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Sci alpinismo

Sci Alpinismo, conosciamo Nadir Maguet: “Non conta solo vincere, ma trovare il proprio limite”

Nell’ultima stagione è stato il miglior italiano nella categoria Espoir e nella prossima stagione farà il salto di categoria, passando tra i Senior. A 23 anni Nadir Maguet è la grande promessa dello sci alpinismo italiano ed è intenzionato a rispettare quelle che sono le aspettative. La voglia di lavorare è tanta, come ha confermato nella seguente intervista.
Ciao Nadir. Com’è nata la tua passione per lo sci alpinismo?
«Mio padre è maestro di sci di fondo, così da bambino ho iniziato facendo quella specialità. Circa all’età di 14-15 anni mi sono avvicinato allo sci alpinismo attraverso Marco Camandona, che è un grande alpinista della mia zona e lui mi ha trasmesso la sua passione per la montagna. Questo sport mi è subito piaciuto, così ho iniziato a fare qualche gara e ho presto capito di essere portato. A me piace molto andare in montagna, ho scelto questo sport perché mi regala una sensazione di libertà, mi permette di uscire dagli schemi. Invece di stare tutta la mattinata sulla pista, posso scegliermi le linee che preferisco e andare in alto».
Cosa si prova ad affrontare le discese fuori pista ad alta velocità?
«A volte si rischia di farsela addosso (scherza ndr), ma in realtà quando sei in gara, non ti fermi a pensare a queste cose. In allenamento magari cerchi di goderti la discesa un po’ di più e di divertirti, mentre in gara non devi mai pensare troppo, anche perché se uno ragionasse sulla leggerezza dei materiali e tutto il resto, capirebbe quanto è rischioso».
Sei tra la giovane promessa dello sci alpinismo italiano: in virtù di questo, quanto ti fa piacere sapere che tra sei anni l’alpinismo sarà disciplina olimpica?
«Sono felice innanzitutto perché sarà un bel passo avanti per il movimento e la sua crescita. Per quanto mi riguarda, sarei molto felice di ricevere la convocazione. L’età gioca a mio favore, visto che nel 2022 avrò 29 anni».
Tra i tuoi coetanei, chi è il più forte?
«Da quando ho iniziato c’è il tedesco Anton Palzer, che è mio coetaneo ed è un fuoriclasse, un grandissimo talento.  Credo che non riuscirò a togliermelo di dosso fino alla fine della mia carriera. Dovrò però pensare soltanto a me e cercare di migliorarmi, come sto già facendo anno dopo anno».
Nel corso dell’estate come ti alleni?
«Svolgo molto lavoro a secco, praticando corsa, bici e skiroll. Cerco sempre di variare gli allenamenti. Non appena arriva la neve, vivendo vicino a Cervinia, riesco subito ad andare a sciare, per prendere confidenza con l’attrezzatura e macinare un po’ di metri di dislivello».
Qual è il tuo obiettivo per la stagione?
«Mi piacerebbe stare con più regolarità nella top ten della Coppa del Mondo. Quest’anno farò il passaggio di categoria da espoir a senior, quindi sarà un anno un po’ delicato sotto un certo punto di vista. So di avere i mezzi per fare bene, in estate ho fatto dei bei miglioramenti e nell’ultima gara della passata stagione ho visto di poter fare bene ad alto livello. Lavorerò molto duramente per crescere, poi vedremo cosa succederà»
Quando hai iniziato a praticare questo sport, ti saresti mai aspettato di arrivare nell’Esercito, così da trasformarlo nel tuo lavoro?
«Quello è sempre stato il mio sogno nel cassetto, mi chiedevo se sarei mai riuscito ad arrivarci. I sacrifici e il lavoro duro che ho fatto in questi anni sono stati ripagati e sono così entrato nel Centro Sportivo Esercito. L’ingresso in un corpo sportivo, però, non è il traguardo finale, ma deve essere il punto di partenza per raggiungere progetti ancora più ambiziosi. Sicuramente quando ho iniziato ero molto giovane, quasi un bambino, e a quell’età è difficile conoscere i propri limiti, non puoi sapere se sei in grado di arrivare dove sogni». 
Hai capito qual è il tuo limite?
«No, questo è il bello, perché l’obiettivo non è arrivare a vincere una gara, ma trovare il proprio limite, quello che ognuno di noi dovrebbe cercare».
Credi che un giorno riuscirai a battere campioni come Michele Boscacci e Robert Antonioli?
«Alcune volte sono già arrivato davanti a loro, ma farlo con continuità è molto difficile. Robert è fortissimo nelle gare sprint, Michele sta vivendo gli anni d’oro della sua carriera. Insomma oggi batterli è davvero difficile, quindi forse è meglio allearsi con loro (ride ndr)».
Cosa daresti per la vittoria di una medaglia olimpica?
«Tutti questi anni di sacrifici, allenamenti e passione».

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