È stata una stagione positiva quella del fondo italiano maschile, grazie alla medaglia d’oro conquistata da Pellegrino nella sprint dei Mondiali di Lahti, all’argento sempre di Pellegrino in coppia con un bravissimo Nöckler nella team sprint, un successo ancora del valdostano in Coppa del Mondo a Falun e tanti ottimi piazzamenti di Nöckler nel finale di stagione e Salvadori protagonista di un ottimo Mondiale. Dall’altra parte c’è stata anche la stagione difficile di De Fabiani, che ha comunque ottenuto un bel quarto posto nella penultima tappa del Tour de Ski, ma ha avuto tanti problemi di condizione nel corso dell’anno. Di tutto questo abbiamo parlato con l’allenatore responsabile della nazionale, Giuseppe Chenetti, impegnatissimo in questi giorni, perché sta già organizzando il programma per la prossima stagione, quella che avrà come avvenimento clou i Giochi Olimpici.
Buon pomeriggio Chenetti, tracciamo un bilancio della stagione appena conclusa.
«Tirando le somme, sono contento e soddisfatto per come sono andate le cose. Alla vigilia della stagione ci era stato chiesto di centrare l’appuntamento con il Mondiale e così abbiamo fatto, raccogliendo un oro e un argento. Certo, sarebbe stato bello e utile fare di più nel corso della stagione in Coppa del Mondo, ma alla fine non possiamo lamentarci, è andata bene così».
Il Mondiale è andato oltre le aspettative?
«Abbiamo raccolto il massimo che potevamo, grazie alla splendida vittoria di Pellegrino nella sprint e l’argento di Pellegrino e Nöckler nella team sprint. Alla vigilia c’era forse qualche piccola speranza nella staffetta, ma in realtà avevamo delle aspettative molto basse, perché consapevoli che se tutto fosse andato per il meglio, potevamo essere da quinto posto. Non ho nulla da recriminare, anche perché nella team sprint abbiamo ottenuto il massimo, meglio di quanto ci aspettassimo. Nöckler ha fatto una gara incredibile, lui in queste situazioni di gara dà sempre il massimo, poi Pellegrino ha fatto il resto. Abbiamo avuto un po’ di fortuna nel finale, ma eravamo lì pronti per il terzo posto, anche perché il norvegese era crollato. Non dimentichiamoci poi la sorpresa mondiale di Salvadori, che ha ottenuto un incredibile decimo posto. Se devo quindi fare un bilancio, è positivo, non dimenticando che ci è praticamente mancato De Fabiani, altrimenti avremmo anche potuto ottenere qualcosa in più».
Siete partiti un po’ a rilento nelle prime uscite stagionali: allora vi siete preoccupati?
«Diciamo che non è sempre facile rimediare a una situazione non troppo positiva. Non dico critica, in quanto Pellegrino aveva comunque ottenuto dei piazzamenti e un bel secondo posto in Val Mustair, non era lontano dalla sua condizione migliore. Per esempio anche alcune gare di De Fabiani non erano da buttar via. Certo, mi aspettavo di ottenere qualcosa in più nelle prime uscite di Coppa del Mondo, ma non era una situazione disastrosa. Per migliorare, però, dovevamo cambiare qualcosa e in questo caso si corre sempre un rischio, perché se sbagli qualcosa puoi peggiorare tutto. Insomma non è sempre scontato che con dei cambiamenti vada poi tutto per il verso giusto. Abbiamo fatto delle scelte diverse per ogni atleta».
Hai un consiglio da dare a Federico Pellegrino al termine di un’altra stagione bellissima?
«Deve continuare a battere il ferro, perché è caldo. L’importante è che non si adagi mai sugli allori, perché è tanto difficile salire e crescere, mentre si può scendere a piombo se uno molla la tensione. Lui ha capito di essere ancora più forte, quindi deve insistere e non credere di essere arrivato, perché ancora c’è da migliorare, soprattutto in tecnica classica. Sono molto tranquillo, perché Pellegrino non farà mai questi errori, in quanto è sempre motivato e ha le idee molto chiare. Da subito ha individuato gli obiettivi su cui lavorare, ha già impostato la sua preparazione e gli impegni che la precederanno. Lavorerà, come sempre, con continuità e concentrazione».
Tornando indietro nel tempo: cambieresti qualcosa nella gestione della stagione di De Fabiani?
«L’avrei fermato prima, avrei evitato alcuni lavori, che si possono però contare con poche dita, fatti alla vigilia della gara di Kuusamo, perché fino a quel momento stava andando fortissimo, era in una condizione strepitosa. Vorrei tornare indietro, fermare quell’attimo, cambiare qualcosa lì, perché è stato il momento chiave della sua stagione. Certo, anche nel corso dell’anno si poteva fare qualcosa di diverso, facile però dirlo oggi che le cose sono andate male. In quel momento avevamo la speranza che si sbloccasse, trovando la condizione facendo delle gare. In questi casi le cose non sono semplici, perché le risposte dal fisico non sono immediate, ci vuole tempo, così se la risposta è negativa devi modificare le cose, ma hai perso molte settimane».
Un giudizio sul finale di stagione da parte di Nöckler e Salvadori?
«Nöckler ha fatto un ottimo finale. La svolta della sua stagione è arrivata nei giorni successivi al suo ritiro dal Tour de Ski. In quel momento aveva sensazioni bruttissime, così abbiamo concordato per un lavoro molto particolare. Quando è tornato in gara, ha vinto in Coppa Europa, è salito sul podio a Dobbiaco nella team sprint con Pellegrino e da lì è cambiata la sua stagione, ha ingranato e cambiato marcia. Poi l’argento ai Mondiali gli ha dato maggior fiducia e convinzione, così nelle ultime uscite ha fatto grandi cose, quelle che, secondo me, potrebbe fare sempre per i mezzi che ha. Salvadori è un duro e ha tenuto fino alla fine, dando sempre tutto. Ha avuto dei piccoli cali nel corso dell’anno, ma erano calcolati, tanto che poi è sempre tornato subito in palla. Ai Mondiali si è comportato benissimo, poi nelle ultime uscite era stanco, magari non ha fatto cose sfavillanti, ma è riuscito a fare comunque delle belle gare, perché è tenace e puntiglioso, non ha mai mollato».
Nella 15km in skating a inseguimento di Quebec City si è visto un grande Pellegrino; Nöckler e Salvadori hanno dimostrato la loro affidabilità, De Fabiani tornerà ad alto livello: spera in un’impresa per la staffetta olimpica?
«La speranza e la convinzione ci sono sempre, devono esserci, altrimenti resterei a casa. Sono stato molto contento di aver visto Pellegrino competitivo in una distance a skating. Coppa Italia a parte, non avevamo alcun riferimento delle sue prestazioni in questo tipo di gara, in quanto la staffetta mondiale non poteva esserlo, visto che partiva troppo staccato. In Canada ha dimostrato di essere polivalente e valido in entrambe le tecniche, come De Fabiani quando sta bene. Abbiamo più possibilità di schieramento, perché tutti i nostri atleti sono polivalenti. Non dimentichiamo, poi, Rastelli, perché ha fatto un grande finale di stagione in Coppa Europa. Ha carattere, ha mostrato di voler risalire la china, dando due minuti a tutti e vincendo per distacco in Coppa Europa, conquistando anche la leadership finale. Merita un applauso, perché non ha mollato dopo l’esclusione ai Mondiali, anzi ci ha messo ancor più motivazioni».