È arrivato un 17° posto per Dominik Windisch nella mass start, ultima gara individuale delle Olimpiadi di PyeongChang. L’azzurro può ritenersi soddisfatto, dal momento che tornerà dai Giochi con una medaglia al collo, il bronzo vinto nella sprint che ha aperto il programma olimpico maschile del biathlon. Windisch, però, ha ancora tante motivazioni e vuole conquistare una nuova medaglia, magari nella staffetta mista di martedì. L’azzurro spera di regalare una soddisfazione anche a Doro Wierer e Lisa Vittozzi, fin qui splendide protagoniste ma senza aver avuto la gioia di una medaglia.
«Ho inziato bene la mass start – ha affermato Windisch all’ufficio stampa della FISI dopo la gara – non ho commesso errori nella prima serie, ero carico e fresco. Poi purtroppo ho sbagliato e sono finito più indietro in classifica, anche se comunque ho provato ad essere aggressivo sugli sci. I primi giorni dopo la medaglia mi sono sentito un po’ stanco, forse soprattutto di testa. Fa parte dello sport, ma ora sono tornato me stesso. Ci crediamo per la staffetta, siamo una bella squadra e alla fine tireremo le somme ma prima dobbiamo lavorare ancora. Il livello delle altre squadre, come ad esempio la Svezia è diventata fortissima, ma più o meno tutte le nazioni presentano due atleti e due atlete molto competitivi. Lotterò soprattutto per le mie compagne: hanno fatto ottime gare e si meritano una medaglia».
Windisch pensa alla staffetta mista: “Lotterò per le mie compagne”

Ti potrebbe interessare
Biathlon – La stagione 2019/20 è stata un dominio della coppia Norvegia-Francia: per entrambe è stato record di podi
Miglior risultato di sempre per entrambe le squadre; la Germania mai così male dalla stagione 2013/14, quando in
Bandiera russa bandita da Tokyo 2020 e Pechino 2022 ma il CAS dimezza il periodo di sospensione
La bandiera e l'inno della Russia saranno banditi dai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 e Pechino 2022 dopo che la
Biathlon – Julia Simon esulta per Vittozzi: “Lisa è una ragazza fantastica che ha vissuto momenti difficili, sono felice che abbia vinto”
Un’amicizia che va oltre la rivalità sportiva, un grande esempio di quella biathlon family che non è uno