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Biathlon

L’Ibu squalifica Ekaterina Glazyrina. Effetto domino: una Coppa del Mondo cambia padrona

Solamente un anno e tre mesi dopo averla sospesa, l’Ibu – tra uno scandalo corruzione e l’altro – nella sua infinita solerzia si è degnata di comunicare le proprie decisioni in merito al caso di Ekaterina Glazyrina, fermata durante i Mondiali di Hochfilzen 2017 in quanto citata nel rapporto McLaren.
La federazione internazionale ha ritenuto la russa colpevole di “uso” di sostanze dopanti. Le virgolette prima e dopo la parola uso non sono casuali, le ha utilizzate proprio l’Ibu nella propria comunicazione ufficiale. Perché si è sentita la necessità di mettere queste virgolette attorno alla parola uso? L’Ibu ovviamente evita di spiegare il significato.
Di sicuro questo uso di sostanze dopanti, pardon “uso” di sostanze dopanti, è sufficiente per infliggere a Glazyrina una squalifica di due anni, che parte dal momento della sospensione. Di conseguenza la trentunenne russa potrà tornare alle competizioni in data 10 febbraio 2019.
Non solo. Si è anche deciso di cancellare tutti i risultati ottenuti dall’atleta a partire dal 19 dicembre 2013, poiché si ritiene che abbia cominciato a fare “uso” di doping da quella data. Tradotto: ci troviamo di fronte a quella che de facto è una squalifica di 5 anni e 2 mesi. Evidentemente Glazyrina si deve ritenere fortunata, poiché senza virgolette la sua pena avrebbe potuto essere l’impiccagione.
Con questo scatto felino e agile mossa, l’Ibu stravolge i risultati di una marea di gare, con svariate conseguenze a cascata.
1)      Glazyrina perde il podio ottenuto nel dicembre 2014 a Hochfilzen, dove aveva concluso l’inseguimento in seconda posizione. Pertanto Anais Bescond viene promossa in seconda posizione e Olga Podchufarova, appena ritiratasi, in terza.
2)      Proprio la cancellazione di classifica di Glazyrina porta alla promozione di una posizione di Darya Domracheva, che quindi marca 1 punto in più nella classifica di specialità dell’inseguimento di quell’inverno dove era arrivata alle spalle di Mäkäräinen per 1 lunghezza. Pertanto ora la bielorussa e la finlandese chiudono alla pari la graduatoria dedicata ai pursuit dell’annata 2014-’15, ma Dasha viene classificata davanti per aver vinto 4 gare contro 2. Indi cui per cui la Coppa di specialità cambia padrona e dopo 3 anni Kaisa dovrà cederla.
Soprattutto questa sentenza apre uno scenario inquietante, poiché sancisce un precedente. Non importa quanto datata sia la positività (o “positività” in questo caso, perché Ekaterina Glazyrina non ha mai fallito un test antidoping), tutti i risultati ottenuti dall’atleta da quel momento in poi vengono azzerati.
Dunque dobbiamo aspettarci che l’Ibu decida di cancellare tutto quanto ottenuto da Teja Gregorin – ancora in attesa di giudizio – trovata positiva (senza virgolette) dopo la ri-analisi dei suoi campioni dei Giochi olimpici di Vancouver, dal 2010 al 2017? Lo stesso discorso vale anche per i casi di Olga Vilukhina, Iana Romanova e Olga Zaitseva, tutti ancora pendenti?
Signori, dimenticate tutto ciò che sapete sulla storia recente del biathlon. Coppe del Mondo e medaglie potrebbero cambiare padrona dopo anni a colpi di virgolette.
Intanto la federazione russa ha già annunciato ricorso al Tas, che per la prima volta nella sua storia dovrà esprimersi su un caso di “uso” di sostanze dopanti e non di uso di sostanze dopanti.

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