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Viaggio tra gli Sci Club: conosciamo l’US Asiago

Ha 95 anni, ma è sempre molto giovane, tanto che punta a crescere ancora in futuro, diventando sempre più un punto di riferimento per lo sci nordico veneto e nazionale. Tanti atleti che hanno fatto la storia del fondo italiano, ma anche dello sci alpino, del salto e della combinata nordica, sono cresciuti nell’US Asiago, società che si è formata nel 1922 e ancora oggi è tra i punti di riferimento degli sport invernali in Italia. Ne abbiamo parlato con la sua presidentessa, Roberta Rodeghiero, che è anche vice presidente del Comitato FISI del Veneto e titolare della ditta "Scioline Rode", tra le più importanti del settore.

Può raccontarci in breve la storia dell’US Asiago?
«Abbiamo 95 anni di storia, perché l’US Asiago è nata nel 1922. È una storia importante, perché la nostra società ha avuto tantissimi campioni nel fondo, nel salto, nella combinata nordica e anche nello sci alpino. Asiago è una località naturalmente predisposta allo sci di fondo, con rilievi non troppo ripidi, dove si possono fare tante passeggiate con gli sci, un terreno nato per questo sport. Di campioni ne sono passati tantissimi, tra cui anche mio papà, Rizzieri Rodeghiero, diverse volte campione italiano, così come i fratelli Stella, che sono poi emigrati in Valle d’Aosta, atleti che hanno anche fatto i Mondiali e sono entrati in squadra nazionale. Abbiamo avuto poi Guidina Dal Sasso, i Rigoni nel salto e oggi abbiamo ancora Sergio Rigoni nel fondo, che ha partecipato all’ultimo Mondiale ed è la nostra bandiera nel mondo. La società si è formata specializzandosi inizialmente sul fondo, sul salto e la combinata, più avanti è entrata nell’alpino e anche qui abbiamo avuto atleti importanti come Tescari, che, partito dal nostro sci club e ha anche vinto in Coppa del Mondo al Sestriere».

Ci sono anche altri sci club nella zona?
«Negli anni ne sono sorti altri, ma il nostro è quello con più tradizione, perché siamo sempre stati quella più in rilievo, sia a livello sportivo che federale. Un nostro ex presidente, Demetrio Rigoni, è stato anche presidente del comitato veneto. Guido Carli, anch’egli ex presidente della nostra società, è oggi consigliere federale, io stessa sono vice presidente del Comitato Veneto. Tornando agli atleti, quando avevamo anche lo sci d’erba, abbiamo fatto crescere nella nostra società Edoardo Frau, l’atleta italiano più titolato nella storia di questa disciplina. Segno che sappiamo aprirci anche ad altre discipline, siamo una società ad ampio raggio, come dimostra il fatto che oggi abbiamo anche tecnici di biathlon e snowboard».

Insomma, 95 anni d’età e non sentirli.
«Ci sentiamo sempre molto giovani. Vado molto orgogliosa di questa società, perché non ha mai sofferto, è sempre stata in auge e avuto ottimi risultati in qualsiasi anno. Non è successo, come ad altri, di avere un periodo di declino. Certo, alcuni problemi li abbiamo avuti anche noi, ma abbiamo avuto il merito di essere rimasti sempre a ottimi livelli, grazie soprattutto agli allenatori, in passato atleti dello sci club, motivo per cui credono nella nostra società e per loro è motivo d’orgoglio lavorare per l’US Asiago. C’è un senso di appartenenza che viene trasmesso anche ai nostri bambini. Abbiamo poi una collaborazione con la scuola di sci della zona, che porta i bambini sulla neve, li fa appassionare, gli insegna la base, poi, se vogliono continuare, entrano nella nostra società per fare un lavoro più meticoloso e agonistico».

Come sono stati i risultati dell’ultima stagione?
«Intanto ringraziamo Sergio Rigoni, perché pur se entrato in Polizia, resta pur sempre un atleta dell’US Asiago e ci ha fatto sognare in Coppa del Mondo e ai Mondiali, oltre ad aver ottenuto ottimi risultati in Coppa Europa. Sia nello sci alpino sia nello sci di fondo, poi, abbiamo una bella rappresentanza nel Comitato».

Com’è il rapporto con gli istituti scolastici della zona?
«Molto buono, si lavora in collaborazione. Distribuiamo volantini nelle scuole locali per portare i ragazzi sulla neve, farli approcciare alla nostra disciplina».

Qual è la situazione degli impianti?
«Per quanto riguarda il fondo non abbiamo alcun problema, abbiamo tante alternative e un bellissimo centro fondo. Per lo sci alpino ci appoggiamo agli impianti di Vezzena, dove abbiamo possibilità maggiori di scelta delle piste. Inoltre in città abbiamo tante palestre, così non abbiamo nessun problema anche per la preparazione fisica. Oggi pratichiamo biathlon nel centro di fondo, ma abbiamo intenzione di creare un nostro centro di biathlon, perché abbiamo una squadra e vogliamo investire su questo sport, che sta crescendo molto e ai bambini piace. Per il salto abbiamo i trampolini a Gallio».

Quali sono i vostri obiettivi futuri?
«Diventare sempre più grandi, un punto d’appoggio per tutti gli altri sci club della zona, perché siamo quelli con la struttura più organizzata. Lo sport invernale sta cambiando, gli sci club stanno cercando di collaborare tra loro e unirsi. Noi siamo pronti ad allargare la nostra realtà».

Come giudichi il momento attuale degli sport invernali?
«Purtroppo non ci sono temperature o precipitazioni, l’augurio è che in futuro si possa tornare alla normalità. Nel frattempo, però, bisogna cambiare mentalità, guardare ciò che fanno da altre parti. Abbiamo bisogno dell’innevamento artificiale anche nei centri di fondo, la possibilità di fare neve e tenerla anche immagazzinata per l’anno successivo. Dobbiamo fare cose che in passato nemmeno si immaginavano, ma oggi sono diventate la norma».

Asiago, città che ha anche ospitato la Coppa del Mondo di fondo. C’è la possibilità che ritorni anche in futuro?
«Abbiamo ospitato diverse gare di Coppa del Mondo, l’ultima tre anni fa, nella pista costruita e ideata dal nostro ex presidente Carli. Una pista da fondo qui nel parco del paese, che quest’anno è anche stata l’unica pista dove abbiamo potuto allenarci, in quanto ha la possibilità di fare neve artificiale. Per quanto riguarda la Coppa del Mondo, oggi l’organizzazione è più complicata, perché oltre alla gara in sé, bisogna preparare anche l’evento completo. Ci vorrebbe un impegno importante, anche economico. Vedremo»

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