SEEFELD – Torna con la nazionale italiana in un Mondiale a sei anni di distanza da quello in Val di Fiemme nel 2013, quando era allenatore della squadra sprint. Stefano Saracco lo fa questa volta da allenatore responsabile della squadra maschile, partendo dalla tanto attesa sprint con al via Federico Pellegrino.
Abbiamo incontrato l’allenatore valdostano nel corso del pomeriggio, durante la 10km maschile di qualificazione: «Ho fatto un bel salto di qualità rispetto alle precedenti edizioni dei Mondiali, essendo ora responsabile della squadra maschile azzurra, una delle più importanti. È emozionante avere questa responsabilità in un evento del genere e con all’interno della squadra degli atleti come Federico (Pellegrino, ndr) e Defa (De Fabiani, ndr). Abbiamo la possibilità di fare bene. Nel gruppo abbiamo poi dato chance anche ad alcuni giovani. Graz l’ho visto bene in questi giorni e chissà che non possa mettere addirittura la testa nei trenta domani».
Inevitabile tornare alla storica doppietta di Cogne: «È stata un’emozione che non so nemmeno descrivere. La gente è arrivata in massa e gli organizzatori sono stati molti bravi, perché dopo anni fuori dal giro non era facile preparare tutto così bene. Sono stati due giorni stupendi, mi sono divertito».
La sprint di sabato ha dato una carica ulteriore agli azzurri, in particolare a Federico Pellegrino: «Nonostante la vittoria preferiamo tenere un profilo basso, perché siamo consapevoli che mancava diversa gente. Però è stato importante per Chicco il modo in cui è arrivata questa vittoria, perché ha recuperato dopo aver rotto il bastone e questo l’ha fatto sentire in condizione. È stato il modo giusto di avvicinarsi a questo evento. Noi non siamo come i norvegesi, che saltano degli appuntamenti per avvicinarsi al Mondiale, usiamo le gare per testarci. Per come è andata sabato, siamo pronti e speriamo di fare bene anche domani, anche se le sprint sono imprevedibili e vivono di particolari».
Saracco ha preferito quindi non sbilanciarsi troppo: «Pellegrino e De Fabiani, se supera la qualifica, possono far bene e andare avanti, mentre punto all’ingresso nei trenta almeno di uno degli altri tre azzurri in gara. Li ho visti tutti belli carichi, stanno bene e spero non sentano l’emozione».
L’allenatore azzurro è tornato poi sull’esordio di Graz: «Secondo me è importante che un giovane sia veloce all’inizio, poi il resto si costruisce con il tempo: la tattica, la resistenza, la gestione della batteria. La velocità, invece, devi averla nel dna. A Cogne lui ha dimostrato non soltanto di avere questa, ma anche gli attributi».
Analizzando il tracciato, Saracco ritiene che saranno pericolosi gli atleti con una struttura fisica importante. «Oltre a Klæabo, metterei tra i favoriti i russi e anche Iversen, atleti pesanti che possono fare la differenza nella discesa finale che porta direttamente sul rettilineo».
Fondo – Stefano Saracco: “Siamo pronti, possiamo fare bene”
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