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Elezioni FISI 2018, i candidati – Maurizio Paniz: “È importante stare vicino agli sci club”

Domenica 22 aprile a Milano è in programma l’Assemblea Federale Ordinaria Elettiva per la presidenza della FISI e il nuovo consiglio federale. Quattro i candidati per la presidenza: il presidente uscente Flavio Roda, che per ottenere il terzo mandato dovrà superare il 55% dei voti, Maurizio Paniz, Claudio Ravetto e Franco Vismara. Fondoitalia ha deciso di intervistare i quattro possibili presidenti della FISI, ponendo loro otto domande standard.

Il primo appuntamento è con Maurizio Paniz. Avvocato e politico, nato a Belluno nel 1948, è stato eletto tre volte alla Camera dei Deputati svolgendo anche diverse incarichi all’interno delle commissioni parlamentari. Appassionato di sport invernali, la sua candidatura è sponsorizzata dall’ex segretario della FISI Enrico Negretti.

Così Paniz ha risposto alle otto domande di Fondoitalia.

Buongiorno Paniz. Cosa l’ha spinta a candidarsi?
«Innanzitutto ci tengo a sottolineare che la mia non è una candidatura contro qualcuno ma per la FISI: l’obiettivo è farla migliorare e crescere. Non mi sentirete pronunciare nessuna parola contro chi mi ha preceduto ma soltanto dare delle indicazioni propositive perché ritengo che si possa e si debba migliorare. Con questo spirito ho deciso di candidarmi».

Su cosa si incentra il suo programma e quali ritiene siano i suoi punti di forza?
«Innanzitutto l’avvicinamento agli sci club, soprattutto quelli più periferici che vanno aiutati e incentivati affinché non perdano fiducia soprattutto nei momenti di difficoltà. Bisogna poi lavorare perché i nostri talenti possano sentire sempre l’approvazione e la vicinanza, soprattutto economica, della federazione per diventare dei campioni. Per arrivare a questo bisognerà implementare alcuni settori: innanzitutto la comunicazione perché la FISI diventi una realtà consolidata a livello nazionale più di quanto sia oggi; poi il marketing, che a mio parere è stato troppo trascurato; infine il rapporto con la scuola perché abbia rispetto e considerazione nei confronti dei giovani atleti che rendendo bene sia nello sport sia sui banchi di scuola possono rappresentare un patrimonio importante come esempio per gli altri».

Cosa pensa della FISI attuale?
«Come ho detto in precedenza credo si possa sempre migliorare. Sicuramente vanno implementati alcuni settori perché in questi anni abbiamo avuto delle punte importanti nelle discipline alpine ma abbiamo avuto delle difficoltà in quelle nordiche e in sport storici per l’Italia come bob, skeleton e slittino, tutte realtà su cui si più lavorare di più e ottenere risultati diversi».

Secondo lei i risultati sportivi dell’ultimo quadriennio bastano a rendere il bilancio più che positivo?
«Ve l’ho già detto: da parte mia non sentirete alcuna critica nei confronti di chi ha operato in questi anni ma soltanto espressioni di gratitudine. Ovviamente, però, credo si possa fare sempre meglio e per questo mi sono candidato».

Come intendete promuovere i settori giovanili?
«Dovremo fare in modo che la periferia si senta forte, appoggiata e approvata. Se riusciremo a farla sentire tale, non perderemo i giovani talenti che nascono, bensì riusciremo a instradarli facendoli anche diventare dei punti di riferimento per gli altri. Deve essere poi premiato il rapporto tra lo sport e la scuola, affinché chi è bravo in entrambi i campi venga incentivato a proseguire. Ragazzi del genere rappresentano infatti degli esempi che la società di oggi non può perdere».

Se dovesse vincere le elezioni quale sarebbe il suo primo intervento da presidente?
«Unire tutti i consiglieri che saranno eletti e le forze del mondo degli sport invernali per stabilire assieme a loro gli step da raggiungere uno dopo l’alto e far si che tutti siano motivati a ottenere gli obiettivi importanti che ci porremo».  

Come far crescere ancora la FISI dal punto di vista economico?
«Se stimoliamo la comunicazione e il marketing diventiamo più attrattivi per le industrie, che potrebbero così versare del denaro fresco da riutilizzare a vantaggio del movimento di base».

Qual è secondo lei lo stato di salute delle discipline nordiche e quali sono le sue proposte per far crescere questo settore?
«Bisogna aumentare a tutti i costi la base, perché facendolo sarebbe più facile trovare dei nuovi talenti. Abbiamo la fortuna di avere alcuni esempi straordinari come Pellegrino, Wierer o Vittozzi, atleti che fanno molto per queste discipline attraverso i risultati e hanno delle eccellenti carriere avanti a sé. Devono però essere aiutati a rendere al meglio, avere tutto a disposizione per far sì che possano sentirsi ancora più stimolati e diventare un esempio per la crescita di altri gandi talenti. Purtroppo poi abbiamo alcune discipline in difficoltà come salto e combinata, anche se su quest’ultima abbiamo il dovere di riuscire a recuperare un campione come Pittin, mentre nel salto dovremo mettere tutti in condizione di rendere al meglio»

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