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Biathlon

La soddisfazione di Windisch: “Sto raccogliendo i frutti del lavoro fatto negli ultimi anni”

Ha vissuto la sua miglior stagione in carriera e ora sta partendo per le meritate vacanze. Dominik Windisch si sta rilassando un po’ al termine di un’annata che l’ha visto grande protagonista, avendo avuto una maggior continuità di risultati rispetto al passato. Il biatleta altoatesino è stato costantemente tra i migliori venti, è salito due volte sul podio nelle gare individuali e al quattordicesimo posto della classifica generale. Un dato, che conferma la crescita dell’atleta del Centro Sportivo Esercito, riguarda in particolare il tiro, dove ha fatto un grande salto di qualità. Nella stagione 2015/16 aveva tirato con una media del 77%, l’81% a terra e il 73% in piedi, mentre quest’anno ha portato la percentuale generale all’81%, con un 84% a terra e addirittura il 79% in piedi. Ovvia, quindi, la sua soddisfazione nell’intervista che ci ha rilasciato prima di andarsi a godere un po’ di caldo.

Ciao Dominik. Nella stagione appena conclusa sei salito due volte sul podio e hai avuto una maggior continuità di risultati: sei soddisfatto per come sono andate le cose?
«Sono molto contento, perché per la prima volta nella mia carriera ho partecipato a tutte le gare, visto che sono riuscito anche a qualificarmi per tutte le mass start. È stata una prova importante per me, un’esperienza nuova, perché per la prima volta nella mia carriera mi sono trovato a disputare tre gare a settimana. Verso la fine della stagione ne ho pagato un po’ le conseguenze e ho iniziato a sentire la fatica, non ero abituato a gareggiare tanto. Inoltre sono stato costantemente nelle prime venti posizioni e soltanto in tre occasioni sono uscito dalla zona punti».

Non sono passate inosservate le tue percentuali al tiro, migliorate di molto rispetto al passato.
«Vero, devo ammettere che sotto questo punto di vista ho lavorato molto bene in questa stagione. Ho ottenuto i risultati che volevo, ma ora voglio migliorare ancora, ho già chiare le idee su cosa fare per provare ad avere delle percentuali anche migliori».

Cosa ricorderai con piacere della stagione appena conclusa?

«Sicuramente porto con me i due sprint conclusivi a Oestersund e Oberhof. In quel momento nemmeno mi sono reso bene conto di quello che avevo fatto, perché tutto era andato molto velocemente e io ero concentrato soltanto sullo sprint. L’ho capito soltanto rivedendo i video di queste due volate, è stato bellissimo».

In questa stagione la squadra maschile si è comportata molto bene anche in staffetta.
«Dopo il ritiro di De Lorenzi, pensavano tutti che ci mancasse il quarto e invece abbiamo fatto delle ottime staffette. Thomas (Bormolini ndr) e Giuseppe (Montello ndr) sono cresciuti moltissimo, soprattutto in staffetta hanno saputo gestire bene la pressione. Per noi è stato molto importante ottenere questi risultati, anche in ottica futura, pensando alle Olimpiadi. Abbiamo tanto potenziale, perché siamo cresciuti tanto e siamo una staffetta composta da atleti molto giovani».

I risultati di questa stagione ti danno una maggior consapevolezza dei tuoi mezzi?
«Secondo me, nel biathlon, con gli anni sei sempre più consapevole dei tuoi mezzi, hai maggiore esperienza e questo ti aiuta a gestire meglio le situazioni che ti si presentano nel corso della gara, al poligono quanto in pista. Nel corso delle stagioni ho imparato tanto e adesso sto raccogliendo i frutti del lavoro fatto in questi anni».

Quanto è importante, per un atleta, il riposo estivo al termine di una stagione tanto dispendiosa?
«La ritengo una fase importante quasi quanto quella dell’allenamento. Noi atleti non siamo macchine, dobbiamo staccare un po’ la spina, per riposare la testa e il corpo, che deve riprendersi e recuperare energie. Per quanto mi riguarda, sentivo il bisogno di staccare del tutto, così ho scelto di andare molto lontano, non pensare a nulla e godermi le vacanze, per poi ripartire di nuovo più motivato che mai».

Un ultimo commento sulla Coppa del Mondo: Martin Fourcade è stato impressionante, un autentico dominatore.
«Non solo in questa stagione, sono ormai anni che domina. È un fuoriclasse, il biatleta perfetto e bisogna soltanto rispettare i suoi risultati. Noi dobbiamo solo guardare a noi stessi e capire cosa possiamo migliorare per avvicinarci a lui. Il livello della Coppa del Mondo è molto alto, ci sono quaranta atleti che nella giornata giusta sono in grado di vincere, poi c’è lui, Fourcade, che ha una marcia in più rispetto alla concorrenza. Veramente un fuoriclasse»

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