Otto anni dopo la medaglia d’argento conquistata da Pietro Piller Cottrer alle Olimpiadi di Vancouver 2010, il fondo italiano, specialità che ha regalato il numero più alto di medaglie all’Italia nei Giochi Olimpici Invernali, è tornato sul podio olimpico. Lo ha fatto grazie a un grandissimo campione come Federico Pellegrino, splendido argento nelle sprint in tecnica classica di PyeongChang, conquistato dopo una volata all’ultimo respiro con Bolshunov e alle spalle di un immenso Klaebo.
Un risultato bellissimo e straordinario quello di Pellegrino, se si pensa che nelle sprint in classico era salito sul podio soltanto due volte in carriera prima di oggi (vittoria a Canmore nel 2016 e terzo posto a Davos nel 2013), oltre alla vittoria nel Mondiale Under 23 sempre nel 2013 a Liberec.
È ovviamente tantissima la soddisfazione del campione valdostano al termine della gara. «È stato bellissimo perché alla fine ho semplicemente eseguito quello che pensavo e sapevo di dover fare – ha affermato Pellegrino ai microfoni della Rai dopo la cerimonia floreale – il merito non è soltanto mio ma del mio allenatore Sepp Chenetti, che mi allena da quattro anni e mi ha seguito ovviamente anche in questi giorni, dei tecnici dei materiali sia gli italiani sia quelli del service che hanno fatto un lavoro egregio. Tutti loro hanno dato il massimo come ho fatto io in gara, dove ho studiato la tattica migliore per raggiungere il mio obiettivo: vincere la medaglia. Forse credendo di più nei miei mezzi avrei potuto risparmiare più energie nei quarti di finale e spenderle poi in finale. Ogni atleta, però, si pone degli obiettivi e io oggi volevo la medaglia. Non mi resta che ringraziare tutte le persone che hanno lavorato per me e coloro che hanno tifato, gioito, pianto o saltato sui divani per me. Sono molto contento, è una bella soddisfazione. Sono arrivato qui con tre carte da giocarmi, la prima è stata vincente ma non voglio fermarmi qui, cerchiamo di divertirci ancora».