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Sci di fondo

Il ritorno de L’ULULATO DEL BUBO – “Davos ci ha portato belle sorprese natalizie”

Con la tappa di Davos si è conclusa la prima parte della Coppa del Mondo di sci di fondo. In terra elvetica sono arrivati risultati di spessore per l’intera squadra italiana, a cominciare dal podio di Federico Pellegrino nella sprint di sabato.
Tuttavia anche le gare distance hanno regalato soddisfazioni, con Francesco De Fabiani ed Elisa Brocard a ottenere piazzamenti di prestigio.
Andiamo allora a sentire le opinioni di Fulvio Valbusa, telecronista di Eurosport per lo sci di fondo, in merito a quanto avvenuto nei giorni scorsi. In questa settimana la rubrica vive autentico ululato-sprint, interamente incentrato sul movimento azzurro.

Dunque Bubo, il weekend di Davos è andato in archivio e abbiamo assistito a diversi bei risultati da parte degli azzurri. Quali sono i tuoi pensieri al riguardo?
“Non si può non partire da Federico Pellegrino, che al di là del fatto di aver concluso secondo alle spalle di Klæbo, secondo me si è confermato l’uomo da battere nelle sprint a skating. Purtroppo per una volta non è stato perfetto nel leggere la gara, un particolare dove invece lui è diventato un maestro. In finale non avrebbe dovuto battezzare le code di Chanavat sul salitone, visto che il francese era rimasto in testa a tirare fino a quel momento e non ne aveva più per rispondere all’attacco di Klæbo. Può succedere e la piazza d’onore è comunque un grande risultato”.
Riguardo Pellegrino, personalmente ho avuto l’impressione che in semifinale Fossli gli abbia corso contro. Quando gli si è affiancato in discesa lo ha guardato, come se lo stesse puntando, e anche in volata mi è apparso più interessato a intralciare Chicco piuttosto che pensare al suo sprint. Ripeto, si tratta di sensazione personale. Tu hai un’idea in merito?
“Non ho fatto caso al particolare della discesa, però nella volata della semifinale effettivamente ho fatto anche io il pensiero che Fossli non corresse per sé stesso, bensì contro uno specifico avversario, ovvero Pellegrino. Sinceramente spero che si tratti solo di impressioni e non corrispondano alla realtà dei fatti. Non voglio credere che una nazione come la Norvegia si comporti così, ‘sacrificando’ un proprio atleta per il beneficio di altri”.  
Passiamo agli altri italiani. In campo maschile Francesco De Fabiani ha brillato, cogliendo un settimo posto che rappresenta il suo miglior risultato in una gara contro il tempo a skating. Cosa ci dici di lui e di chi ha gareggiato nella 15 km?
“De Fabiani si è davvero ritrovato e ha fatto una gran gara. È partito relativamente piano, dopodiché è stato davvero tanta roba rimanendo sul passo di un Manificat tornato alla grande e dei russi che vanno come aerei. Occhio ai russi, fanno veramente paura e possono anche pensare di spaventare la grande Norvegia. Sono contento per De Fabiani e anche per gli altri azzurri che hanno molta meno esperienza. Non saranno entrati in zona punti, ma è giusto continuare a schierarli per abituarli ai ritmi della Coppa del Mondo e aiutarli a migliorare per raggiungere i propri limiti. Quindi bene così anche loro”.
Più o meno lo stesso film del settore femminile, dove Elisa Brocard ha addirittura ottenuto il miglior piazzamento della carriera. Sorpreso?
“Elisa si è comportata benissimo e va promossa a pieni voti, perché arrivare a questo risultato alla sua età e tenendo i ritmi delle migliori è indubbiamente una grandissima qualità. La sua gara mi è piaciuta parecchio, soprattutto perché è andata in crescendo. Brava, brava e ancora brava. Un’atleta da prendere a esempio per tante”.
Il resto della pattuglia azzurra invece fa più fatica a rubare l’occhio, oppure ci sono note positive anche altrove?
“Sicuramente ci sono delle note positive. Greta Laurent si attesta ormai costantemente tra le prime quindici/venti sprinter del mondo e la sua continuità di rendimento è molto incoraggiante. Penso inoltre che nella 10 km Lucia Scardoni si sia salvata in una tecnica non sua. Al contrario, e sai bene che tendo sempre a essere sincero, mi aspettavo di più da Ilaria Debertolis perché dovrebbe essere una specialista del passo pattinato e invece non ha ancora dimostrato il suo vero valore, nonostante non abbia avuto alcun problema durante la preparazione estiva. Mi sta un po’ sorprendendo in negativo, credevo potesse essere più avanti. Infine per Comarella vale lo stesso discorso già fatto per i maschi. Va bene così, bisogna buttarla nella mischia affinché si possa confrontare sempre con i ritmi della Coppa del Mondo”.
Chiudiamo parlando guardando al prossimo futuro. Quando si saprà con certezza chi parteciperà al Tour de Ski verrà pubblicato un ululato dedicato alla prova multi stage per antonomasia. Nel frattempo, qual è il tuo augurio natalizio in vista della manifestazione?
“Speriamo che sia un Tour de Ski di livello almeno medio-alto, con la partecipazione di qualche big che crei interesse, perché altrimenti rischia di diventare una manifestazione controproducente per lo sci di fondo. Se davvero tanti atleti di vertice dovessero disertarla, non sarebbe un bello spot per la disciplina…”.

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