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Salto

Antti Aalto il saltatore “Made in Carelia” che sta cercando di rimettere il movimento finnico sulla cresta dell’onda

Nella primavera del 2016 il ristretto board della federazione finlandese che si occupa della gestione delle squadre di salto, visti i deludenti risultati delle ultime stagioni, decise di affidare al coach tirolese Andreas Mitter le redini del movimento. La speranza era quella di seguire la nouvelle vouge dei coach austriaci e di riportare agli antichi livelli un team caduto in disgrazia da più di un lustro.
Però nei due anni di gestione Mitter le cose non andarono come previsto. I risultati rispecchiarono le precedenti gestioni e al trentacinquenne coach non fu rinnovato il contratto dopo l’avventura olimpica di Pyeongchang. In questo grigiore di risultati raccolti nel biennio l’unica luce fu un giovane saltatore che ha ridato da questa stagione una gran boccata d’ossigeno ed un maggiore entusiasmo verso la disciplina ad un popolo storicamente devoto al salto con gli sci
Parliamo di Antti Aalto, che nasce nell’aprile 1995 a Kitee, deliziosa cittadina di diecimila abitanti sita venti chilometri a sud della più conosciuta Kontiolahti. Seppure a Kitee vi siano da parecchie generazioni trampolini per il salto attivi, la zona non ha mai prodotto saltatori di fama internazionale nel passato. Per i finlandesi la cittadina del Nord Carelia è spesso associata al mito del baseball Suomi Tomi Kohonen e ad aver dato i natali a molti componenti della band heavy-metal Nightwish.
Il piccolo Antti ha comunque il salto speciale nel proprio DNA, in quanto il nonno e papà Timo sono stati buoni saltatori a livello regionale e nazionale. Inizia all’età di sei anni divertendosi a lanciarsi a tutta velocità dal K12 di Kitee. Come tutti i ragazzini finlandesi fino ai quindici anni gareggia nelle competizioni giovanili interne sia nel salto che nella combinata, senza però primeggiare o destare particolare impressione nè nell’una che nell’altra disciplina.
L’anno successivo decide di dedicarsi solamente al salto speciale e si traferisce a Vuokatti per frequentare il celebre Liceo dello Sport nel quale trova subito un grande feeling con Kari Pätäri che lo allena fra gli atleti junior finlandesi. In breve Pätäri diventa anche il suo coach personale. Questo loro legame durerà per sei anni fino al 2018.
Durante gli anni trascorsi a Vuokatti il rendimento di Aalto sale di livello seppur limitato da due interventi chirurgici avvenuti fra i diciotto ed i vent’anni.
In quel periodo fra gli addetti ai lavori finlandesi il nome da segnarsi sul taccuino non era quello di Antti ma dei vari Ylitapio, Ojala o dei gemelli Korhonen, ora praticamente scomparsi dai radar nazionali.
È nel corso della stagione 2016-17 che il saltatore careliano inizia a far parlare di sé. Subito dopo Natale nella tappa svizzera di Continental Cup ad Engelberg, Aalto sale sulle prime pagine della stampa specializzata finlandese con il 14° e il 6° posto ottenuti in successione. Queste prestazioni, in contemporanea con la malattia che toglie Ahonen dalla squadra, consegnano ad Aalto la sua prima partecipazione alla Tourneè dei quattro trampolini.
Nella rinomata settimana austro-germanica del salto Antti riesce a superare la qualificazione solo nella seconda tappa di Oberstdorf ma si guadagna tutta la stima e la considerazione di Andreas Mitter. Al termine della tourneè il saltatore finnico viene aggregato al team A e ottiene la convocazione per i mondiali casalinghi di Lahti 2017.
Nella rassegna iridata, Aalto impressiona dal trampolino grande col miglior punteggio in qualificazione. Il giorno dopo in finale , non ancora a suo agio con la perfetta gestione della pressione interna termina al trentunesimo posto.
Il percorso di crescita del “kiteelainen” continua nella seconda stagione della gestione Mitter conquistando i primi punti di Coppa del Mondo e stabilizzandosi con costanza fra i migliori trenta del mondo.
Terminata l’era Mitter, la Federazione decide di affidare il ruolo di capoallenatore al suo vice Lauri Hakola. Il tecnico di Kuopio fa dei trampolini della Savonia il nuovo campo base Suomi del salto. In conseguenza di ciò Antti decide di trasferirsi anch’esso a Kuopio e di terminare la collaborazione con Kari Pätäri.
In questa stagione a dispetto delle nefaste previsioni autunnali per i finlandesi del salto, Aalto cresce ulteriormente di livello cogliendo il Personal Best a Nizhny Tagil col sesto posto e attestandosi con costanza nel suo range fra la decima e la ventesima posizione.
Unica delusione stagionale, i Mondiali di Seefeld, nei quali Antti si piazza distante da una top 10 che si auspicava alla vigilia della partenza per la località tirolese.
Kari Pätäri che lo ha svezzato a Vuokatti per cinque anni ci descrive bene il carattere del ventitrenne di Kitee: ”Antti è sicuramente un gran lavoratore, ma dal punto di vista caratteriale è un ragazzo molto umile e timido. Questo suo lato temperamentale l’ha limitato nello sviluppo di una carriera che poteva essere più precoce. Questa mancanza di autostima gli è stata di ostacolo nei suoi primi anni qui a Vuokatti. Ma ora con i piazzamenti da top ten in Coppa del Mondo ha una nuova consapevolezza dei suoi mezzi“.
Mentre per descrivere il suo stile nel salto il coach di Vuokatti fa un paragone con l’altro suo allievo Jarkko Määttä : ”Jarkko era decisamente più talentuoso in età da teenager, ma ciò non basta. Devi esercitarti duramente per arrivare in alto. Antti ha sempre lavorato sodo nei nostri anni insieme ed è anche estremamente facile da allenare. Ha una struttura fisica che ho notato immediatamente la prima volta che è venuto qui al Liceo dello Sport. Ad esempio ha una struttura corporea che è l’ideale per un saltatore, piatta e larga allo stesso tempo. Il suo rapporto peso/altezza è veramente ottimo. Io spero vivamente che le sue prestazioni in Coppa del Mondo possano ridare slancio ed entusiasmo anche agli altri ragazzi finlandesi ed a tutto il movimento del salto Suomi“ .
Il saltatore finlandese nonostante le non felici prestazioni ai Mondiali di Seefeld non vede ancora concluso il suo programma di sviluppo per avvicinare ancora di più le posizioni di vertice: “So che devo migliorare ancora, in particolare la mia posizione in inrun. Devo essere più veloce. È la chiave per ottenere un buon salto. Inoltre devo migliorare la mia traiettoria aumentando la forza al momento dello stacco“.
Dichiarazioni sempre pacate per un ragazzo che fedele alla traduzione del suo cognome ( Aalto viene tradotto in onda ndr.) , col costante ma duro lavoro e la dedizione per la disciplina sta cercando anno dopo anno di salire ulteriormente sulla cresta dell’onda del salto speciale e riportare il perduto entusiasmo ad una nazione un tempo dominante nella disciplina.

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