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L’Emilia Romagna de “L’unione fa la forza”

Poche idee ma vincenti, all’interno di un contesto dove tutti operano nella stessa direzione. Così si può riassumere il mantra del presidente del Comitato Emiliano, Giulio Campani.
Una realtà che, come ci tiene a sottolineare, non sarà imponente come quella dell’arco alpino, ma che è ripartita dopo un periodo buio, soprattutto grazie al progetto "Scivoliamo", che da tre anni a questa parte sta continuando a dare frutti molto rigogliosi.
Presidente, qual è stato di salute degli sport invernali nella vostra regione?
"E’ stata un’altra ottima stagione. Il progetto Scivoliamo sta continuando a produrre risultati eccellenti, sia dal punto di vista dell’agonismo, con Anna Tazzioli e Federico Biondini nel fondo, ma anche nel coinvolgimento dei bambini. I numeri sono in aumento. Questo è il terzo anno del progetto e devo dire che la sfida è già vinta e questo non può che essere un motivo di enorme orgoglio. Non siamo come il Trentino e raggiungere determinati risultati è un qualcosa di eccezionale. E’ una gratifica non solo per gli atleti, ma per gli allenatori e tutto lo staff tecnico. Quest’anno siamo arrivati ad avere 130/140 iscritti nelle gare regionali di fondo; fino a 2/3 anni, se andava bene, erano circa 30. Inoltre, per la preparazione estiva, stiamo facendo degli stage atletici di 1/2 settimane nella Riviera Romagnola con 60 atleti del fondo e, laddove possiamo, operiamo con gli agli altri Comitati."
Ci pare di capire che ci sia una cooperazione condivisa sia dal territorio che dall’universo turistico.
"Abbiamo cercato di coinvolgere le stazioni sciistiche per poter portare manifestazioni che facessero conoscere i nostri centri invernali. Operare con il mondo del turismo è molto importante per poter sviluppare una solida struttura che porti vantaggi a tutti e i vari addetti ai lavori lo hanno recepito e sono contenti dei risultati acquisiti. L’idea di creare un Pinocchio sugli Sci per il solo sci di fondo sta riscuotendo successo. Lo stesso presidente della Fondazione Collodi è venuto a vedere la gara e si è dimostrato entusiasta dell’organizzazione. Ora speriamo di avere una collocazione più idonea per portare il maggior numero di atleti a gareggiare. Lo stesso dicasi per la Coppa Italia di sci d’erba a Schia. Laddove c’è un progetto serio e riconosciuto dalle parti, non può che uscire qualcosa di buono".
Cosa ci può dire riguardo le istituzioni pubbliche?
"Regione e provincia hanno capito il reale impatto che diamo. Ci siamo seduti a un tavolo dove abbiamo portato i dati reali e condiviso dei progetti nel medio-lungo termine. La nostra non è altro che un’organizzazione di volontariato, dove la gente, per muoversi, deve prendere ferie. Finalmente mi sento ascoltato. Lo stesso presidente Stefano Bonaccini, con delega allo sport, ci è stato molto di aiuto, come successo con il Progetto Talento."
La base si sta allargando e gli atleti aumentando; in che modo ci si raffronta con loro?
"Il nostro è un approccio genuino e naturale. L’atleta deve crescere e vivere in un ambiente quanto più sereno possibile e senza distinzioni. Ognuno, a suo modo, può dare il suo aiuto nel far maturare gli altri. A tal fine, a chiusura della stagione, gli lasciamo organizzare una serata tutta loro, dove possono mostrare i talenti e le qualità della vita di tutti i giorni."
Quali sono i prossimi obiettivi da raggiungere?
"Migliorare quello che facciamo. Io non guardo i risultati. Ovvio che se arrivano sono contento, ma lo sono di più se aumenta il numero di praticanti. Bisogna creare una struttura solida e investire sui servizi che diamo. Mettere, ogni anno, un’ulteriore mattoncino con la collaborazione e l’entusiasmo di tutti. In più, mi piacerebbe che il Pinocchio del fondo potesse fare i numeri che fa nello sci alpino."

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