È stato un anno duro per Samuel Costa. Prima l’infortunio al ginocchio, poi una prima operazione andata male, seguita da altri due interventi che solo in parte avevano dato l’esito sperato. Il rientro ad aprile e quel dolore al ginocchio che non voleva andarsene, portando alcuni medici addirittura a mettere in dubbio la possibilità per il gardenese di proseguire la sua carriera. Quindi il viaggio in Germania e la quarta operazione, fatta dal dottor Stefan Hinterwimmer, dell’Orthoplus di Monaco di Baviera, che finalmente ha dato l’esito sperato. Dopo aver effettuato mesi di fisioterapia con Hans Friedl, ad inizio agosto il gardenese delle Fiamme Oro è tornato ad allenarsi a tempo pieno e oggi sarà a Livigno per il primo raduno insieme ai compagni di squadra.
Fondoitalia ha raccolto le emozioni di Samuel Costa al termine di questo lungo calvario e alla vigilia di una stagione che lo vede al via motivatissimo.
Ciao Samuel. Dopo un anno di stop torni oggi in raduno con i tuoi compagni di squadra.
«Finalmente ritorno in squadra dopo questo lungo periodo di riabilitazione. Al termine di un anno in cui ho potuto allenarmi soltanto da solo, sono contento di poter finalmente tornare insieme ai miei compagni in questo raduno di Livigno».
Negli ultimi mesi ti sei allenato da solo.
«Si, perché il 13 giugno scorso ho fatto l’ultima operazione e solo ad agosto ho terminato il percorso riabilitativo, riprendendo così ad allenarmi normalmente. Martedì, poi, sono tornato finalmente a saltare sul trampolino di Stams. I miei primi salti dopo tanto tempo».
Quali sono state le tue prime sensazioni?
«Dopo una lunga pausa devo nuovamente abituarmi alla velocità. L’impatto è stato però molto positivo, soprattutto perché sono riuscito ad effettuare diversi salti senza accusare alcun dolore al ginocchio. Adesso dovrò lavorare tanto sul trampolino per ritornare ai miei livelli e ritrovare quella naturalezza nel gesto atletico che inevitabilmente ho un po’ perduto. Il salto è uno sport molto tecnico, un atleta ha sempre dentro di sé la visualizzazione del proprio gesto atletico, ma un conto è immaginarsi di saltare, un altro è farlo».
L’ultimo anno è stato molto duro per te.
«Non avrei mai immaginato che la riabilitazione sarebbe stata così difficile, fino ad effettuare addirittura quattro operazioni in dieci mesi. Purtroppo la prima di esse è andata male, le altre due non hanno risolto i problemi al cento per cento, così sono stato costretto ad effettuarne addirittura una quarta. È stato un periodo lungo e difficile, perché oltre a dover rinunciare a gareggiare, non avevo nemmeno la certezza che sarei tornato al cento per cento, nelle condizioni ideali per fare sport ad alto livello. Per fortuna l’ultima operazione mi ha rimesso a posto il ginocchio e sono molto contento. Ho imparato tante cose nell’ultimo periodo grazie al lavoro fisioterapico effettuato con Hans Friedl, mi ha dato degli imput che mi saranno molto utili in futuro per l’allenamento».
Qual è stato il momento più difficile?
«Lo scorso aprile, quando non riuscivo ad allenarmi al top senza accusare dolore. Purtroppo continuavo ad accusare un fastidio al ginocchio, così ho effettuato una risonanza dopo la quale il medico mi ha detto che non avrei più potuto fare attività agonistica ad alto livello. Per me è stato un momento difficilissimo, non è facile accettare una cosa del genere dopo aver fatto tanti sacrifici, spendendo tante ore di fisioterapia durante la riabilitazione, soprattutto se poi si ama lo sport come faccio io. Non mi sono arresto, così ho contattato il dottor Stefan Hinterwimmer, che si è rivelato essere la persona giusta, in quanto dopo avermi visitato ha subito affermato di avere le idee ben chiare su come farmi guarire. Così sono tornato per la quarta volta sotto i ferri e finalmente il ginocchio è tornato a posto».
In nazionale nel frattempo ci sono stati tanti cambiamenti, in quanto avete un nuovo responsabile del settore, Federico Rigoni, e un nuovo allenatore responsabile, Kimmo Savolainen.
«Savolainen ci ha già allenato nel biennio 2013/14 – 2014/15. Con lui ho fatto il salto di qualità sul trampolino, quindi so già di trovarmi molto bene con i suoi metodi. Sono contento dei cambiamenti fatti, visti i problemi avuti negli ultimi anni. Ho tanta fiducia nel nostro nuovo staff, non solo per quanto riguarda gli allenatori ma anche gli skiman, che ritengo i migliori in assoluto. Finalmente in squadra è tornato un clima molto positivo e ci aiuteremo tutti a vicenda per raggiungere i nostri obiettivi».
A proposito, quali sono i tuoi obiettivi?
«Quello principale, ovviamente, i Mondiali di Seefeld. Lì ho sempre saltato bene e ho anche ottenuto il mio primo podio individuale in Coppa del Mondo. Cercheremo quindi di effettuare la preparazione giusta per far sì che possa raggiungere il mio picco di forma proprio per il periodo dei Mondiali e aiutare anche la squadra nel team event e la team sprint. Devo però ammettere che personalmente è ancora difficile parlare di obiettivi, al momento ho l’obbligo di pensare soltanto al cammino da fare per riuscire a migliorarmi giorno per giorno».
L’ultima domanda riguarda una tua conterranea, Manuela Malsiner, vittima di un brutto infortunio in estate. Dopo la tua esperienza recente, senti di consigliarle qualcosa?
«Ho capito che la riabilitazione è un momento molto difficile, nel quale si può anche arrivare al punto in cui si pensa di mollare. Se si è però realmente convinti del proprio obiettivo di guarire e si lavora con grande impegno e costanza ogni giorno per farlo, alla fine si raggiungono degli obiettivi che sono inimmaginabili nel primo periodo post operatorio, quando si fatica a muoversi. Le auguro, quindi, di avere la pazienza, le motivazioni e la costanza negli allenamenti che sono necessarie per riuscirci».
Combinata, Samuel Costa ritrova il sorriso: “Finalmente torno con i miei compagni”
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