Lo scorso weekend ha rappresentato la fine della carriera di diversi atleti di primo piano. Vuoi per scelta, vuoi perché le loro federazioni nazionali hanno deciso di boicottare l’appuntamento conclusivo di Tjumen. Andiamo a vedere chi ha deciso di appendere sci e carabina al chiodo.
MARIE DORIN HABERT
L’ormai trentaduenne francese aveva da tempo annunciato la decisione di dedicarsi ad altro nella vita.
Ha chiuso la sua carriera di alto profilo con 7 vittorie e 28 podi. Peraltro i piazzamenti nella top-three sono stati spesso di alta qualità. Lo testimoniano i 4 ori iridati conquistati tra il 2015 e il 2016, peraltro in altrettanti format di gara differenti, a cui si aggiunge anche il bronzo olimpico nella sprint di Vancouver 2010.
In totale a livello individuale è stata capace di mettersi al collo 4 ori, 1 argento e 1 bronzo ai Mondiali e 1 bronzo alle Olimpiadi. Per lei tante soddisfazioni anche con le staffette, soprattutto in quella mista, dove spiccano l’oro olimpico di PyeongChang 2018 e quello mondiale di Oslo 2016.
Tenendo in considerazione anche le prove a squadre, Dorin Habert vanta la bellezza di 21 medaglie (1 oro, 1 argento, 1 bronzo a Cinque cerchi; 5 ori, 8 argenti e 4 bronzi iridati).
Nell’inverno 2015-’16 ha anche lottato per la conquista della Coppa del Mondo, arrendendosi a Gabriela Koukalova solamente nella tappa conclusiva.
LOWELL BAILEY
Lo statunitense a luglio compirà 37 anni. Il suo nome rimarrà per sempre legato alla 20 km dei Mondiali di Hochfilzen 2017, dove riuscì a mettersi al collo la medaglia d’oro per un’incollatura diventando il primo (e tutt’oggi unico) americano a conquistare un successo di primo livello, nonché uno dei pochi eletti atleti stars&stripes a poter vantare un titolo iridato nelle discipline nordiche.
Oltre a lui il ristretto elenco comprende anche Johnny Spillane, Todd Lodwick e Bill Demong nella combinata nordica, Sarah Hendrickson nel salto con gli sci femminile, nonché Kikkan Randall e Jessica Diggins nello sci di fondo (seppur in una prova a squadre).
Bailey è inoltre salito altre due volte sul podio in Coppa del Mondo.
TIM BURKE
Smette anche l’altro grande veterano statunitense, che tante volte ha sfiorato il successo senza però mai riuscire a conquistarlo. Il trentacinquenne ha avuto una lunga carriera spesso condizionata da malanni, tuttavia è riuscito a raccogliere 6 podi, compresa la medaglia d’argento iridata nella 20 km dei Mondiali di Nove Mesto 2013.
Nella prima metà della stagione 2009-’10, grazie a un rendimento molto solido e alle tante assenze strategiche di Svendsen, riuscì addirittura a indossare il pettorale giallo di leader della classifica generale.
JEAN GUILLAUME BEATRIX
Tante volte abbiamo detto come la classe 1988 sia una delle più forti di sempre, se non la migliore mai vista in campo maschile. Eppure a livello juniores questi atleti hanno raccolto pochissimo, ovvero un unico titolo mondiale. Curiosamente quel successo è arrivato proprio per mano di Beatrix, che poi a livello senior non si è dimostrato all’altezza di tanti coetanei.
Il picco della carriera del trentenne francese rimane la medaglia di bronzo olimpica conquistata nell’inseguimento di Sochi 2014. Vanta anche un successo in Coppa del Mondo, giunto nella mass start di Pokljuka del dicembre 2015. Per lui anche cinque medaglie iridate con le staffette: 4 argenti e 1 bronzo.
JAROSLAV SOUKUP
Il ceco ha vissuto il momento migliore della sua carriera tra i 29 e i 32 anni, togliendosi enormi soddisfazioni. In particolare si ricordano la medaglia di bronzo nella 20 km dei Mondiali 2012 e soprattutto il bronzo olimpico nella sprint di Sochi 2014. Per lui anche due medaglie con le staffette miste. Il bronzo iridato di Nove Mesto 2013 e quello a Cinque cerchi di Sochi 2014.
Non va dimenticato come il boemo sia stato vittima di un grave incidente in mountain bike nell’agosto del 2012, quando rischiò anche di rimanere paralizzato e dal quale invece si è pienamente ripreso.
JULIA RANSOM
Nella giornata di lunedì anche la venticinquenne canadese ha deciso di smettere, dichiarando di volersi dedicare agli studi di medicina. La nordamericana ha disputato la miglior stagione della sua carriera, corredata da due piazzamenti fra le prime dieci.