Davide Bresadola si sta allenando in questi giorni, prima di passare il Natale in famiglia e poi partire per Engelberg, in Svizzera, dove il 27 e 28 dicembre salterà sul nuovo trampolino in Continental Cup. Niente Tournee dei Quattro Trampolini per lui e per gli altri azzurri, che dovrebbero però essere presenti nella tappa di Innsbruck. Il nuovo allenatore della nazionale, il polacco Lukasz Kruczek ha deciso che è meglio cogliere risultati, punti e fiducia in Continental Cup, piuttosto che gareggiare in Coppa del Mondo rischiando di restare distanti. Di questo e di tanto altro abbiamo parlato proprio con Davide Bresadola, un ragazzo mai avaro di sorrisi e capace di trasmettere sempre il suo buonumore.
Ciao Davide, in questi giorni ti stai allenando, ma non parteciperai ai “Quattro Trampolini”, l’evento clou del salto mondiale. Un po’ ti dispiace?
«Parteciperemo solo alla tappa di Innsbruck. Certamente è una bellissima competizione, sempre molto emozionante, quindi è ovvio che un po’ dispiaccia. Allo stesso tempo, però, condivido la scelta del nostro staff tecnico e questo programma, perché se sei tra i primi 15-20 allora fare i quattro trampolini diventa anche divertente, ma se ti qualifichi per un pelo, visto il format di gara, rischi poi di pescare un Domen Prevc e salutare subito la compagnia. Insomma credo che questa scelta sia stata ponderata molto bene».
Dopo Kuusamo non ti abbiamo più visto in Coppa del Mondo, ma solo in Continental Cup.
«Gli allenatori hanno deciso così ed è la scelta migliore, perché in Continental Cup possiamo gareggiare in tre e non soltanto due come in Coppa del Mondo, quindi il gruppo resta unito. È una scelta da rispettare, soprattutto guardandola in ottica futura, perché ci permetterà di rientrare in Coppa del Mondo al momento giusto e senza affrettare le cose. L’obiettivo di tutti è quello di essere in Coppa del Mondo, ma voglio anche essere in grado di giocarmela al meglio e non andare lì per vivacchiare. In Continental posso anche giocarmela per stare ai vertici e riuscirci ti fa acquistare fiducia. Inoltre puoi stare più tranquillo, hai meno pressione, perché puoi anche permetterti di commettere un errore e recuperarlo. Io, Sebastian (Colloredo ndr) e Alex (Insam ndr) possiamo soltanto crescere, venire fuori e acquisire fiducia».
Sei soddisfatto del tuo inizio di stagione?
«Si e no, perché il mio livello di salto non è ancora buono come quello che avevo nel corso dell’estate. Devo sistemare ancora qualcosina, perché non sono al cento per cento. Da un altro punto di vista però, questo mi porta ad avere ulteriore fiducia, perché i risultati fin qui ottenuti non sono male per uno che ha ancora molto margine di miglioramento. Se avessi avuto la sensazione di aver saltato al meglio, probabilmente ora sarei preoccupato per la mia posizione, invece proprio la consapevolezza di avere ancora molto di più da dare, mi mette grande fiducia. So che devo migliorare ed essere più costante, per arrivare in gara e fare il salto buono. Per ora qualche piccola soddisfazione è arrivata, sono in crescita, a Vikersund avevo fatto qualche salto vicino ai primi dieci, a Ruka ci sono entrato. Attenzione poi, perché anche il livello della Continental non è basso e se sbagli anche qui la paghi, come è accaduto ad Alex che non è ancora al cento per cento. I saltatori che hanno vinto le prime gare stagionali, sono poi entrati nei 30 in Coppa del Mondo, segno che quando fai bene qui, puoi andare in Coppa del Mondo con buone credenziali».
Insomma sei fiducioso in vista delle prossime uscite?
«Si, perché stiamo lavorando bene, abbiamo avuto questo tour de force in Scandinavia ed ora l’obiettivo è di continuare ad allenarsi a Predazzo, poi festeggio il Natale con la famiglia, quindi il 26 andrò a Engelberg, dove sono curioso di scoprire il nuovo trampolino. Me lo sono studiato in tv, mentre guardavo la Coppa del Mondo».
L’ultima domanda riguarda un grande campione come Peter Prevc: cosa gli sta accadendo? Possibile che la caduta di Kuusamo lo stia condizionando tanto?
«Capisco che per chi vede le cose da fuori, possa sembrare qualcosa di incredibile, ma per un atleta è una cosa tutt’altro che impossibile. Il salto è uno sport particolare, nel quale basta poco per cambiare tutto, per migliorare o crollare. Anche Peter Prevc, che è un fenomeno del nostro sport, un marziano, si è alla fine dimostrato umano. Lui si era presentato a Kuusamo in grande forma, lo dimostra il fatto che sia giunto terzo anche cadendo, era il solito grande Peter Prevc statosferico. Dall’altra parte, poi, chissà come sta vivendo il fatto che sia suo fratello Domen a primeggiare. Comunque è tutta una questione mentale e non fisica. Io sono convinto che a breve, magari dopo due bei salti, se ritroverà tranquillità, tornerà a essere ingiocabile come l’anno scorso. Il nostro è uno sport semplice, anche troppo, fatto di mille gesti automatici, nel quale siamo noi a renderci tutto più complicato, pensando. Quanto accaduto a Peter è la dimostrazione che basta poco per cambiare tutti gli equilibri e incrinare la fiducia che hai, rendendo tutto più difficile, le cose scontate molto più complicate. Poi basta ritrovare serenità e tranquillità, le cose tornano a funzionare e senza accorgerti torni al tuo livello».