Domani prenderà il via presso il Centro Federale Carnia Arena di Piani di Luzza la prima edizione del Summer Cross Country di Forni Avoltri, che vedrà sfidarsi sugli skiroll i migliori fondisti italiani senior e giovani. Sabato è in programma la sprint, mentre domenica l’individuale da 5, 7.5, 10 o 15km, a seconda della categoria degli atleti. Sarà una buona occasione per gli azzurri della nazionale di ritrovare il clima della competizione e mettersi alla prova già in piena preparazione estiva. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Chenetti, allenatore responsabile della Squadra A maschile, con il quale abbiamo anche fatto il punto della situazione sulla preparazione degli azzurri.
Buongiorno Chenetti. Nel weekend sarete protagonisti nel nuovo Centro Federale di Forni Avoltri, su una pista che conoscete molto bene.
«Le piste di skiroll sono diventate fondamentali nella preparazione di un fondista, soprattutto negli ultimi anni, perché pattinare in strada è rischioso ma anche fuorilegge, dal momento che questo mezzo non è omologato. Le ciclabili sono la soluzione di riserva, ma sono pianeggianti. La pista di skiroll, quindi, rappresenta il futuro, in quanto ha caratteristiche simile a quella di fondo. Avremmo bisogno di tante piste del genere in Italia».
Che tipo di confronto sarà quello di Forni Avoltri?
«Equo, perché gli atleti avranno tutti gli stessi skiroll, nessuno avrà quindi vantaggi derivanti dai materiali. Per noi è l’ideale, così possiamo comprendere meglio la condizione degli atleti, anche se siamo un po’ in anticipo, visto che questa gara arriva in un periodo particolare della preparazione. Non sarà comunque un termometro reale per analizzare il valore degli atleti, perché qualcuno sarà più avanti nella preparazione rispetto ad altri».
Inoltre ci sarà la curiosa sfida tra fondisti e skirollisti.
«Sono due discipline simili, ma molto diverse. Su alcuni terreni è possibile veder primeggiare gli skirollisti, su altri, più ripidi e duri, il fondista può avere la meglio. Il confronto in sé, quindi, darà poche indicazioni, perché su uno sprint tipico della Coppa del Mondo di skiroll avrebbe la meglio Becchis, su una gara più lunga, però, perde il suo vantaggio. Sono due sport diversi, anche se ci sono coloro che possono primeggiare in entrambi».
Come sta procedendo la preparazione dei suoi ragazzi?
«Sono particolarmente soddisfatto, ma non mi monto la testa perché la preparazione è ancora lunga e tutto può accadere, come ci ha insegnato la passata stagione con De Fabiani. In questo momento i ragazzi hanno appena concluso un raduno in Val di Fiemme, dedicato a test in campo e laboratorio, con dati che hanno mostrato dei decisi miglioramenti rispetto allo scorso anno. Ora ci aspetta un grosso periodo di carico, poi andremo a sciare e riprenderemo i volumi, perché per il momento abbiamo lavorato sull’intensità. Per ora tutto sta andando come da programma».
Rispetto alla passata stagione avete disputato alcune gare in meno, saltando per esempio il Blinkfestivalen in Norvegia. Come mai?
«Abbiamo scelto di fare dei raduni più lunghi, anche di due settimane per stare tutti assieme, avere tutto sotto controllo e agevolare gli allenamenti. Quest’anno abbiamo deciso di non fare troppe gare, una scelta condivisa con tutti gli atleti. È normale, soprattutto dopo una stagione nella quale sono arrivate anche medaglie importanti, che gli atleti ricevano anche molti inviti, pure interessanti, ma non si possono assecondare tutte le richieste di partecipazione a gare, perché non possono fare due stagioni, con 15 gare in estate e 30 in inverno, che sono già troppe. Nelle gare c’è un alto lavoro di intensità e rischiamo così di modificare il nostro programma di allenamento, perché un conto è spararsi tutta l’intensità programmata per il mese in appena tre gare, un altro è farla diluire con un lavoro di alcune settimane. Anche in inverno non bisogna fare gare tutte le domeniche, perché sono dannose, ma purtroppo i calendari sono sempre più fitti».