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Salto

Pittin ha più fiducia: “Ripartirò dalle buone sensazioni avute nel finale di stagione”

Doveva essere l’anno della ripartenza e così è stato. Alessandro Pittin è migliorato costantemente nel corso della stagione e nelle ultime gare ha dimostrato di aver ritrovato fiducia e sicurezza nel salto. Un traguardo che il friulano ha raggiunto dopo aver lavorato moltissimo su se stesso, insieme a Zwitter nel corso dell’estate e successivamente con il resto della squadra, diretta dall’allenatore responsabile Paolo Bernardi. Pittin, però, non si accontenta, è consapevole che la strada da fare è ancora lunga per tornare ai risultati ottenuti in passato, come ha ammesso in questa intervista, nella quale ha anche parlato di sua cugina Cristina, argento nella staffetta dell’ultimo Mondiale Giovanile e ci ha rivelato che nella prossima stagione si allenerà fin dall’inizio con il resto della squadra.

Ciao Alessandro. Si è conclusa una stagione molto importante per te, nella quale sei ripartito da zero.
«La scorsa estate ho deciso di resettare tutto sul salto. Sapevo che il mio sistema tecnico non era ottimale, perché un po’ troppo al limite, mentre per essere costante mi sarebbe servita un’impostazione diversa, un nuovo modo di saltare. Ero consapevole del fatto che ci sarebbe voluto del tempo per riuscire a completare questo cambiamento e l’estate scorsa non è stata abbastanza lunga per fare tutto ciò che dovevamo. Purtroppo non è facile reimpostare un sistema che è diventato automatico, dopo tanti anni di salti. Ho dovuto cancellare tutti i miei vecchi automatismi, cose che mi venivano naturali. Risultati positivi, però, si sono visti, perché in estate abbiamo lavorato bene e fatto diversi passi avanti su alcuni aspetti tecnici. Questo lavoro, però, è stato fatto sui trampolini piccoli, dove è più facile lavorare sulla tecnica, in quanto si va a bassa velocità. Nel passaggio sui trampolini grandi non sono riuscito subito a portarmi dietro tutti questi miglioramenti e ho avuto qualche difficoltà, soprattutto nelle prime uscite. Per fortuna, nel corso della stagione sono riuscito a trovare una certa continuità, a mettere in pratica gli aspetti migliorati durante l’estate».

Sei soddisfatto per com’è andata la stagione?
«Si, anche se mi dispiace un po’ per la parte centrale. A dicembre ero riuscito a disputare delle belle gare a Ramsau, che sembravano essere un buon punto di partenza per il resto della stagione e avevo quindi molte aspettative per le gare che si sarebbero disputate da gennaio in poi. Purtroppo, proprio in quel momento, sono stato anche un po’ sfortunato, mi sono un attimo fermato, ho avuto qualche problema e questo ha condizionato i miei risultati fino al termine della stagione. Fino a gennaio stavo migliorando costantemente, se avessi continuato a farlo, sarei probabilmente arrivato ai Mondiali con maggiore sicurezza nei miei mezzi e avrei raccolto qualcosa di meglio anche nelle gare successive. In ogni caso, dal Mondiale di Lahti in poi, non sono riuscito a raccogliere quello che avrei voluto come risultati, ma ho avuto delle buone sensazioni sul trampolino. Dobbiamo partire da lì».

Quindi hai maggiori certezze in vista delle prossima stagione.
«Dalla seconda settimana dei Mondiali abbiamo trovato sempre condizioni meteo difficili, che, soprattutto sui trampolini grandi, solitamente mi avrebbero messo in difficoltà. Ho dimostrato di aver raggiunto una maggiore stabilità e sicurezza per riuscire a gestire bene anche queste situazioni e sono molto soddisfatto per questo aspetto. Ho così fatto salti sempre migliori in gara, anche quando ho trovato condizioni difficili, e questo è un punto molto positivo da cui ripartire. Mi è solo dispiaciuto un po’ perché mi è sempre mancato qualcosina, funzionava una cosa e magari non un’altra. Non sono mai riuscito a collegare tutti i punti, altrimenti qualcosa di buono l’avrei raccolto».
    
C’è un po’ di rammarico per come sono andate le cose nelle gare a squadre dei Mondiali: l’impressione è che con un po’ di fortuna in più avreste potuto raggiungere una medaglia.
«Le gare a squadre vanno considerate un po’ un terno al lotto, perché può accadere sempre di tutto. Un po’ di rammarico ce l’ho per la team, perché a Lahti si era creata l’occasione giusta, visto che un paio di nazioni più forti di noi sulla carta non hanno dato il cento per cento. Se alla vigilia avremmo al massimo ambito al sesto posto, nel corso della gara avremmo in realtà potuto giocarcela anche per il podio. Purtroppo, però, le cose devono girare bene per tutti sia nel salto sia nel fondo e noi non siamo riusciti a fare la nostra miglior prestazione in entrambe le prove. Peccato, perché proprio in quell’occasione ho fatto il mio miglior salto al Mondiale. A un certo punto della gara ci eravamo anche avvicinati alla zona medaglie, prima dello scatto dell’atleta austriaco, che era più fresco. Ci abbiamo provato fino alla fine. Anche nella team sprint avremmo potuto fare qualcosa in più, ma anche se fossimo andati benissimo, non penso che saremmo riusciti a giocarci una medaglia. Mi è dispiaciuto per Samuel (Costa ndr), che non è arrivato al Mondiale nelle sue migliori condizioni fisiche, quando nel corso della stagione è stato protagonista di belle prestazioni. Purtroppo bisogna mettere sempre in conto un po’ di sfortuna, anche perché nella team sprint Samuel, si è anche trovato a saltare tra le peggiori condizioni della gara».

Come ti sei trovato con Janko Zwitter?
«In accordo con la FISI, abbiamo deciso di intraprendere un percorso individuale con Janko durante la passata estate, per avere la possibilità di lavorare con maggiore calma, senza interferire con il resto della squadra, e farlo in particolare sui trampolini più piccoli. Abbiamo fatto un ottimo lavoro e raggiunto risultati buoni, soprattutto sui trampolini piccoli, mentre per quelli più grandi ci vorrà ancora tempo. Da maggio riprenderò da dove ho lasciato a ottobre-novembre, con la consapevolezza che il finale di stagione è andato bene. Per quanto riguarda i piani per la prossima stagione, dovrei riprendere a lavorare da subito con la squadra, senza creare un programma diverso rispetto ai miei compagni, perché so quali sono i punti su cui lavorare e voglio farlo alternandomi su trampolini di diverse misure».

Quindi non continuerai a lavorare con Zwitter?
«No. Janko ha fatto un ottimo lavoro e la scorsa estate ho ritenuto che fosse l’uomo giusto per ripartire, perché aveva idee che per me potevano essere quelle ideali per reimpostare il sistema tecnico. Si è dimostrata la scelta esatta, ma da adesso in poi vorrei rimanere con il resto della squadra. Janko, comunque, fa parte dello staff FISI, è l’allenatore della squadra femminile, quindi ci troveremo molto spesso e ci sarà ancora uno scambio di idee».

Un’ultima domanda: che effetto ti ha fatto vedere tua cugina Cristina vincere l’argento con la staffetta femminile ai Mondiali Giovanili?
«Sono stato molto contento per lei. È stata molto brava a riprendersi da alcuni problemi che aveva avuto. Questa medaglia, poi, è bellissima per tutto il movimento del fondo italiano, perché dimostra che tra i giovani c’è una certa qualità. Mi fa piacere che in questo gruppo ci sia anche lei e penso abbia le qualità e le doti necessarie per arrivare molto più avanti. I prossimi due anni saranno importanti, ci sarà il passaggio a senior e il periodo dei possibili arruolamenti, che è sempre molto difficile. Non dovrà viverlo con stress, perché se continuerà a lavorare così, potrà crescere ancora. L’arrivo nelle nazionali maggiori non è mai scontato, ma è alla sua portata»

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