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Biathlon – Lukas Hofer: “Peccato quei due errori a terra, ma ora so che le cose funzionano”

Ha fatto una grande impressione sugli sci, facendo registrare il secondo tempo a 25” da uno stratosferico ma anche nel range time ha confermato di essere in grande crescita. Nonostante il 27° posto finale, quindi, Lukas Hofer ha diversi motivi per essere soddisfatto al termine dell’individuale che ha aperto a Pokljuka la Coppa del Mondo 2018/19, anche se un po’ gli bruciano quei due errori al terzo poligono, a terra, che non gli hanno consentito di entrare almeno nella top ten come avrebbe meritato la sua prestazione. Ne abbiamo parlato con lui dopo averlo contattato al termine della gara di Pokljuka.
Ciao Lukas. Qual è il tuo stato d’animo al termine della prima gara stagionale?
«Sono contento per come è andata, perché la gara è iniziata e finita bene ma quei due errori a terra non ci stavano. Oggi con un solo errore avrei addirittura vinto, con due sarei entrato nelle prime sei-sette posizioni, ma quei due bersagli mancati a terra non ci volevano proprio. Andreas (Zingerle, ndr) mi ha segnalato che entrambi erano abbastanza bassi e la mia sensazione è che probabilmente mi fossi posizionato male con la testa. Ne saprò di più dopo, quando con Andreas analizzeremo la prestazione al tiro. Però ecco la mia sensazione è che mi fossi posizionato male, erano due tiri bassi».
Sugli sci hai però destato una grande impressione.
«Sapevo di aver lavorato bene tutto l’anno, ma quando arrivi alla gara d’esordio non sai mai di preciso a che punto sei. Ora ho la conferma che il programma seguito è stato quello giusto e sugli sci posso combattere anche con i due “mostri”. Oggi, nei primi due giri sono partito in gestione, proprio perché prima della gara non sapevo fino in fondo quali fossero le mie condizioni fisiche e una venti chilometri è molto lunga. Ho guardato i tempi e rispetto a Johannes Bø ho preso dieci secondi al primo giro e undici al secondo, poi sono andato al suo ritmo. So, quindi, che ci sono, ne avevo anche per accelerare prima e cambiare ancora ritmo successivamente. È un buon segno, questo mi fa essere più tranquillo e sciolto, so che le cose funzionano».
Anche nel range time si è visto che sei cresciuto molto.
«Quest’anno il mio obiettivo era proprio di migliorare sul range time, non perdere più troppo tempo al poligono come mi accadeva lo scorso anno, quando cercavo la perfezione per non rischiare errore. Ho lavorato durante l’estate per avere un ritmo diverso e mantenerlo costantemente anche nel corso della gara. L’ho già fatto in staffetta e pure oggi soprattutto nella prima serie».
Adesso come vivrai queste poche ore che vi separano dalla sprint dopo una gara tanto dura?
«Sarà fondamentale recuperare al massimo le energie in vista di domani. Cercherò di rilassarmi, fare massaggi, magari vedermi qualche film e fare una bella corsetta. Poi domani si ripartirà a tutto gas».
La prestazione di oggi ti ha messo maggior fiducia in vista di domani?
«Sono molto fiducioso perché, dopo aver passato un’estate di allenamenti, ho visto i primi risultati positivi già oggi. Sono tranquillo, so che abbiamo lavorato tanto seguendo la strada giusta. Si può guardare avanti con fiducia».
Che idee ti sei fatto sui tuoi avversari?
«Fourcade è stato impressionante perché sapeva di dover fare zero e l’ha fatto, chapeau. Ho visto la sua serie finale dal vivo ed è stata straordinaria. Sugli sci mi è sembrato in difficoltà, già nella mista mi aveva dato questa impressione. Non so se abbia seguito un programma diverso dal solito, ho la sensazione che sia più indietro rispetto alle prime gare degli anni passati. Kuhn ha fatto la gara della vita, Schempp avrebbe potuto vincere senza l’errore all’ultimo poligono, mentre su Johannes Bø c’è poco da discutere, l’ha persa al poligono ma sugli sci ha fatto una grande prestazione. Essere stato secondo solo a lui mi fa stare tranquillo. Domani credo che il norvegese, se si riprenderà al poligono, ne avrà per vincere, perché al momento è più avanti di Fourcade. Su un tracciato del genere, che a me non piace perché ha troppi piani, si capisce chi è pronto dal punto di vista fisico e Bø in questo momento è più avanti»

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