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A Milano il media day della FISI: festeggiati i medagliati di PyeongChang

Un incontro con la stampa per tracciare il bilancio al termine della stagione 2017/18 e festeggiare le tante vittorie ottenute dagli atleti della FISI. Il media day organizzato dalla Federazione Italiana Sport Invernali, che si è svolto presso il Copernico Isola For S32 di Milano, ha dato modo al presidente Roda di fare il punto della situazione al termine del quadriennio olimpico e agli atleti di descrivere le proprie sensazioni dopo una stagione lunga, faticosa ma piena di soddisfazioni.
Erano presenti i medagliati olimpici Sofia Goggia, Michela Moioli, Federico Pellegrino, Dominik Windisch, Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Lukas Hofer e Federica Brignone ma anche i vincitori delle coppe del mondo Peter Fill (combinata alpina maschile) e Roland Fischnaller (slalom parallelo maschile snowboard).
I primi a parlare davanti alla folta platea composta da giornalisti e addetti ai lavori sono stati i quattro biatleti azzurri, capaci di riportare ancora una volta l’Italia sul podio olimpico della staffetta mista, oltre che vincere la Coppa del Mondo delle staffette miste. Ha iniziato Windisch, che oltre a quello della staffetta mista ha vinto anche il bronzo individuale nella sprint: «Sto realizzando solo ora quanto è successo. Sono felice soprattutto per il risultato di squadra perché stiamo riuscendo a dare visibilità al nostro sport in Italia. Il nostro obiettivo è quello di generare maggior interesse, avvicinare tanti giovani al nostro sport perché non dimentichiamoci che l’Italia è la nazione con il più alto numero di poligoni omologati». È stato poi il turno di Lisa Vittozzi: «Il biathlon sta crescendo anche grazie ai risultati che stiamo ottenendo. Abbiamo creduto sin dall’inizio in questo podio e l’abbiamo conquistato. Personalmente mi aspettavo di ottenere qualcosa in più alle Olimpiadi a livello individuale, ero sempre lì ma non sono riuscita a prendere la medaglia. Sono però molto contenta per il mio finale di stagione in Coppa del Mondo». Dorothea Wierer ha parlato della propria annata: «Contenta del mio quinto posto in Coppa del Mondo, soprattutto perché nel corso della stagione mi sono ammalata tante volte. Non è facile restare in camera mentre i tuoi compagni si allenano, ne risenti anche moralmente perché sai di dover sempre rincorrere. Spero di essere più fortunata il prossimo anno». Infine Lukas Hofer, giunto quinto in Coppa del Mondo: «Non dimenticherò facilmente questa stagione, abbiamo vinto anche la coppa di specialità con la squadra, mostrando il valore del nostro movimento, una cosa fondamentale per il futuro. La medaglia di PyeongChang è la conferma della bontà del lavoro fatto».
Dopo di loro è salita sul palco Michela Moioli, oro olimpico e vincitrice della Coppa del Mondo nello snowboard femminile: «È stata la stagione perfetta, bella e intensa. Il mio primo obiettivo era l’oro olimpico e l’ho ottenuto mentre la Coppa del Mondo avevo deciso di non snobbarla utilizzandola per arrivare più pronto a PyeongChang. Sapevo di essermi preparata bene ed è stato importante perché nel nostro sport è fondamentale la componente mentale e io sono arrivata alle Olimpiadi con un’agitazione positiva. Se vi riguardate la finale ero l’unica a sorridere al cancelletto, un sorriso quasi di sfida».
È stato quindi il turno di un simpaticissimo Roland Fischnaller: «Sono contento per quanto ho fatto alle Olimpiadi, mi sono mancati pochi centesimi per la medaglia. Sarà un insegnamento utile per le prossime, perché la mia passione è tanta e nonostante l’età non voglio certo fermarmi. Mi piace fare questo lavoro, mi diverto e le mie figlie sono orgogliose di me, quindi continuo. E poi mi tengo in forma, anche mia moglie è contenta di avere un marito che sta così bene fisicamente (ride, ndr)».
È quindi arrivato il momento dell’argento olimpico Federico Pellegrino, alfiere del fondo italiano: «Ho giocato al meglio le mie carte preparandomi molto bene. Nella sprint conta molto anche il lato psicologico bisogna far capire agli avversari che stai bene. Nonostante la sprint in classico non sia il mio format preferito, ce l’ho messa tutta e ho anche immaginato a un certo punto di poter battere Klaebo. È stato più forte, anche se a Lahti nella prima gara post olimpica l’ho sconfitto. Lo scorso anno ho vinto io ai Mondiali, ora lui alle Olimpiadi, vedremo chi la spunterà ai Mondiali di Seefeld del prossimo anno dove la sprint sarà in skating. Il fondo italiano? Mi dispiace essere qui da solo ma farò di tutto per aiutare i miei compagni di squadra a ottenere ottimi risultati per gioire insieme».
Infine hanno parlato i tre big dello sci alpino italiano. A cominciare da Peter Fill: «Sono contento per questa coppa perché ho iniziato come atleta completo, poi mi sono concentrato sulle discipline veloci ma ora ho raccolto il premio del lavoro fatto in passato. Qualcuno dice che la squadra maschile ai Giochi ha deluso ma posso dire che siamo una formazione forte. In questi eventi, però, serve anche fortuna e a noi è mancata». La parola è poi andata al bronzo Federica Brignone: «Sono stata la prima italiana a vincere una medaglia in gigante dopo la Compagnoni e questo può essere soltanto un onore per me, perché lei era una grande campionessa. Nella gara di PyeongChang il livello era altissimo ed è stata anche molto stressante per tutte, tanto che diverse big hanno sofferto. Se sono atleta di coppa? Ci proverò. Tre aggettivi per la mia stagione? Emozionante, difficile e soddisfacente».
Dulcis in fundo Sofia Goggia: «Parto da tre parole: costruzione, centratura e crescita. Costruzione perché in questa stagione mi sono letteralmente costruita ogni singola cosa dando grande importanza ai dettagli. Centratura perché innanzitutto ho centrato tutti gli obiettivi che mi ero prefissata. Questo termine, però, non è legato solo ai risultati ma anche alla tenuta personale necessaria per ottenerli. Crescita in quanto sia dal punto di vista personale sia come atleta sono cresciuta in maniera esponenziale. Aggiungo anche una quarta parola: equilibrio. Sono solita distinguere Sofia dalla Goggia, due persone che non possono stare l’una senza l’altra. La prima è la persona che esiste all’infuori del mondo dello sci. La seconda, invece, è l’atleta. Se Sofia sta bene dal punto di vista personale, allora la Goggia ottiene i risultati. Ho lavorato tanto su me stessa e per questo motivo sono riuscita a vincere».
A chiudere il presidente Flavio Roda, soddisfatto per i risultati ottenuti: «Abbiamo dei grandi atleti che sono prima di tutto dei grandi uomini. Per la FISI è importante che gli atleti ottengano dei grandi risultati perché per noi la parte sportiva è quella più preziosa. Dall’altra parte, però, è altrettanto importante quella economica perché servono risorse per consentire agli atleti di poter prepararsi al meglio. Il nostro obiettivo era risollevare le casse e ci siamo riusciti mettendo la federazione in sicurezza. La cosa più bella è aver vinto queste medaglie con tante discipline diverse, segno che diamo la stessa importanza a tutti gli sport, dandogli la possibilità di ben figurare. Sento tante critiche, in molti dicono che abbiamo pochi giovani ma questo non è vero, ci sono. Certo, ci sono alcune realtà di nicchia nelle quali è oggettivamente più difficile il reclutamento ma la FISI non lascia nessuno indietro. Noi dobbiamo crederci sempre, così anche gli atleti e l’opinione pubblica. È giusto che ci siano delle critiche, siamo un paese democratico e sarebbe un guaio se non ci fossero, ma queste devono essere costruttive, e non frutto soltanto di pessimismo perché quest’ultimo serve solo a distruggere»

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