Lo scorso anno ha impressionato tutti raccogliendo uno straordinario quarto posto ai Campionati Italiani, nonostante non fosse ancora sedicenne. Giovanni Bresadola, fratello del nazionale azzurro Davide, è uno dei giovani più promettenti del salto, tanto che anche all’estero in molti guardano con curiosità la sua crescita, come ci svelò anche Massimiliano Ambesi in un’intervista a Fondoitalia dello scorso novembre: “Parlavo con tecnici sloveni e mi dicevano che loro non ne hanno uno più forte tra i nati nel 2001. È il giovane più interessante nel nostro paese, come il fratello ha grande sensibilità. Va seguito con attenzione, perché ha i numeri”. A 16 anni, il ragazzo del GS Monte Giner di Pellizzano in Val di Sole vuole proseguire la sua crescita ed è reduce dal raduno che si è svolto in Polonia con l’allenatore responsabile delle nazionali Lukasz Kruczek. L’abbiamo intervistato per conoscere meglio questo giovane, molto simile al fratello, anche nella voce.
Ciao Giovanni, sei reduce dal raduno polacco con le nazionali azzurre; com’è andato?
«Bene, è stata un’esperienza positiva, perché mi ha dato la possibilità di confrontarmi con gli atleti della Squadra A, rendermi conto del punto in cui sono, per capire quanto devo lavorare e migliorare per arrivare a un buon livello».
Sei giovanissimo: dove credi di dover migliorare e qual è invece il tuo punto di forza?
«La mia dote migliore, molto probabilmente, è la fase di volo, perché sono leggero e mi è sempre piaciuto volare. Devo migliorare, invece, sull’esplosività, la reattività sul dente e la forza. Da una parte è anche una questione genetica, perché come mio fratello non sono portatissimo per la spinta, ma più per la fluidità del movimento».
Nella passata stagione, ad appena quindici anni, sei arrivato quarto ai Campionati Italiani Assoluti; cosa hai pensato in quel momento?
«Non saprei rispondere (ride ndr). In quel periodo sapevo che stavo saltando abbastanza bene, speravo di ottenere un buon piazzamento, ma mai mi sarei aspettato di arrivare così avanti. È stata una felicità enorme, per me, essere lì e aver saltato così bene. Mi è piaciuto e mi sono anche divertito».
Nel corso della stagione hai anche partecipato ai Mondiali Junior negli USA: parlaci di questa esperienza.
«È stata una bella esperienza, andare negli Stati Uniti è stato bellissimo, ho avuto l’opportunità di vedere delle cose nuove. Andare lì per disputare delle gare, poi, è stato ancora più bello, perché mi ha dato l’opportunità di confrontarmi con tanta gente molto forte. Francamente speravo di ottenere dei risultati migliori, ma sono molto giovane e ho gareggiato contro atleti che avevano anche quattro anni più di me. Non potevo pretendere molto di più».
Quali sono le tue aspettative in vista della prossima stagione?
«Come sempre mi aspetto di fare bene e migliorare. Sono ancora molto giovane, quindi la mia più grande aspettativa è di crescere e diventare più bravo, poi si spera sempre di ottenere dei risultati buoni. Spero di fare bene in Alpen Cup e riuscire a gareggiare in un numero maggiore di gare in FIS Cup, di quanto non ne abbia fatte lo scorso anno».
Hai la fortuna di avere un fratello maggiore che da anni gareggia in Coppa del Mondo; quali consigli ti dà Davide?
«Molto spesso mi alleno con lui, anche se adesso si è trasferito. Abbiamo sempre lavorato assieme, soprattutto in palestra. Anche se, ovviamente, non facevamo lo stesso tipo di allenamento, mi osservava sempre e cercava di darmi consigli. Lui ha anche fatto il corso da allenatore. Sia lui sia la mamma, però, hanno cercato di farmi capire che lo studio è ancora più importante dello sport, perché oggi non possiamo sapere ancora come andrà la mia carriera, quindi devo prima di tutto studiare per garantirmi un futuro».
È difficile conciliare studio e sport, soprattutto ora che stai disputando anche gare internazionali?
«Quest’anno è stato più duro. Conciliare tutto è difficile, soprattutto durante i mesi invernali, che rappresentano la fase centrale della stagione. A gennaio e febbraio sono concentrate gran parte delle gare, è dura allenarsi e studiare. La media a scuola rischia di calare in quel periodo, così da aprile in poi bisogna recuperare stando sempre sui libri. Ci sono riuscito, perché alla fine ho chiuso l’anno scolastico con una media vicina all’8».
Puoi raccontarci come hai cominciato con il salto?
«Ho iniziato a sei-sette anni, perché mio fratello Davide mi aveva trasmesso subito la passione per questo sport. Sono partito dai trampolini più piccoli qui a Pellizzano. In un primo periodo facevo combinata nordica, ma ho sempre faticato nel fare fondo e corsa per la combinata, sentivo spesso male ai muscoli, così ho deciso di dedicarmi soltanto al salto. Aggiungo, onestamente, che sugli sci stretti non ero nemmeno così rapido come gli altri bambini».
Fai parte del GS Monte Giner.
«Per me questa società è molto importante, perché c’è sempre stata e mi aiuta di continuo, anche nelle piccole cose. Per esempio, giovedì, quando siamo tornati, il pulmino della Fisi ci ha lasciato a San Michele e lì è arrivato il nostro presidente, Massimino Bezzi, che ci ha portato fino a casa. Per noi è sempre una spalla, una persona pronta a venire in nostro aiuto».
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Bella domanda (ride ndr), non saprei, perché sono ancora molto giovane. Come tutti gli sportivi il sogno più grande sarebbe vincere una medaglia, non importa se alle Olimpiadi, ai Mondiali o i Mondiali di volo. La cosa più importante, però, è continuare a divertirmi facendo questo sport, perché se dovesse venire meno il divertimento, allora sarebbe ora di cambiare».
Chi è il tuo atleta preferito.
«Ovviamente mio fratello Davide. Se escludiamo lui, allora dico Noriaki Kasai, perché ha una tecnica spettacolare. Ha addirittura 45 anni ed è bellissimo vederlo ancora combattere tra i primi con tanta voglia. Già guardandolo in tv, riesce a trasmetterti tutta la sua passione per questo sport».
Fantastichiamo un po’: se dovessi scegliere una località dove vorresti vincere la tua prima gara di Coppa del Mondo?
«Probabilmente a Predazzo, perché è il trampolino di casa in Italia, sarebbe veramente un onore vincere nel mio paese. Certo, oggi questa località non fa parte del calendario della Coppa del Mondo, ma io sono molto giovane, quindi magari farà in tempo a tornare».