Da oramai un lustro la Finlandia del salto con gli sci si può considerare la grande malata della disciplina.
Lontani sono i tempi in cui almeno cinque o sei saltatori suomi finivano ogni gara nella top 15 e a ogni rassegna iridata od olimpica facevano seguito parate trionfali nella capitale Helsinki. In una nazione che nel passato ha fatto del salto con gli sci quasi una religione, la situazione attuale è deprimente.
Alla fine dell’estate non vi era nessun saltatore finlandese posizionato nei top 55 del World Ranking List. Una situazione totalmente impensabile solo dieci anni fa , quando i finlandesi in quella lista erano in otto.
Un dato su tutti può dare una spiegazione a questo calo di prestazioni del movimento e di contrazione delle attenzioni mediatiche su di esso. Negli anni ’80 vi erano più di mille ragazzi dai 10 ai 16 anni che partecipavano attivamente agli “Hopeasompa”, ovvero il circuito dei campionati nazionali giovanili. A fine anni ’90 questo numero si era già assottigliato a meno di trecento e negli ultimi due anni la media si attesta su una sessantina di atleti.
Le ragioni di questo robusto calo di partecipazioni ? Molteplici, ma raccogliendo diverse opinioni la più diffusa sta nella feroce concorrenza che in Finlandia l’hockey su ghiaccio sta avendo nel reclutare e ammaliare i giovani ragazzi attratti da contratti multimilionari che circolano nella lega nordamericana NHL. Molti genitori nella scelta dello sport da far praticare spingono i propri figli a seguire le orme dei vari Patrik Laine, Mikko Rantanen o Pekka Rinne, che al di là dell’oceano primeggiano nei propri ruoli e che ottengono contratti dai 7 milioni di dollari in su.
Questo confronto è impari col “povero“ salto con gli sci dove spesso i giovani ragazzi devono provvedere loro stessi alla costosa attrezzatura. Questo ha fatto retrocedere il salto quasi ad uno sport di nicchia che viene tramandato con passione ai figli dai pochi padri che conservano la passione nata durante la loro infanzia, nella quale vedere i mitici “Flying Finns” lanciarsi dai trampolini era una sorta di rito nazionale .
Nel 2017 si è guardato all’estero per tentare di risollevare le sorti della disciplina, ingaggiando l’austriaco Andreas Mitter, primo head coach straniero della storia. Tuttavia i risultati hanno continuato a latitare e il contratto non è stato rinnovato.
Peraltro il lungo periodo negativo ha reso parecchio complicata la ricerca di sponsor che potessero tenere in vita la squadra nazionale.
Però, quasi dal nulla, finalmente la scorsa estate è uscita allo scoperto una figura totalmente sconosciuta nel mondo degli sport invernali finlandesi: Kimmo Kaarlejärvi, cinquantatreenne proprietario di un importante catena di negozi di mobili e di arredamento.
Dopo aver visto in TV il responsabile della Federazione lamentarsi del poco sostegno ricevuto dagli imprenditori finnici nel supportare il salto con gli sci, Kaarlejärvi ha lanciato la sua offerta di sponsorizzazione per iscrivere il marchio della propria azienda su caschi e tute di Aalto e compagni. Stando alle parole del presidente della federazione e del direttore marketing della stessa: "Il coinvolgimento di Kimmo è stato decisivo. Senza di lui il budget della squadra nazionale sarebbe stato oggi molto più modesto“.
Kaarlelärvi è il classico self-made man che dopo un inizio carriera nella polizia di Helsinki ha iniziato dal nulla la vendita di prodotti di arredamento e design in stile nordico e scandinavo. In pochi anni è riuscito a creare una catena di negozi sparsi lungo tutto il territorio finlandese, arrivando a un fatturato di 17 milioni di euro. Con la sponsorizzazione della squadra finnica di salto speciale conta di aumentare ulteriormente queste cifre grazie alla nuova identità mediatica che proietta la sua azienda anche in campo internazionale.
Il contratto di due anni più un’opzione di altri due è attualmente di duecentomila euro all’anno, ma l’imprenditore si dice già certo della collaborazione futura con possibilità di aumentare il contributo in caso di buoni risultati da parte del team.
Si tratta indubbiamente di una consistente boccata d’ossigeno, che ha anche portato una buona dose di serenità all’interno del team Suomi. L’inizio di stagione è incoraggiante, visti i ripetuti piazzamenti nella top 10 di Antti Aalto.
Kaarlejärvi ha spiegato al tabloid Ilta Sanomat le ragioni di questo suo ingresso nel mondo del salto con gli sci: ”Il salto è sempre stato una parte importante della nostra cultura. Io mi sono appassionato fin da bambino seguendo le gesta di Jouko Tormanen e Jari Puikkonen. Con il nostro investimento, la Modeo spera di far rilanciare questa storica disciplina all’interno del pubblico finlandese e nel contempo contiamo che ciò si rifletta su un aumento nei nostri dati di vendita. Sono stato vicino al team in alcuni training camp estivi e ho seguito dal vivo le gare a Ruka. Nel limite dei miei impegni di lavoro sarò ancora al loro fianco in futuro“.
L’ingresso di Kaarlejärvi può certamente ricordare in piccolo quello del miliardario Mika Antonen nel 2001 con la sua azienda di carburanti.
All’indomani dello scandalo doping che nei Mondiali di Lahti coinvolse buona parte della squadra finlandese di sci di fondo molti contratti di sponsorizzazione in essere furono stracciati e nessuno volle per molti anni investire nello sci di fondo. Antonen divenne allora il principale sponsor del fondo e da quel 2001 la collaborazione è continuata fino ai giorni nostri, facendo tornare il fondo finlandese in pochi anni fra le potenze della disciplina.
Potrà accadere qualcosa di simile anche con il salto?
Kimmo Kaarlejärvi, lo sconosciuto imprenditore che ha rilanciato il salto finlandese
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