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Olimpiadi , Sci di fondo

Capolavoro Krüger, la Norvegia domina lo skiathlon

Dopo neanche un minuto di gara, lo skiathlon olimpico di Simen Hegstad Krüger sembrava finito. Poco più di un’ora dopo, lo stesso Krüger tagliava tutto solo il traguardo, con la medaglia d’oro virtualmente al collo. È del 24enne norvegese il primo titolo in palio sulle nevi coreane, in una gara che ha prodotto un podio monopolizzato dalla corazzata scandinava: l’argento è andato a Martin Johnsrud Sundby, che ha preceduto Hans Christer Holund.
Pochi metri dopo il via, Krüger è stato vittima di una caduta che ha coinvolto altri tre atleti, tra cui Andrey Larkov. Il norvegese, complice la rottura di un bastoncino, si è ritrovato ultimo, proprio mentre in testa, contro pronostico, si accendeva subito la battaglia. Merito di Iivo Niskanen, che ha provato da subito a sfruttare la metà di gara in tecnica classica, a lui più favorevole. Dopo 7 km e mezzo, con il finlandese restavano soltanto Dario Cologna, Alex Harvey e i tre norvegesi non invischiati nella caduta iniziale: Sundby, Holund e il favorito numero uno, Johannes Høsflot Klæbo.
Niskanen ha però rinunciato allora all’azione e ha lasciato spazio ai rientri da dietro. Il primo ad approfittarne è stato Maurice Manificat, imitato poi, entro il quindicesimo chilometro e il cambio di tecnica, da Marcus Hellner, Denis Spitsov, Andrew Musgrave, Daniel Rickardsson, Jean Marc Gaillard e Thomas Bing. Krüger doveva invece aspettare l’inizio del segmento in tecnica libera per recuperare, al pari di Clément Parisse, Martin Jaks, Lucas Bögl e Giandomenico Salvadori, il migliore degli italiani nella prima metà di gara.
I primi 10 km a skating sono filati via senza sussulti. Fino a quando Krüger ha preso l’iniziativa e ha lanciato un attacco che, almeno in un primo tempo, non ha trovato replica. Nel giro di un paio di chilometri, il norvegese ha accumulato un vantaggio di oltre 20 secondi. Dopo un primo, poco incisivo tentativo di inseguimento di Andrew Musgrave, è toccato a Sundby passare al contrattacco. Il detentore della Coppa del Mondo assoluta ha fatto la differenza, con il solo Holund capace di restare nella sua scia. Dopo avere dimezzato in breve tempo lo svantaggio, però, Sundby ha saputo staccare Holund, ma non ricucire fino in fondo il ritardo da Krüger. Sul traguardo, sono rimasti 8 secondi a separare i due compagni di squadra, mentre Holund teneva a distanza Spitsov e Manificat e regalava alla Norvegia la tripletta.
Al sesto posto è giunto Dario Cologna, davanti a Musgrave e Harvey. Nono Jaks, che ha preceduto Johannes Høsflot Klæbo, forse la vera vittima della tattica di gara aggressiva di Niskanen.
Quanto agli italiani, Salvadori ha ceduto dopo pochi chilometri in tecnica libera e ha chiuso in 26esima piazza, senza riuscire dunque a replicare l’exploit di Lahti 2017, quando fu decimo. Meglio di lui ha fatto Francesco De Fabiani, 20esimo, che si è ben difeso a skating dopo una prestazione al di sotto delle attese in classico. 37esimo Dietmar Nöckler, che nel dopo-gara ha lamentato problemi con i materiali in alternato. 48esimo posto per Sergio Rigoni.

SKIATHLON MASCHILE – CLASSIFICA FINALE
1. Simen Hegstad KRÜGER (NOR) 1:16:20.0
2. Martin Johnsrud SUNDBY (NOR) +8.0
3. Hans Christer HOLUND (NOR) +9.9
4. Denis SPITSOV (OAR) +12.7
5. Maurice MANIFICAT (FRA) +14.2
6. Dario COLOGNA (SUI) +25.1
7. Andrew MUSGRAVE (GBR) +25.7
8. Alex HARVEY (CAN) +33.4
9. Martin JAKS (CZE) +33.8
10. Johannes Høsflot KLAEBO (NOR) +43.4

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