Milano o Torino? Non solo, diverse località italiane vogliono proporsi per ospitare le Olimpiadi Invernali del 2026. Oltre alle due metropoli sta nascendo anche un’intesa interregionale tutta dolomitica tra Veneto e Trentino Alto Adige, località che sognano di poter diventare olimpiche.
Ecco cosa ha affermato Roberto Bortoluzzi, presidente del Comitato Veneto della FISI: «La Fisi del Veneto aderisce pienamente e con entusiasmo alla proposta presentata dal governatore Veneto, Luca Zaia e dai presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano per candidare le Dolomiti-Unesco quali sede delle Olimpiadi del 2026 ed auspica che questo grande, ambizioso e da tanto tempo inseguito progetto, possa trovare rapidamente le condizioni per essere proposto ufficialmente al Coni, al Governo italiano e, quindi, al Cio per ottenere la necessaria approvazione».
Bortoluzzi ha poi proseguito: «L’area delle Dolomiti-Unesco, candidata ad ospitare l’Olimpiade del 2026, è da tempo interessata dalla presenza del sistema sciistico più importante ed innovativo a livello mondiale (il “Dolomiti Superski”), che ha portato ricchezza e sviluppo ai territori interessati e che, da molti anni, dispone già di piste e impianti che hanno contribuito a rendere un servizio di grande efficacia e prestigio allo sviluppo del mondo degli sport invernali internazionale. Prova ne è che molti dei territori interessati già dispongono di tutte le necessarie attrezzature ed impiantistiche per ospitare al meglio i Giochi: nel recente passato hanno, infatti, accolto i Mondiali di sci nordico (Val di Fiemme, 2013) e, per i prossimi anni, attendono appuntamenti come i vari Campionati del mondo, nelle varie specialità, in località come Moena-Falcade-Passo San Pellegrino (2019, sci alpino jr), Anterselva (2020, biathlon) e Cortina d’Ampezzo (2021, sci alpino). Quindi il grande intervento da attuare sarebbe solo quello di intervenire per ristrutturare completamente la pista di bob e slittino, dove far disputare anche le gare di skeleton, intitolata al mitico “Rosso volante”, Eugenio Monti, e che diventerebbe così l’unico impianto italiano per queste discipline dopo la forzata chiusura di qualche anno fa di tutti gli impianti esistenti; la mancanza di alternative sui vari territori regionali, può così rilanciare, per esempio, quella “scuola ampezzano-cadorina” che tanti campioni al bob ha regalato allo sport italiano nei decenni, così come quella altoatesina nello slittino. Per quanto riguarda, invece, le nuove discipline olimpiche degli sport invernali che vengono svolte “in ambiente naturale”, come lo sci alpinismo, esiste solo l’imbarazzo della scelta delle aree e dei percorsi più interessati da usare. Analogamente esiste ancora una tradizione importante di discipline, come lo slittino ed il bob su pista naturale che, in questa occasione olimpica potrebbero trovare l’occasione utile per essere rilanciate tra gli appassionati di questi sport, trovando così nuova dimensione, entusiasmi e dignità sportivi. Infine un sogno, da collegare alle esigenze “culturali“ volute dal Cio dagli organizzatori, di saper perpetrare la memoria delle Olimpiadi ospitate sul territorio anche con la realizzazione di un museo. È bene, e sarebbe per noi bello vederlo sorgere magari sulla Marmolada (la “Regina delle Dolomiti”), a fianco di quello sulla Grande guerra, a testimoniare come, da un lato, la guerra sia stata fonte di morte e divisione, mentre l’Olimpiade rimane l’espressione più alta e nobile della pace e della fratellanza tra i popoli, dal momento che, effettivamente, le Dolomiti uniscono, ed ciò che questo progetto propone e dimostra. Per questo invito tutte le autorità direttamente interessate allo sviluppo del dell’iniziativa – così come tutti i neo parlamentari eletti, di ciascuna componente politica – a voler velocemente collaborare per predisporre tutti gli atti necessari, confermando che la Fisi del Veneto sarò al loro fianco per fornire tutta la necessaria consulenza ed il sostegno ritenuti importanti al buon esito dell’iniziativa».
Olimpiadi 2026, si fanno avanti le Dolomiti; Bortoluzzi: “Abbiamo già gli impianti”
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