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Il segreto dietro il successo di Djokovic: tra big data e nuove motivazioni


Fonte: Flickr Author: Carine06 License: CC BY-SA 2.0 Novak Djokovic è tornato implacabile e si prepara a un anno da assoluto protagonista. Dopo aver saldamente riconquistato il podio del tennis mondiale, il tennista serbo ha di recente strapazzato il non certo tenero Rafa Nadal sul terreno degli Australian Open dando un segnale forte a tutti: il campionissimo serbo non ha più intenzione di mollare di un centimetro. 

Solo un anno fa, Djokovic annunciava di doversi sottoporre a un intervento chirurgico al gomito: dopo molte sofferenze il tennista si era deciso a fare questo passo. Dopo l’intervento, un piccolo momento di crisi (“ho pianto tre giorni” ha dichiarato di recente) e poi la risalita: da luglio 2018 il serbo ha ottenuto ben 35 vittorie a fronte di sole 3 sconfitte, portandosi a casa due importantissimi slam (Wimbledon e gli Us Open) e 2 masters 1000 (Shangai e Cincinnati). Niente male per un campione che, scivolato alla posizione n. 22 del mondo, ha saputo riprendersi in brevissimo tempo il n. 1, confermandosi così uno dei tennisti più forti di tutti i tempi. 

Ora che Djokovic ha ripreso a giocare come qualche anno fa, quando sembrava (ed era) indistruttibile, come si sta dimostrando, sarà tra i favoriti delle competizioni più importanti: l’obiettivo del tennista serbo è dichiaratamente vincere più slam possibile, e per riuscirci sta sfruttando non solo il suo indiscutibile talento, ma anche ciò che la tecnologia ci mette a disposizione per dare il meglio.

Novak Djokovic ha infatti saputo sfruttare abilmente i big data per estrarre dati importanti su come allenarsi e affrontare l’avversario che ha di fronte: un membro del suo team, Craig O’Shannessy, è infatti specializzato nell’analisi dei dati e ha elaborato modelli matematici basati sulle informazioni e statistiche di ATP e WTA. 

In una rubrica per il sito web dell’ATP, O’Shannessy ha spiegato nel dettaglio la strategia utilizzata da Djokovic per sconfiggere (nettamente) Nadal agli scorsi Australian Open: prima si è concentrato a demolire il dritto del maiorchino, uno dei suoi principali punti di forza, poi si è dedicato al rovescio così da arrivare a indebolire anche il servizio. Nadal, privato delle sue certezze, ha accumulato errori su errori con i colpi principali, lasciando strada spianata alla larga vittoria dell’avversario (6-3, 6-2, 6-3). Una vittoria in tre set che non ha lasciato scampo, a testimonianza di quanto la notevole quantità di dati – anzi: di big data – possa aiutare gli sportivi a ottenere risultati sorprendenti.

Fonte: Wikimedia Author: Christian Mesiano License: CC BY-SA 2.0

Dopo un periodo di appannamento e sofferenza, dunque, Djokovic ha ritrovato lo smalto di un tempo, candidandosi ad altre vittorie importanti: non è un caso che il suo coach, Marian Vadja, abbia dichiarato che l’obiettivo è raggiungere Federer e i suoi 20 slam vinti: il serbo è a quota 15 e visto il suo stato di grazia è possibile che riesca nell’intento.
A conferma del momento d’oro, recentemente Djokovic si è aggiudicato il premio più importante dei Laureus Awards 2019, tenutosi a Montecarlo: sconfiggendo la concorrenza di atleti del calibro di Mbappé e LeBron James, il tennista è stato eletto “Sportivo dell’anno”. È la quarta volta che Djokovic ottiene questo premio, ma questa volta la vittoria sembra ancora più importante visto il periodo di crisi vissuto fino a non molto tempo fa, come dimostrano anche le dichiarazioni rilasciate per l’occasione, che hanno visto il serbo confessare di aver pensato di lasciare il tennis.
La crisi post Roland Garros 2016, dopo la quale Djokovic si era sentito “svuotato emotivamente”, sembra davvero alle spalle: lo splendido 2018 e l’inizio scoppiettante della stagione 2019 stanno a dimostrare che chi aveva dato per “finito” il più forte tennista serbo della storia deve rivedere le sue previsioni.
Insomma, le nuove, talentuosissime leve come Zverev dovranno attendere prima di insediarsi stabilmente sul trono del tennis mondiale: ne è convinto anche Toni Nadal, zio e coach di Rafael, che ha di recente dichiarato a Cadana Ser che Federer, Nadal e Djokovic continueranno a dominare il tennis anche per tutto il 2019.

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