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Rizzieri Rodeghiero, il “Rode”, da atleta di sci nordico a fondatore dell’omonima ditta di scioline

Quando la passione, la voglia di conoscere qualsiasi argomento e qualsiasi materia sono gli elementi necessari a far nascere e crescere un’azienda che continua ad essere leader mondiale nelle scioline. Fondiitalia ha incontrato Roberta Rodeghiero, figlia di Rizzieri, fondatore delle Scioline Rode.

Roberta, come nasce la ditta Scioline Rode?
"Ufficialmente nasce il 1 dicembre 1953, data della prima fattura fatta alle Fiamme Gialle di Predazzo di 30.000 lire più 900 di Ige (la vecchia IVA – ndr). A mio papà piaceva sperimentare e provare sempre nuove cose e questa sua passione per l’alchimia l’ha portato a creare il mondo che oggi è la Rode. Quando ha iniziato a praticare lo sci di fondo, a 12-13 anni, all’inizio degli anni ’30, gli sci erano di legno e non esistevano ancora le scioline, per cui la neve si attaccava spesso e volentieri alle solette degli sci: per cercare di ovviare a questo problema ha cominciato ad utilizzare i materiali che la natura gli offriva, la cera d’api e la resina degli alberi, iniziando così a mescolarli tra di loro e quindi a prepararsi gli sci da solo".
Rizzieri Rodeghiero è stato anche un grande atleta di fondo.
"La voglia di vincere è stata sicuramente uno dei motivi scatenanti che ha introdotto mio papà nel mondo delle scioline. Il “Rode“, così lo chiamavano, vince nel 1939 a Dobbiaco la prima gara importante, e da qui in avanti è un susseguirsi di innumerevoli altre, sia a livello nazionale che internazionale. Negli anni tra il 1946 e il 1951 vince 7 titoli italiani, nella 18 e 50 chilometri di fondo e nella combinata nordica. Partecipa alle Olimpiadi di St. Moritz nel 1948 anche se qui i suoi risultati non sono eccelsi a causa di una brutta influenza".
L’essere anche atleta è stato di grande aiuto per lo sviluppo della ditta Rode.
"Grazie alla sua partecipazione a gare nazionali ed internazionali gli ha permesso di conoscere moltissima gente: mio papà non ha mai smesso di preparare e sperimentare nuovi prodotti e spesso li faceva provare anche ad atleti e tecnici che, constatandone la buona qualità, hanno cominciato a richiederli sempre in quantità maggiori. Da qui il passo a creare la ditta è stato inevitabile".
Come si è quindi sviluppata l’azienda?
"Per le sue conoscenze e le sue trasferte all’estero si è creato una rete di distributori soprattutto in Norvegia, tra cui Hakon Brusveen, campione olimpico nel 1960 nella 15 km e medaglia d’argento nella staffetta olimpica di Squaw Valley. Poco alla volta la ditta di è ingrandita arrivando addirittura ad importare delle materie dall’America che in Italia non c’erano ancora. Nel tempo siamo diventati leader a livello mondiale sulla produzione di scioline di tenuta: successivamente, negli anni Ottanta, l’avvento della tecnica di pattinaggio ha portato un cambiamento al quale abbiamo dovuto adattarci dando un peso importante alle paraffine."
Rizzieri come ha portato il suo contributo in federazione?
“Dal 1952, dopo le Olimpiadi di Oslo, assume l’incarico di allenatore e tecnico federale del fondo. E’ lui stesso che prepara, soprattutto a livello tecnico, la forte squadra di allora portando Franco Nones alla medaglia d’oro alle Olimpiadi di Grenoble. È “Rode” stesso con le sue mani e la sua sciolina a preparargli gli sci. Lascerà il suo incarico di tecnico della nazionale nel 1972 per poter continuare con la ditta.”
Al giorno d’oggi la Rode dove si colloca?
"La nostra azienda è un lavoro di famiglia. La nostra sede è sempre Asiago e il laboratorio di ricerca è all’interno della nostra ditta e lo curiamo personalmente grazie alle nostre esperienze. Rimaniamo molto forti nei paesi scandinavi dove lo sci di fondo fa da padrone. PEr quanto riguarda lo sci alpino lavoriamo tantissimo qui in Italia e vogliamo ulteriormente incrementare in questo settore. La nostra forza è la qualità del prodotto: ciò è quello che ci ha sempre contraddistinto. Questo è un motivo di forte orgoglio: mio papà da subito ha creato prodotti talmente competitivi che ancora adesso, a distanza di oltre cinquant’anni, non sono ancora stati eguagliati".

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