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Sci di fondo

Grande serata per la presentazione del libro “Marcialonga Legends”

Non hanno mai perso nemmeno un’edizione, e per ben 45 volte hanno tagliato gloriosamente il traguardo della Marcialonga, tra il boato del pubblico in festa. Per questo motivo il comitato della ski-marathon trentina ha deciso di onorare ancora una volta i suoi mitici ‘Senatori’, attraverso la pubblicazione del libro "Marcialonga Legends – Never Stop Skiing" che, pagina dopo pagina, fotografia dopo fotografia, narra le avventure e le fatiche di questi grandi fondisti. E si sa, lo staff della granfondo invernale che scivola nelle valli di Fiemme e di Fassa e in programma il 27 gennaio con la 46.a edizione, quando si tratta dei suoi più fedeli testimonial, fa sempre le cose in grande: venerdì sera infatti il libro è stato presentato al pubblico presso la Fondazione Caritro di Trento in occasione del Trento Film Festival.
A fare gli onori di casa è stato Franco de Battaglia, del Consiglio direttivo del Festival, il quale, dopo aver omaggiato la lunga storia di Marcialonga, ha lasciato la parola alla moderatrice della serata, Fausta Slanzi. In rappresentanza dei dieci coriacei Senatori ieri sera sono intervenuti Aulo Avanzinelli, classe 1940, e Marco Aurelio Nones, classe 1948, orgogliosamente presentati dal presidente di Marcialonga Angelo Corradini. In mezzo a loro, ad esaltarne le gesta, il giornalista della Gazzetta dello Sport Claudio Gregori, nonché l’autrice del libro, Susanna Sieff. Tra il pubblico, oltre a parecchi marcialonghisti, anche uno dei fondatori di Marcialonga, Mario Cristofolini, che in un breve intervento ha voluto ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile questa kermesse nel corso degli anni, dal comitato ai valligiani volontari. Da sottolineare, come ricordato da Corradini, che nel 2018 Marcialonga è stata insignita del titolo di ‘gara dell’anno’ da un comitato di esperti nell’ambito di Visma Ski Classics, il circuito che racchiude le migliori ski-marathon a livello internazionale: insomma, un’occasione doppia per festeggiare.
Scopo principale della serata, come anticipato, la presentazione del libro che narra la lunga epopea della Marcialonga attraverso i suoi più assidui protagonisti. E di storie da raccontare, i dieci Senatori, ne avrebbero davvero tante. Come ha voluto infatti sottolineare Gregori, da sempre vicino alla kermesse sciistica, «la Marcialonga è una grande avventura umana, individuale e anche collettiva». Difficile riassumere in un unico volume questa sconfinata narrazione: se però c’è qualcuno che può ambire a condensare la lunga ed eroica storia della Marcialonga quelli sono proprio i Senatori, vero e proprio patrimonio umano che Susanna Sieff ha voluto esaltare con i suoi testi, accompagnati dalle fotografie d’archivio e di Alice Russolo. «Il progetto Marcialonga Legends nasce dalla voglia di raccontare delle storie» ha sottolineato Susanna Sieff, aggiungendo «chi scala l’Everest è un eroe, certo, ma loro, i Senatori, hanno la costanza, ci hanno messo l’anima e l’hanno fatto per una vita intera, riuscendo sempre ad essere alla partenza e all’arrivo della Marcialonga».
Stiamo infatti parlando di atleti che, edizione dopo edizione, sui propri sci stretti hanno percorso in totale più di 3.000 chilometri sotto i campanili delle Valli di Fiemme e Fassa e tra la gente giubilante. E gli applausi diventano ogni anno sempre più fragorosi, favoriti dal fatto che loro, i Senatori, sono evidenziati da uno speciale pettorale giallo che permette al pubblico di riconoscere di volta in volta la loro eccezionale tempra. Non a caso, ancora oggi, dopo 45 gare alcuni di loro testimoniano di sentire ancora, la notte prima della partenza, un sommovimento pari o persino maggiore di quello provato la prima volta, nell’ormai lontano 7 febbraio del 1971. Oltre a Nones e ad Avanzinelli, fanno parte dei dieci ‘mitici’ anche  Costantino Costantin, Ivo Andrich, Luigi Delvai, Armando Zambaldo, Giovanni Mariani, Odillo Piotti, Luciano Bertocchi e Fabio Lunelli.
«Non mi sento un campione» spiega Marco Aurelio Nones, Senatore di Castello di Fiemme «mi sento invece un uomo fortunato, che ha potuto fare la Marcialonga. Parteciperò fino a quando ne sarò in grado, e poi la guarderò, e sarò contento di farlo, perché dall’esterno non l’ho mai vista». Per il lucchese Aulo Avanzinelli invece «la Marcialonga è un pretesto per uscire da Lucca e venire sulle Dolomiti». Del resto, per il toscano, le Valli di Fiemme e Fassa sono diventate ormai una seconda casa: il presidente Corradini ha per esempio condiviso con il pubblico quella volta in cui, in occasione di una cena dei Senatori anni addietro, l’atleta lucchese pensò bene di partire da casa e arrivare fino a Predazzo in bicicletta, e di tornarsene a Lucca, il giorno dopo, con il medesimo mezzo.
Senatore della Marcialonga, del resto, non lo si diventa per caso.

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