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L’opinione di Brusadelli: “Le gare sprint hanno confermato la buona scuola dell’Esercito”

Come ampiamente riportato sul nostro sito, i campionati italiani assoluti dello sprint si sono conclusi all’insegna delle sorprese per quanto riguarda i risultati e nella più assoluta regolarità per il campo di gara sul quale si sono svolti. La neve programmata tanto per la gara a coppie sull’anello stradale di Fiera di Primiero a Santo Stefano quanto per l’individuale di Feltre il giorno dopo a Pra del Moro ha infatti tenuto fino all’ultimo malgrado temperature che non sono certo abituali nella stagione invernale. Particolarmente in questa, quasi una primavera anticipata, che è sicuramente anomala.

In entrambe le località piste perfette, a ulteriore dimostrazione, semmai ve ne fosse bisogno, che non abbiamo niente da invidiare alle località abitualmente sede di Coppa del Mondo, Mondiali o Olimpiadi. C’è ancora tanta gente seria che sa lavorare bene e possiamo vantarcene con giustificato orgoglio: fosse così anche per la politica ….. Ma tant’è: di qualcosa almeno possiamo andar fieri a ragion veduta. E ancor più, per quanto riguarda noi appassionati, perché lo sta dimostrando lo sci nordico che, dopo una stasi profonda, è uscito dal letargo con Sandro Pertile direttore agonistico, e gli allenatori Chenetti nel fondo e Curtaz nel biathlon. Ovviamente c’è ancora molto da fare ma almeno hanno ricominciato a mietere risultati e a evidenziare atleti che, pur essendo diventati anche personaggi, non trovano adeguato riconoscimento da parte dei media per i quali sembra esistere solo il calcio.

In TV, poi, te lo propinano giorno e notte, manco fosse un ricostituente, ma anche sulla carta stampata non sanno più cosa inventarsi per guadagnare nuovi lettori. Senza però riuscirci in quanto Internet e telefonini di ultima generazione hanno stroncato il settore. Non c’è più né tempo né voglia di leggere. La stampa è in piena crisi, ma i giornalisti sono ugualmente in sovrabbondanza e per dimostrare che qualcosa devono pur fare sparano tante di quelle panzane che alla lunga hanno finito per annoiare e perdere di credibilità anche gli sport più popolari. Con il risultato di aver riportato le vendite ai minimi storici e messo in grosse difficoltà pure la cassa di previdenza della categoria.

Grossi guai, come si è detto, li ha fatti la politica. Nel caso dello sport, che in tema di risultati è tenuto in piedi dai gruppi sportivi militari, l’ultima "puttanata" è stato l’accorpamento dei Forestali con i Carabinieri. Era proprio necessaria questa “razionalizzazione” delle risorse o si è creato l’ennesimo carrozzone? Gli atleti l’ultima gara l’hanno disputata a Feltre dove la Sportful li ha salutati con un’apposita cerimonia alla quale sono intervenuti tanti dei campioni che in 60 anni di attività hanno portato sul podio i colori giallo e verde. Molte medaglie olimpiche e mondiali che devono i risultati ad un corpo che ora si è dovuto riconvertire dopo aver contribuito a fare la storia dello sport italiano.
Si esalta intanto l’Esercito che in questi due giorni ha fatto sfracelli con gli alpini di Courmayeur che, nel caso dello sprint a coppie, hanno addirittura stabilito un record che crediamo abbia pochi uguali: occupare tutti i tre gradini del podio con i loro atleti. E precisamente, dal primo al terzo posto, Fabio Pasini / Maicol Rastelli, Giacomo Gabrielli / Enrico Nizzi, Matteo Tanel / Stefan Zelger. Facilitati certamente dalla squalifica dei portacolori delle Fiamme Oro Noeckler / Pellegrino che avevano “mancato” il tocco al momento di un cambio, ma capaci di un lavoro di squadra tremendamente efficace. Al quale non è certamente estraneo l’apporto di Simone Paredi, che ha dovuto mollare skiroll e granfondo per indossare i panni dell’allenatore. La stoffa non gli manca.

Mai visto una cosa del genere nell’oltre mezzo secolo che seguo questa disciplina che ho cominciato a praticare, sulla scia dell’atletica e del ciclismo amatoriale, partecipando al mio primo campionato italiano giornalisti senza aver mai messo gli sci ai piedi, proprio a Courmayeur. Su neve ghiacciata e un percorso a tornanti ricavato su un costone in Val Veny. Un dramma nelle discese. A comandare la caserma Perenni c’era il capitano Valentino Stella, divenuto poi generale, il più anziano della famiglia che ha dato alla nazionale i fratelli Gianfranco e Aldo, e tuttora in attività con gli sci e gli skiroll. A quasi 84 anni furoreggia ancora ai Mondiali Master.

Di comandanti (l’attuale è il col. Mosso) e di atleti di altissimo livello da allora se ne sono succeduti parecchi, e ognuno di loro, con arruolamenti mirati, ha contribuito a confermare quella “scuola con le stellette” che tanto ha contribuito alle fortune dello sport italiano con ragazzi che ha fatto diventare prima uomini e poi campioni. Complimenti! Continuate così.

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