo, tanto che forse non pensava di avere già così tante soddisfazioni. Daprà è uno dei vecchietti del gruppo, è sempre trainante in tutto sia negli allenamenti sia all’interno del gruppo. È un ragazzo semplice, che sa cosa vuole. Per lui c’è solo il fondo, ha una grande voglia di arrivare ed è sempre determinatissimo. In estate è sempre un po’ in sordina perché va molto di più sugli sci rispetto agli skiroll. Da lui mi aspetto delle belle gare in inverno, soprattutto in classico. Lorenzo Romano, infine, è altrettanto determinato, non ha paura di nulla. Un ragazzo che va in vacanza in Islanda per continuare a sciare, dimostra che ha tanta voglia. Nelle prime gare stagionali fa sempre fatica per poi uscire fuori nel finale di stagione. Tecnicamente è migliorato tanto e ha anche ancora margine per farlo ulteriormente. Lorenzo è un ragazzo molto meticoloso, una cosa che probabilmente si è portato dietro dalla sua esperienza musicale, tanto che ci pone molte domande dopo gli allenamenti».
Nella squadra è entrato il ‘99 Stefano Dellagiacoma, che sembrava più indietro nei test, invece quando si è trattato di gareggiare ha ottenuto degli ottimi risultati.
«Sono stato particolarmente contento delle belle prestazioni di Stefano Dellagiacoma in occasione delle gare di Forni Avoltri e Sovere. Era il ragazzo più timoroso dopo i test estivi, nei quali si vedeva indietro rispetto agli altri, alla fine è andato invece benissimo in gara. Ha tanta qulità, per me può fare bene anche nelle distance, non soltanto nelle sprint. Nei test è andato sempre migliorando e questo fa ben sperare. Poi è forte nelle qualificazioni delle sprint, importante soprattutto in ottica Coppa del Mondo. In Opa Cup puoi permetterti anche di chiudere quindicesimo e poi vincere le batterie, mentre in Coppa del Mondo devi fare la sparata in qualificazione, poi il resto verrà da sé con l’esperienza. Per questo motivo nelle selezioni diamo sempre maggiore importanza alla qualificazione. Lui ha la sparata, scia molto bene, magari è un po’ testa matta (ride, ndr), cosa tipica negli sprinter, ma serve anche quella».
Chiudiamo con i due friulani: il campione del mondo juniores Luca Del Fabbro e Davide Graz, quest’ultimo Under 20, che ha fatto registrare spesso i migliori tempi in allenamento. La loro presenza all’interno del gruppo ha dato uno stimolo in più a tutti i compagni?
«Non scopro certo l’acqua calda se dico che i due friulani sono molto forti e hanno delle grandissime potenzialità. In passato si sono allenati moltissimo, forse di più rispetto ai coetanei, e hanno ottime qualità tecniche. Luca in questo periodo è un po’ più stanco, ma pian piano vedrete che tornerà in testa al gruppo perché lavora tantissimo e non ha mai paura di stancarsi. È molto competitivo soprattutto sulle lunghe distanze, non a caso ha vinto la 30km Mondiale Juniores. Avrà tempo per migliorare, qualificarsi per i Mondiali Under 23 e mostrare quanto vale. Ogni atleta soffre il passaggio difficile da junior a senior, perché cambiano distanze, allenamenti e avversari, solo Klæbo e Bolshunov hanno fatto eccezione in questo. Ovviamente un giovane ha sempre un po’ di timore in questa fase. Per quanto riguarda Graz è un ragazzo determinatissimo, capace di restare freddo in ogni situazione. L’ha già dimostrato, ha lo stesso atteggiamento se lo metti in Coppa del Mondo o in una gara sociale, perché non soffre le pressioni. A differenza di Luca, poi, Davide ha anche il cuscinetto di essere ancora Junior, che gli permette di essere più disinvolto perché ha ancora un anno di tempo. L’abbiamo inserito in questa squadra, pure se sotto età, perché lo ritenevamo giusto per la sua crescita. Inoltre Graz e Del Fabbro si sono sempre allenati insieme, quindi non abbiamo voluto dividerli. Comunque questi due ragazzi sono così competitivi, che hanno dato veramente uno stimolo in più anche al resto del gruppo».
Saracco ha detto che le porte della Coppa del Mondo sono aperte. Pensa che questi ragazzi sapranno approfittarne?
«Certamente. Li vedo pronti a sfruttare l’occasione e prendersi questo spazio, che quest’anno si è ampliato non essendoci Mondiali senior o Olimpiadi. Ovviamente dovranno guadagnarselo battendo gli altri, anche coloro che si stanno allenando con i corpi sportivi. Li vedo molto pronti, magari non sono già da primi venti posti in Coppa del Mondo, ma possono prendersi le loro soddisfazioni e qualcuno di loro potrebbe anche già entrare nei trenta o arrivarci vicino. Secondo me qualcuno può farcela, perché ci sono, hanno testa e voglia, ambiscono alla Coppa del Mondo. Sanno che con Stefano (Saracco, ndr) gli spazi ci saranno, perché tutto l’ambiente ha bisogno di qualche atleta in più da schierare in Coppa del Mondo».
Fondo – Luciano Cardini sulla sua Under 23: “Questi ragazzi hanno mezzi e voglia, ambiscono alla Coppa del Mondo ma devono guadagnarsela”
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