“Ci ho pensato a lungo dopo la fine della stagione. Ho cercato di trovare un compromesso che mi permettesse di armonizzare la crescita di mia figlia e la mia carriera sportiva. Purtroppo non ho trovato la soluzione ottimale, quindi ho preso la decisione di ritirarmi dalla mia carriera agonistica.
Non è stata una scelta semplice e gli anni passati come biathleta saranno indimenticabili. Voglio ringraziare tutti coloro che mi sono stati vicini nel corso degli anni”.
Con queste parole Darya Domracheva, 32 anni da compiere a inizio agosto, ha annunciato quest’oggi il suo ritiro dall’attività agonistica durante una conferenza stampa tenutasi a Minsk.
La bielorussa fa il suo esordio in Coppa del Mondo all’inizio della stagione 2006-’07, dimostrando istantaneamente di essere dotata di grande talento. Alla sua terza gara nel massimo circuito, la sprint di Hochfilzen dell’8 dicembre 2006, è subito quinta. Quello però rimarrà a lungo il suo miglior risultato. Spesso farà ingresso nella top ten, senza però mai avvicinare le posizioni più nobili.
Per il primo podio deve infatti attendere il 16 gennaio 2009, quando si classifica terza nella sprint di Ruhpolding, cinque giorni dopo essersi resa protagonista di un incredibile errore. Al secondo poligono della mass start di Oberhof, dove peraltro era entrata in testa, aveva sparato in piedi anziché a terra suscitando l’incredulità degli appassionati.
La sua competitività cresce lentamente, ma inesorabilmente. Ai Giochi olimpici di Vancouver 2010 conquista la medaglia di bronzo nella 15 km, quindi un mese dopo a Kontiolahti arrivano le prime vittorie in Coppa del Mondo. Ai Mondiali di Khanty-Mansiysk 2011 ottiene anche la sua prima medaglia iridata individuale, l’argento nella mass start.
L’esplosione definitiva si verifica nell’inverno 2011-’12, durante il quale battaglia ad armi pari con Magdalena Neuner. Chiude la classifica generale al secondo posto (con 1.188 punti, ancora oggi record assoluto per un’atleta seconda classificata), ai Mondiali conquista la sua prima medaglia d’oro iridata vincendo l’inseguimento dopo essersi messa al collo l’argento nella sprint. Inoltre si porta a casa due Coppe di specialità (inseguimento e mass start).
Visto il suo rendimento impressionante, il contemporaneo ritiro della tedesca e il fatto che tutte le avversarie principali rimaste siano più giovani di lei, in molti sono sicuri che Darya sia destinata a diventare l’autentica dominatrice del biathlon femminile. La storia però andrà in maniera differente.
Nel 2012-’13 la bielorussa non può nulla contro una Tora Berger in stato di grazia. Il suo bilancio è salvato dall’oro iridato nella mass start, conquistato peraltro dopo un Mondiale sino a quel momento fallimentare.
Nella stagione successiva Domracheva si consacra definitivamente. Ai Giochi olimpici di Sochi 2014 vince tre medaglie d’oro (inseguimento, 15 km, mass start) diventando la prima e ancora oggi unica biathleta a poter vantare un triplice successo a Cinque cerchi. La Coppa del Mondo però le sfugge nuovamente, soprattutto a causa dei tanti punti persi nel mese di dicembre (quando diserta la tappa di Le Grand Bornand) e di uno strano doppio passaggio a vuoto a marzo in quel di Kontiolahti (dove peraltro si recupera la gara sospesa e cancellata da una bufera di vento tre mesi prima a Östersund, in cui lei era in testa).
La tanto agognata Sfera di cristallo viene finalmente conquistata nell’inverno 2014-’15, al termine di un infinito duello con Kaisa Mäkäräinen. In questo modo Dasha diventa la quinta donna della storia a fregiarsi della Triple Crown (ovvero vincere oro olimpico, Coppa del Mondo assoluta e oro mondiale). Subito dopo questo traguardo, annuncia la volontà di volersi prendere una pausa dall’attività agonistica, complice anche una forma di mononucleosi che la colpisce nella primavera 2015.
Nel 2016 si sposa con Ole Einar Bjørndalen e nell’ottobre dello stesso anno diventa mamma, dando alla luce la primogenita Ksenia. La maternità non ferma però i suoi propositi di rientro, che avviene nel gennaio 2017. Di fatto gareggia a mezzo servizio, ma ciò non le impedisce di arpionare l’argento nell’inseguimento dei Mondiali di Hochfilzen, coronando una splendida rimonta dalla ventisettesima piazza.
Torna a gareggiare a tempo pieno nell’ultimo inverno, ritrovando appieno la propria competitività. La perla arriva nella staffetta olimpica di PyeongChang, dove assieme a Nadezhda Skardino, Iryna Kryuko e Dzinara Alimbekava porta la Bielorussia alla medaglia d’oro, ottenendo così anche il più prestigioso dei successi nelle prove a squadre. L’affermazione fa seguito all’argento raccolto nella partenza in linea. Alla fine della stagione è l’atleta con la media punti più alta in assoluto, ma la Sfera di cristallo le sfugge a causa delle troppe assenze nella primissima parte dell’annata.
Domracheva chiude la carriera con 34 vittorie, tante quante Magdalena Neuner. Solo Magdalena Forsberg (42) ne ha ottenute di più. I podi invece sono 81 e anche in questa graduatoria le è davanti esclusivamente la svedese (87).
Al di là dei numeri, oggi è calato il sipario su una delle biathlete più iconiche nella storia della disciplina.
Darya Domracheva al passo d’addio. Si ritira una delle più grandi di sempre
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