È stata una serata speciale per Dominik Windisch, che ieri sera a pochi minuti dal derby tra Milan e Inter è stato premiato a centrocampo insieme ad Arianna Fontana. Un momento emozionante per il biatleta altoatesino e importante anche per il movimento del biathlon, la conferma di uno sport in crescita che ieri ha in qualche modo ricevuto un riconoscimento da parte anche di quel calcio che occupa le cronache sportive italiane per oltre il novanta per cento.
È stato lo stesso biatleta dell’Esercito a raccontare come è nata questa iniziativa: «Mi piace il calcio – ha rivelato Windisch a Fondoitalia – anche se sono molto più appassionato delle nazionali che dei club. Insomma mi piacciono tanto Mondiali ed Europei rispetto al campionato. Volevo però seguire il derby e ho cercato di procurarmi il biglietto entrando in contatto con il Milan, che ha deciso non soltanto di invitarmi a San Siro ma anche di presentarmi in mezzo al campo regalandomi questa bellissima maglietta. Diciamo che da oggi sono un po’ simpatizzante del Milan (ride, ndr)».
Windisch si è ritrovato in mezzo al campo a pochi minuti dalla stracittadina con attorno a sé 77512 spettatori paganti pronti a infiammare San Siro: «In inverno gareggio sempre a Gelsenkirchen, stadio dello Schalke 04, una cornice emozionante ma molto diversa rispetto a questa perché in questo caso c’è molto più calore, un’atmosfera unica. È stato qualcosa di speciale per me trovarmi attorno tutta questa gente».
L’olimpionico azzurro è consapevole di quanto questo evento sia stato molto importante anche per la visibilità del biathlon in Italia, un argomento sul quale Windisch insiste spesso: «È stato importante anche per il biathlon, che ha avuto ieri un momento importante di visibilità, in quanto immagino che qualcuno avrà cercato di capire che sport faccio e magari si appassionerà vedendo una gara. È un altro piccolo step per il biathlon nel lungo cammino verso la visibilità che merita. Lo è stato però anche per me dal punto di vista personale, perché non capita tutti i giorni di trovarsi quasi ottantamila persone che ti guardano e ti applaudono. È stato un onore essere lì con i big del calcio».
Windisch ha poi raccontato il dietro le quinte della serata: «Ho avuto modo di incrociare alcuni calciatori ma non sono riuscito a parlarci, anche perché da atleta so bene cosa si prova a pochi attimi dall’inizio di un evento tanto importante, quando io per primo non guardo in faccia a nessuno (ride, ndr). È stato proprio un onore essere lì. Come vedrei Gattuso a incoraggiarmi da bordopista? Intanto se lui venisse da me prima della gara, in quel caso mi fermerei a parlarci (ride, ndr). Sicuramente se fosse lì a incoraggiarmi con la grinta che ha mi darebbe una carica motivazionale ancora maggiore».
All’atleta altoatesino è stato consegnato il numero tre per celebrare le sue medaglie olimpiche: «È il mio numero, perché ho vinto tre medaglie arrivando sempre terzo. Insomma il tre è il numero perfetto (ride, ndr). Inoltre la maglia con il tre ha un valore storico nel Milan, visto che per anni è stata indossata da Paolo Maldini, giocatore che da bambino seguivo con passione nelle partite della nazionale italiana. Ieri sera speravo anche di vederlo per farmela autografare proprio da lui, purtroppo non ci sono riuscito ma spero ci sarà una nuova occasione».
Dominik Windisch a San Siro: “È stato un onore e un momento di visibilità per il biathlon”
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