Due quarti posti, poi l’emozione del fantastico argento con la staffetta. Il Mondiale Giovanile che si è svolto negli USA è stato tutt’altro che banale per Anna Comarella, giovanissimo talento italiano, seconda nella classifica generale della Coppa Europa Junior. Una fondista completa e polivalente, sulla quale in molti sono pronti a scommettere. Una ragazza solare ed emozionata quella che abbiamo conosciuto attraverso questa intervista, ancora non abituata a trovarsi sotto i riflettori, ma felicissima per tutto ciò che le sta accadendo e perché sta vedendo un po’ più vicini quei sogni che ha nel cassetto ma non vuole svelare.
Ciao Anna e ancora complimenti per l’argento che hai vinto insieme alle tue compagne. Cos’hai provato quando sei salita sul podio?
«Mi veniva da piangere, per me è un sogno che si è realizzato e lo stesso anche per le mie compagne. È stata un’emozione fortissima, tanto che quasi non riuscivamo a crederci. In effetti ci siamo rese conto che era tutto vero proprio quando ci siamo trovate sul podio e ci hanno messo la medaglia d’argento al collo. Anzi, forse ancora fatico a crederci».
Prima dell’argento hai chiuso due volte al quarto posto, sfiorando il podio nell’individuale. Non deve essere stato facile per te, anche se un quarto posto mondiale è comunque un bellissimo risultato.
«Vero, ma all’inizio ero un po’ dispiaciuta. In particolare quando ho mancato il podio per appena tre secondi, non mi vergogno di dire che ho anche pianto. Contavo molto su quelle gare e speravo di fare bene come ho fatto, perché il quarto posto è comunque un risultato importante. Ma vedendo il podio distante appena 3” mi sono chiesta dove avessi sbagliato e subito quel distacco. Dopo un po’ mi è passata e poi è arrivato lo splendido risultato di domenica».
Nella staffetta sei anche andata all’attacco nel corso della tua frazione, provando a staccare le avversarie.
«Si ci ho provato, anche se la pista era molto dura. Ho cercato di allungare, perché volevo regalare alle mie compagne più spazio possibile rispetto alle avversarie e alla fine è andato tutto bene. Mi sentivo tanta responsabilità, soprattutto quando è arrivata Martina (Bellini ndr) che mi ha dato il cambio tra le prime. Ho capito che non potevo permettermi di mollare nulla, ma dovevo impegnarmi duramente. La staffetta è sempre difficile perché siamo una squadra e tutte dobbiamo girare al meglio. Ci siamo riuscite ed è stato bello».
Cos’hai provato, al termine della tua frazione, quando erano in gara Francesca Franchi e Cristina Pittin per completare l’opera e salire sul podio?
«Ero lì insieme a Martina (Bellini ndr) che guardavamo le nostre compagne ed eravamo in ansia, ci tenevamo per mano e tifavamo. È una sensazione particolare, da una parte è anche bella, perché vedi le tue compagne in lotta per la medaglia, fai il tifo e ti agiti. Quando Cristina (Pittin ndr) ha tagliato il traguardo siamo esplose di felicità».
Vi sono arrivati tanti complimenti da parte di tutto il mondo dello sci di fondo. Vi rendete conto di quanto il vostro risultato sia stato importante per l’intero movimento?
«Abbiamo ricevuto tanti complimenti e quando ho letto sul vostro sito quelli di Stefania Belmondo mi sono commossa, perché è un onore riceverli da una campionessa come lei. Credo che la cosa che più piace della nostra staffetta sia il fatto che veniamo da quattro regioni diverse, siamo davvero rappresentative di tutto il movimento italiano».
Cosa ti aspetti dall’immediato futuro?
«Spero di finire questa stagione nel migliore dei modi. Nelle prossime settimane gareggerò in Italia, poi tornerò nella Coppa Europa Junior, dove voglio difendere il secondo posto nella classifica generale. Il primo purtroppo è irraggiungibile, la tedesca va troppo forte. Il prossimo anno invece sarà il primo da senior e sarà quindi molto duro».
Pensi alla possibilità di ricevere una convocazione in Coppa del Mondo?
«Quello è un sogno, ma prima devo fare bene nelle gare di Coppa Italia, perché quando mi sono confrontata con le nostre big non è andata benissimo. Devo prima diminuire il distacco che mi separa da loro».
Ci descrivi il ritorno a casa dopo la vittoria della medaglia mondiale?
«È stato bellissimo. Ero veramente distrutta dopo il viaggio e avevo voglia di starmene a casa, però mia mamma mi aveva detto che i ragazzi dello sci club volevano vedermi. Io non sapevo nulla della festa, ma ero felice di vederli e poter condividere con loro la gioia per questa medaglia. Però mentre andavamo all’appuntamento ho iniziato a capire dall’atteggiamento di mia mamma che forse mi avevano preparato una festa a sorpresa. Quando sono arrivata ho trovato tantissima gente, tutte le persone che conosco erano lì, mi hanno fatto trovare una torta buonissima e un bellissimo mazzo di fiori. Non potevo immaginare un rientro migliore».
A proposito, com’è stato gareggiare così lontano da casa?
«Prima di questa trasferta ero stata al massimo in Kazakistan. Mai quindi avevo fatto un viaggio così lungo, poi era uno dei miei sogni poter andare un giorno negli Stati Uniti e l’ho realizzato grazie allo sport. Mi è piaciuta tantissimo questa località perché c’era tantissima neve».
Puoi raccontarci com’è nata la tua passione per lo sci di fondo?
«Sin da bambina ho praticato il fondo, insieme allo sci alpino e al pattinaggio. Anche mia mamma era una sciatrice e mi ha trasmesso questa passione insieme a mia sorella, inoltre mi divertivo tantissimo nel fare sci di fondo con gli amici. Quando poi ho fatto le prime gare ottenendo degli ottimi risultati, ho iniziato a divertimi ancora di più. Sono felice della strada che ho intrapreso».
Da pochi mesi sei anche entrata a far parte di un Gruppo Sportivo e il fondo è diventato ufficialmente qualcosa in più di una passione.
«Si, a maggio ho fatto il concorso per entrare nelle Fiamme Oro, le cose sono andate bene e a novembre mi sono arruolata, così ho iniziato questa nuova avventura. Mi trovo molto bene perché mi sono inserita in un bel gruppo. Ringrazio le Fiamme Oro e la Polizia per avermi dato questa possibilità».
Fai tanti sacrifici per lo sport? Immagino che uscirai meno rispetto alle tue amiche.
«Si come ogni sportivo faccio qualche sacrificio, devo rinunciare a qualcosa ma per me non è un problema. Se anche devo restare qualche sera in più a casa non soffro».
Qual è il tuo idolo nello sci di fondo?
«Sicuramente tutte le grandi campionesse del nostro paese, ma una in particolare: Magda Genuin, perché veniva dalla mia stessa provincia e per me è una figura di riferimento».
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Ne ho tanti e credo siano quelli di ogni sportivo, ma preferisco non dire nulla perché sono sogni enormi. Mettiamola così: spero di raggiungere il massimo per quelle che sono le mie possibilità e fare sempre dei passi in avanti».