È stato l’autentico dominatore dello sci di fondo italiano a livello giovanile Under 20 nella stagione, vincendo cinque titoli individuali invernali, uno in staffetta e anche un titolo estivo. Luca Del Fabbro ha vissuto un’altra stagione da protagonista confermandosi un giovane dal sicuro avvenire avendo vinto pure le sue prime gare in OPA Cup Junior, chiusa al terzo posto alle spalle dei francesi Lapalus e Mancini, un anno più grandi di lui.
Classe 1999 in molti si augurano di vederlo a breve anche esordire in Coppa del Mondo, soprattutto dopo l’ennesima grande prestazione nella 30km dei Campionati Italiani, dove ha nettamente vinto come da pronostico il titolo Under 20 e chiuso in 12ª posizione assoluta, davanti ad atleti che hanno già gareggiato in Coppa del Mondo e appena alle spalle di Maicol Rastelli. Lui ha ben chiaro il segreto per continuare così: restare umile e lavorare con impegno e serenità. Ne abbiamo parlato in questa intervista che ci ha rilasciato.
Ciao Luca. Domenica sei stato grande protagonista nella 30km del Campionato Italiano di Dobbiaco, vincendo il titolo Under 20 e chiudendo in 12ª posizione assoluta. Ti aspettavi di arrivare così avanti?
«Sono contento della mia gara, anche perché noi giovani siamo partiti dalle ultime file quindi non era nemmeno facile risalire il gruppo. A dir la verità, non mi aspettavo di andare così bene e arrivare al traguardo insieme a Maicol Rastelli e davanti ad altri atleti che gareggiano abitualmente o hanno già esordito in Coppa del Mondo. Per questo motivo ero molto stimolato a restare in quel gruppo ed esserci riuscito mi fa molto contento, mi dà ulteriore fiducia nei miei mezzi in vista della prossima stagione. Sono ancora più motivato, ora che so di poter essere lì con questi atleti».
Per te è stata una stagione splendida in ambito nazionale con cinque titoli italiani individuali in inverno, uno in estate e anche un titolo in staffetta.
«È bello vincere tanti titoli italiani perché è un appuntamento che ogni atleta affronta per salire sul primo gradino del podio. Sinceramente non mi aspettavo di portare a casa tante vittorie, soprattutto nelle sprint, vincerle entrambe ha sorpreso anche me. Sapevo di poter conquistare successi nelle distance, l’ho fatto anche in passato e speravo di ripetermi, certo non mi aspettavo di farlo in questo modo».
È arrivata una vittoria speciale per la vostra staffetta maschile, visto che lo scorso anno eravate stati squalificati dopo aver vinto il titolo.
«Questo ha reso il tutto ancora più bello perché lo scorso anno ci eravamo rimasti molto male, fu un pugno nello stomaco. Inoltre erano tanti anni che il Friuli non vinceva un titolo in staffetta a questo livello e questo risultato è una vittoria per tutto il movimento della nostra regione. Faccio i complimenti ai miei compagni Martin (Coradazzi, ndr), Davide (Graz, ndr), Luca (Sclisizzo, ndr) perché eravamo i favoriti della viglia dopo i risultati fatti in stagione e non è mai facile rispettare i pronostici. Una menzione particolare la merita Luca perché è il più giovane tra noi ed è stato bravissimo nel gestire la gara. È un ragazzo promettente e mi auguro possa venir su bene anche lui».
Qual è il vostro segreto?
«Non saprei dirti. Per quanto mi riguarda è stato la possibilità di allenarmi insieme a un gruppo con cui mi trovo bene e la fortuna di aver avuto un percorso stupendo in compagnia di Mirco Romanin che mi ha insegnato tanto. Allenarmi poi insieme a Davide (Graz, ndr) è uno stimolo in più perché lui va molto forte, ha tanta fame come me e per questo motivo ci tiriamo l’un l’altro».
Hai chiuso l’OPA Cup con un favoloso weekend a Baqueira Beret: soddisfatto per la tua stagione continentale?
«In OPA Cup è stato un anno un po’ particolare perché non sono partito benissimo e i primi risultati mi avevano anche un po’ demotivato. Poi nella seconda parte della stagione sono cambiate le cose e a partire dalla trasferta tedesca di Zwiesel ho ingranato la marcia giusta crescendo fisicamente e mentalmente. Ho finito con il botto ottenendo le mie prime due vittorie internazionali, l’obiettivo che mi ero prefissato all’inizio della stagione. Meglio tardi che mai (ride, ndr)».
Il tuo giudizio sull’esperienza mondiale di Goms?
«Purtroppo non è stata positiva perché il Mondiale Giovanile è arrivato proprio in una settimana nella quale mi sentivo fuori forma. Mi dispiace veramente tanto perché non sono riuscito ad arrivare al meglio a un appuntamento sul quale puntavo tanto, visto che a partire dall’estate ho affrontato ogni allenamento pensando a quelle gare. Per me è stata una delusione anche se non mi abbatto perché sono consapevole che una settimana storta possa sempre capitare e a volte aiutano a crescere più queste delusioni che le vittorie. Sono consapevole di aver dato il massimo anche se non è servito. Per me è l’unica pecca della stagione».
Dove pensi di dover migliorare ancora?
«Sicuramente devo crescere dappertutto sia mentalmente sia tecnicamente perché sono ancora giovane. Mi auguro di migliorare soprattutto nelle sprint dove già quest’anno ho fatto molto meglio e voglio crescere ancora. Sulle distance, invece, voglio imparare a gestire ancora meglio la gara rispetto a quanto non faccia già adesso».
In molti ti vorrebbero vedere presto esordire in Coppa del Mondo; pensi che questo momento si stia avvicinando?
«Probabilmente è più vicino di quanto io stesso non immagini. Però non voglio montarmi la testa e mi concentro soltanto a lavorare ancora come ho fatto in questi anni, consapevole che se dovessi continuare così, prima o poi la chiamata arriverà. Ce la metterò tutta, ci spero».
Dopo una stagione tanto positiva chi vuoi ringraziare?
«In primis la mia famiglia che mi supporta. Poi, come sempre, Mirco Romanin per quello che da anni fa per me e tanti altri giovani, i miei allenatori della nazionale Semenzato e Rivero, i fisioterapisti, gli skiman e le Fiamme Gialle che mi mettono a disposizione sempre buoni sci supportano».
Luca Del Fabbro: “Non mi monto la testa e mi concentro solo sul lavoro da fare”
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