Domenica 22 aprile a Milano è in programma l’Assemblea Federale Ordinaria Elettiva per la presidenza della FISI e il nuovo consiglio federale. Quattro i candidati per la presidenza: il presidente uscente Flavio Roda, che per ottenere il terzo mandato dovrà superare il 55% dei voti, Maurizio Paniz, Claudio Ravetto e Franco Vismara. Fondoitalia ha deciso di intervistare i quattro possibili presidenti della FISI, ponendo loro otto domande standard.
Il quarto appuntamento è con il presidente uscente Flavio Roda. Classe 1948, dopo una carriera nell’atletica leggere nel GS Fiamme Gialle, è diventato maestro di sci e allenato la squadra di sci alpino del FISI CAE ai tempi di un giovane Tomba. Arrivato in nazionale, ha lasciato l’Italia per allenare la Spagna prima di tornare nel nostro paese come allenatore del team privato di Tomba. Dopo anni da tecnico con le varie nazionali e aver ricoperto altri ruoli nell’ambiente, è stato eletto presidente della FISI nel 2012 e riconfermato nel 2014. Ora cerca di ottenere il suo terzo mandato.
Buongiorno presidente Roda. Cosa l’ha spinta a ricandidarsi?
«Nei miei sei anni di presidenza ho avuto la possibilità di condividere esperienze straordinarie con tutti i nostri ragazzi che sono stati in grado di compiere imprese memorabili ma soprattutto regalare emozioni importanti, non solo dal punto di vista sportivo. Il mondo degli sport invernali è un mondo che ti permette di vivere a contatto con la natura, la nostra federazione è fra le più importanti sia per la storia sportiva, sia per l’importanza strategica che riveste nel mondo economico».
Su cosa si incentra il suo programma e quali sono i suoi punti di forza?
«Il mio programma si concentra essenzialmente sulla continuità. Quattro anni fa la federazione aveva un deficit patrimoniale da colmare, in collaborazione con il CONI è stato predisposto un piano di rientro pluriennale che è stato completato proprio nell’ultimo esercizio di bilancio, con quattro anni di anticipo sui tempi stabiliti. Ciò significa che la FISI dispone nuovamente di un patrimonio netto positivo».
Cosa pensa della FISI attuale?
«E’ una federazione che si è rimessa in moto, l’attuale situazione ci consente di investire maggiormente sull’attività agonistica. Lo dimostrano le sei medaglie olimpiche alle recenti Olimpiadi coreane di cui due d’oro, tredici vittorie nelle classifiche finali di Coppa del mondo, oltre 160 podi in gare singole di coppa quando devono ancora gareggiare sci d’erba e skiroll. Il tutto senza contare il ritrovato ruolo di primissimo piano a livello internazionale, con l’aumento delle gare di Coppa del mondo assegnate alla Federazione e successivamente date in gestione ai Comitati Organizzatori, e le rassegne iridate che l’Italia ospiterà nei prossimi anni: dai Mondiali juniores di sci alpino di Fassa 2019, ai Mondiali seniores di biathlon di Anterselva 2020, fino ai Mondiali seniores di sci alpino di Cortina 2021. A questo dobbiamo aggiungere i progetti legati alla pratica sportiva, come "Quando la Neve fa Scuola" realizzato con il patrocinio del Ministero dello Sport, la collaborazione del Ministero dell’Istruzione e il fondamentale contributo dei Gruppo Sportivi Militari, oppure tutte le competizioni giovanili che attirano sempre più bambini sulla neve».
Secondo lei i risultati sportivi dell’ultimo quadriennio bastano a rendere il bilancio più che positivo?
«La concorrenza è fortissima e naturalmente dobbiamo fare i conti con nazioni che sono particolarmente forti, ciò che mi rende orgoglioso è che l’Italia si è costruita una propria reputazione internazionale, la nostra federazione ha l’obbligo di mettere sempre i propri atleti nelle condizioni di esprimersi al meglio e di fungere da sostegno allo sport».
Come intendete promuovere i settori giovanili?
«Lavorando a stretto contatto con i Comitati Regionali e gli sci club, confrontandoci con continuità per procedere sulla stessa via. Inoltre abbiamo dato vita grazie al contribuito di un partner importante come Sanofi ad un Progetto Giovani riguardante soprattutto sci alpino, fondo e biathlon, con l’obiettivo di far crescere i talenti delle nazionali su basi tecniche altamente professionali e con tutto il supporto necessario allo sviluppo agonistico e professionale».
Se dovesse ottenere il suo terzo mandato, quale sarebbe la sua prima azione da presidente rieletto?
«Mettere immediatamente in moto il processo organizzativo delle direzione agonistiche al fine di formare le basi delle squadre che affronteranno il prossimo quadriennio olimpico, con un’attenzione particolare al mondo giovanile. Non c’è tempo da perdere, perchè l’attività dovrà essere ripresa sin dalle prossime settimane».
Come far crescere ancora la FISI dal punto di vista economico?
«L’immagine positiva che la Federazione ha dato di sè in questi anni ha rilanciato il mondo degli sport invernali e attirato l’attenzione di aziende importanti che hanno ulteriormente creduto in noi come Kappa, Audi e Falconeri e di altre che intendono investire nel prossimo futuro. Nell’ultimo esercizio di bilancio le sponsorizzazioni hanno superato i 10 milioni, siamo l’unica fra le federazioni sportive ad avere una quota così consistente basata sugli investimenti privati, grazie all’immagine vincente dei nostri atleti e anche all’attività agonistica e promozionale svolta dai Comitati Regionali e dagli sci club. Intendiamo cavalcare l’onda positiva di questa annata che ci ha regalato tante soddisfazioni e lavorare affinchè ogni settore possa ulteriormente crescere».
Qual è secondo lei lo stato di salute delle discipline nordiche e quali sono le sue proposte per far crescere questo settore?
«Sicuramente arriviamo da un quadriennio difficile, che ha regalato nello sci di fondo le imprese di uno straordinario Federico Pellegrino e alcuni segnali di ripresa come ha dimostrato la staffetta olimpica, mentre in salto e combinata nordica abbiamo vissuto di alti e bassi. C’è l’obbligo di recuperare ai massimi livelli il talento di Alessandro Pittin, anche se dobbiamo fare i conti con un reclutamento che è nettamente inferiore rispetto ad altre nazioni. Per il futuro dovremo investire ulteriormente sui giovani per creare uno zoccolo duro anche in specialità apparentemente minori, che poi tanto minori non sono perchè regalano anch’esse medaglie olimpiche e ricreare soprattutto la squadra femminile di sci di fondo».
PER LEGGERE LE INTERVISTE AGLI ALTRI CANDIDATI
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