Archiviate le gare scandinave di Kuusamo e Lillehammer con l’ottimo quinto posto di Alessandro Pittin, abbiamo fatto il punto della situazione sull’inizio di stagione della squadra azzurra con l’allenatore responsabile Paolo Bernardi.
Buongiorno Bernardi. Come giudica questo inizio di stagione da parte della sua squadra?
«A Kuusamo abbiamo avuto qualche difficoltà, anche perché non siamo riusciti a prepararci come volevamo. Infatti siamo stati costretti a spostarci anticipatamente in Finlandia, dal momento che a Lillehammer, dove eravamo in raduno, non potevamo saltare. In allenamento gli atleti si sono comportanti bene, ma in gara hanno faticato a ripetersi, chi perché troppo ansioso, chi condizionato dalla paura di sbagliare o la voglia di dimostrare troppo. Non siamo andati benissimo, ma per la nostra nazionale è stato, tutto sommato, il miglior inizio di stagione da alcuni anni a questa parte. Siamo quindi partiti per Lillehammer, dove Buzzi e Pittin non sono proprio riusciti a trovarsi sul trampolino piccolo, anticipavano troppo. Sul grande, invece, hanno trovato un ritmo diverso».
Nello specifico è soddisfatto per la prestazione dei suoi atleti in queste prime due gare?
«Siamo saliti in Scandinavia con l’obiettivo di vedere Alessandro (Pittin, ndr) giocarsi qualcosa di importante. Direi che ci è riuscito, quindi sono molto felice per la sua prestazione. Volevamo vedere Raffaele (Buzzi, ndr) e Armin (Bauer, ndr) a punti. Il primo ce l’ha fatta a Kuusamo, ottenendo il suo miglior risultato in carriera, mentre a Lillehammer ha sbagliato nel salto domenicale su un trampolino dove sembrava trovarsi bene. Peccato. Armin, invece, non ce l’ha fatta a conquistare punti, anche se ha superato l’incubo qualficazione. Maierhofer è riuscito a qualificarsi due volte su tre, ha mostrato quindi di avere le qualità per riuscire a entrare in gara. Deve crescere, ovviamente, sia nel fondo sia nel salto se vuole ottenere risultati e non fermarsi alla qualificazione. Runggaldier, invece, ha ottenuto un risultato al di sotto delle aspettative che avevamo noi tecnici. Ricapitolando, però, giudico complessivamente in modo positivo queste prime uscite, perché, soprattutto domenica, sono arrivati dei risultati che ci hanno fatto tornare a casa con il sorriso. Possiamo guardare avanti con fiducia, sono convinto che a gennaio saremo dove vogliamo, perché la parte più importante della stagione inizierà in quel momento».
Per Ramsau avete fatto delle scelte in parte sorprendenti.
«Abbiamo deciso di mandare Bauer e Runggaldier negli Stati Uniti per gareggiare in Continental, sperando che uno dei due riesca a rientrare nei migliori tre del periodo, consentendoci così di mantenere i quattro pettorali in Coppa del Mondo. Addirittura potrebbero diventare cinque se Buzzi riuscisse a entrare nei migliori 55 della world ranking list. Sarebbe importante avere a gennaio la possibilità di schierare più atleti, ci permetterebbe maggiori rotazioni in vista della convocazione per le Olimpiadi. Per quanto riguarda Kostner, abbiamo deciso di provarlo, perché secondo me è un gran prospetto. Vogliamo farci un’idea, attraverso queste gare, della sua reale collocazione in Coppa del Mondo e da lì capire quale lavoro impostare».
La bella prestazione di Pittin, soprattutto al salto, aumenta il rammarico per l’infortunio di Samuel Costa?
«A me dispiace da questa estate per l’infortunio di Costa, perché Alessandro (Pittin, ndr) veniva da un buon finale di stagione e in estate determinate soluzioni tecniche hanno iniziato a funzionare subito. Avevo belle sensazioni anche per la staffetta, perché il Costa dello scorso anno, sommato a questo Alessandro, un Raffaele (Buzzi, ndr) in crescita e finalmente non frenato da infortuni, con un quarto in buone condizioni, magari Armin (Bauer, ndr), avremmo potuto toglierci soddisfazioni anche sul trampolino grande. Sarebbe stata una bella squadra per le Olimpiadi. Anche nelle team sprint di Coppa del Mondo avremmo potuto toglierci tante soddisfazioni, visto che sono saliti sul podio già lo scorso anno. Se ne riparlerà nel 2019. Ma ho comunque ottime speranze, perché con Alessandro a buon livello nel salto e, ovviamente, tra i più forti sugli sci stretti, possiamo giocarci bei risultati già quest’anno se chi lo affiancherà farà bene. Vedremo nelle prossime gare».
Che idea si è fatto di questa Coppa del Mondo? Non sembra più esserci il dominio tedesco.
«Io non ho mai pensato che fossero nettamente superiori agli altri, intendo come squadra nel suo insieme. Lo scorso anno credo abbiamo indovinato tutto, mentre gli altri hanno sbagliato qualcosina di troppo. Certo, Frenzel e Rydzek restano i combinatisti più forti al mondo e anche quest’anno, ne sono certo, reciteranno un ruolo da protagonisti. Non penso, però, che rivedremo sei tedeschi nelle prime otto posizioni, come accadeva lo scorso anno. Anche perché la Norvegia sembra aver sistemato le cose, la Francia è cresciuta moltissimo, così come i finlandesi che hanno in Hirvonen un futuro fenomeno insieme alla solidità di Herola. Poi ci sono i giapponesi, che saltano sempre fortissimo e ogni volta trovano qualcuno che si comporta bene nel fondo, oltre al solito Akito Watabe. Noi abbiamo un ritrovato Alessandro Pittin, mentre vedo un po’ in difficoltà l’Austria, perché gli austriaci continuano a saltare benissimo, ma gli altri sono cresciuti in questo segmento di gara, quindi non partono più con grandi vantaggi nel fondo, dove sono in difficoltà. Il loro maggior combinatista, Gruber, è indietro perché si è dovuto operare, mentre Seidl come sempre fatica nel fondo. Se arriva a giocarsi la vittoria con i vari Graabak, Rydzek, Frenzel, Krogh, Schmid, non potrà mai batterli. Al momento Andersen salta meglio degli altri e nel fondo si sta dimostrando solido, domenica ha gestito la gara in modo superbo. Non credo vincerà la Coppa del Mondo, ma se dovesse riuscirci sarà per le sue splendide prestazioni sul trampolino. Secondo me, comunque, Frenzel e Rydzek restano i favoriti e in questo momento non sono ancora in forma. Ora dovremo capire come metabolizzeranno il fatto di non essere più dominanti come lo scorso anno, anche se Rydzek mi sembra l’abbia già fatto. Una cosa è certa, quest’anno si vivranno tante emozioni».
La prestazione di Pittin fa sperare di vederlo in qualche occasione giocarsi ancora il podio.
«Domenica ha fatto una grande gara. Forse ha speso anche troppo nel primi giro e mezzo per chiudere il buco, ma non poteva prevedere che quelli davanti avrebbero rallentato tanto, altrimenti li avrebbe ripresi con più calma. Non ha nulla da rimproverarsi, quello era il tipo di gara da fare, perché se lui non avesse fatto quel ritmo e gli altri, come pensavamo, fossero andati più veloce, non sarebbe arrivato nemmeno ottavo. La gara di Alessandro è andata bene, a tratti benissimo, se consideriamo anche la condizione attuale. Poteva arrivare anche un podio, ma per il momento ci basta questo».