Prima piccola pausa per la Coppa del Mondo di sci di fondo, che si ferma per una decina di giorni, per poi riprendere con il piatto forte della stagione, il Tour de Ski, che inizierà da Lenzerheide, in Svizzera, il 30 dicembre con una sprint in tecnica libera.
Una buona occasione, quindi, per tracciare un primo bilancio con Giuseppe Chenetti, allenatore responsabile della nazionale italiana di fondo e conoscere la sua opinione su quanto fatto fino a questo momento dagli atleti azzurri.
L’allenatore italiano ha iniziato parlando degli atleti che segue direttamente, quelli della Squadra A maschile. «Non posso dirmi insoddisfatto – ha esordito Chenetti – anche se ovviamente si può sempre fare meglio. Pellegrino è stato bravo a sfruttare l’unica vera chance che aveva, a Davos, salendo sul secondo gradino del podio, ma ha fatto molto bene anche nella sprint in classico di Ruka, ottenendo un quinto posto che rappresenta il suo miglior risultato su quella pista. Inoltre si è ben comportato anche nella distance. De Fabiani è stato al di sotto delle aspettative a Ruka, ma ha fatto vedere qualcosa di buono a Lillehammer. È stato confortante per lui, e anche per noi, vederlo cambiare tra i primi dopo il segmento di gara in classico. A Dobbiaco ha fatto bene il primo giorno in skating, mentre domenica ha avuto una giornata negativa. Però sta certamente meglio rispetto allo scorso anno e questo ci fa ben sperare. Salvadori, invece, sta andando decisamente meglio rispetto a un anno fa, quando ingranò a partire dal Tour de Ski. Forse è ancora in ritardo Nöckler, ma la sua situazione non mi preoccupa, perché sta facendo dei lavori per recuperare. Rastelli è sugli standard dello scorso anno, come ha dimostrato in Coppa Europa. Poi, certo, la gente si aspetta sempre di vederci tra i primi a lottare per il podio o le prime cinque posizioni, ma i nostri atleti non stanno andando peggio rispetto agli altri anni».
L’allenatore azzurro è invece preoccupato per quanto sta accadendo nella squadra femminile. «Quella delle donne è una situazione negativa. Certo, non per cercare alibi, sia chiaro, ma va detto che, per esempio, Caterina Ganz si è rotta un dito del piede e ha perso una parte molto delicata della preparazione. Sta faticando a riprendersi, ma sapevamo che ci sarebbe voluto tempo. Purtroppo è sottotono Ilaria (Debertolis, ndr), una cosa che è evidente a tutti. Dobbiamo capire cosa le sta accadendo, confrontandoci insieme agli altri tecnici e magari anche effettuando alcuni controlli fisici, per decidere poi dove intervenire e quali scelte fare in futuro per rialzare il livello. È difficile però imputare le sue difficoltà all’allenamento, perché Pietro Piller Cottrer l’aveva già allenata due anni fa, quando fece il salto di qualità. Per il resto del gruppo femminile, poi, dobbiamo confrontarci, parlarci e capire cosa stanno facendo tutte le squadre, per comprendere se siamo in linea».
In estate si è scelto di ridurre a due elementi la Squadra A femminile, Debertolis e Ganz, facendole allenare con le Under 23, mentre le altre "nazionali" erano state mandate ad allenarsi nuovamente nei gruppi sportivi. Una scelta che, almeno per il momento, non sta pagando. Chenetti però invita a non dare giudizi affrettati: «Il bilancio lo tireremo soltanto alla fine della stagione. È possibile che non sia stata la scelta giusta, ma qualcosa dovevamo pur fare per dare una scossa al movimento femminile, che non stava raccogliendo risultati. In qualunque caso non c’è alcun rimpianto o rammarico per la scelta fatta, perché se non dovesse funzionare, allora dovremmo fare ragionamenti più profondi e diversi, legati anche alla mentalità, al metodo e alla società attuale».
L’allenatore azzurro ha poi commentato le prime uscite della Coppa del Mondo, fin qui dominata da Klaebo. «La cosa curiosa è che sabato sul podio c’erano Norvegia, Francia e Inghilterra, mentre il giorno successivo sempre Norvegia con Russia e Kazakistan. Insomma ben cinque nazioni diverse, segno che tutti stanno lavorando bene e la Norvegia continua a vincere le gare, ma per un motivo o per l’altro non domina più, piazzando cinque atleti nei primi dieci o occupando quasi tutto il podio. Dietro al fenomeno Klaebo, gli altri stanno faticando di più. La Russia, nonostante le squalifiche, è molto pericolosa come squadra, avendo oltre a Ustiugov, un gruppo di giovani fortissimi come Chervotkin, Bolshunov, Bessmertnykh e Spitsov. La Francia ha un ottimo Manificat, ma dietro di lui anche altri stanno crescendo, mentre la Svezia, come spesso capita, fa saltare alcune gare ai suoi atleti. Il livello si è alzato, ma allo stesso tempo tante nazioni riescono a inserirsi nelle prime posizioni. Per ora manca l’acuto dell’Italia, Pellegrino a parte, anche se De Fabiani ha ottenuto i suoi risultati migliori sempre nella seconda parte della stagione».