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Sci di fondo

Iandolo (Pres. Comitato Molise) chiede chiarezza: “Dobbiamo sapere chi gestirà Campitello Matese”

Il nostro viaggio all’interno dei comitati regionali della FISI prosegue con quello molisano, regione piccola ma sempre molto attiva nello sport. Abbiamo intervistato il suo presidente, Giuseppe Iandolo, ex fondista che ha preso parte anche alla Marcialonga del 1991 e a diverse Dobbiaco-Cortina, e ha fatto tutta la trafila all’interno del Comitato Regionale Molisano, fino a diventarne il presidente. Una persona molto sincera, che ci ha rivelato i tanti problemi con cui si trova a combattere ogni giorno.  
Buongiorno presidente Iandolo. Qual è lo stato di salute degli sport invernali nella vostra regione?
«Purtroppo non è ottimale, perché abbiamo dei problemi in particolare con l’impianto di Campitello Matese, che è quello dove ci alleniamo nello sci alpino. Fino a poco tempo fa questo veniva gestito dalla Regione Molise attraverso Funivia Molise, ma oggi non si può a causa delle normative europee. È stato indetto un bando che ha scadenza il prossimo 10 ottobre, quindi al momento non sappiamo quali saranno i gestori della stazione sciistica e non possiamo nemmeno organizzarci in vista della stagione per trovare degli accordi con loro. Sono due anni che rischiamo sempre di ritrovarci l’impianto chiuso, ma con grandi sforzi della Regione siamo andati avanti. Ora purtroppo non è più possibile, quindi sono un po’ preoccupato. Per quanto riguarda lo sci di fondo, invece, c’è soltanto un problema di reclutamento di nuove leve, in quanto siamo una regione piccola. Per fortuna abbiamo Capracotta che ha una grande tradizione di fondo, una bella pista dove abbiamo svolto anche gare internazionali e un bel bacino d’utenza. Cercheremo ora di ripartire con un’attività di base per far avvicinare i piccoli allo sci, perché stiamo attraversando un periodo di cambio generazionale».  
I risultati agonistici dell’ultima stagione sono stati positivi?
«Nello sci alpino stiamo attraversando un periodo complicato, mentre nel fondo invece ci difendiamo bene, abbiamo due ragazze molto brave, anche se una di esse nell’ultima stagione è stata costretta a restare ferma a causa degli infortuni. Insomma qui le cosa vanno meglio, tanto che negli Interappenninici siamo primi con la nostra squadra».  
L’ha già accennato in parte prima: com’è la situazione degli impianti?
«Non troppo positiva. Finalmente si sono conclusi i lavori per il nuovo impianto di Capodacqua, che dovevano concludersi già da dieci anni, ma ancora non è stato messo in funzione. Ci auguriamo apra, perché ci consentirebbe di avere più piste a disposizione per allenarci, soprattutto in considerazione della situazione poco chiara di Campitello Matese. Per quanto riguarda questa località, spero che la situazione si risolva al più presto, perché se dovesse restare chiusa sarebbe una tragedia non tanto per il nostro Comitato, visto che potremmo anche trovare soluzioni alternative, ma in particolare per l’economia della zona, dal momento che ne risentirebbero tutti coloro che lavorano attorno a questo impianto, come albergatori e ristoratori. Infine c’è Capracotta che ha un’ottima pista di fondo, tecnica e bella, con ben tre circuiti. Per quanto riguarda lo sci alpino, invece, l’impianto è piccolo e va bene solo per i turisti»
Vi state muovendo anche sulle altre specialità?
«Si, grazie all’impegno di una persona del comitato, stiamo lavorando anche sullo sci alpinismo, tanto che lo scorso anno abbiamo disputato per la prima volta una gara in Molise. Lo stesso si può dire per lo snowboard, che comincia ad affacciarsi dalle nostre parti. Diciamo che vogliamo ampliare il nostro raggio d’azione».  
L’ultimo inverno è stato meteorologicamente molto complicato per tutti: voi come ve la siete cavata?
«L’Appennino è sempre complicato, perché a volte nevica molto e la neve si scioglie subito, mentre in altre occasioni, quando le condizioni della neve sono perfette, purtroppo arriva la nebbia a non permetterci di svolgere regolarmente l’attività. Questo è un problema che si verifica in particolare a Campitello Matese. Lo scorso anno siamo riusciti a disputare soltanto due gare e senza molti partecipanti, perché è nevicato soltanto a dicembre e la neve è stata ottima solo fino a metà gennaio. Poi è nevicato, ma poco, a fine febbraio, così o non c’era neve oppure c’era la nebbia. Peccato, perché dalle nostre parti organizziamo gare di slalom gigante, anche se stiamo cercando di far ottenere l’omologazione a Campitello per disputare una gara di super gigante, che potrebbe essere anche tappa dell’Interappenninico».  
La FISI ha subito un calo generale dei tesseramenti: qual è la vostra situazione?
«Contrariamente agli altri, noi abbiamo avuto un aumento di cento tessere, che per una regione come la nostra è un numero importante. Questo grazie alle agevolazioni che abbiamo fatto con Funivie Molise per la pista di Campitello Matese, visto che solo il 20% delle tessere vengono fatte da chi fa agonismo. Se a gennaio avesse nevicato avremmo avuto anche più tessere, perché offrivamo lo skipass a un terzo. Per questo motivo sono molto preoccupato per quello che accadrà a Campitello Matese. Ci auguriamo si sappia presto chi gestirà la pista, per trovare subito un accordo e proporre ancora delle agevolazioni per i tesserati. Fino allo scorso anno vendevamo già gli skipass in prevendita per raccogliere i soldi e permettere agli impianti di partire, ma oggi non possiamo farlo non conoscendo ancora chi avrà il compito di gestirli».  
Cosa bisogna fare per portare ancora più persone in montagna?
«Si deve lavorare tanto e devo ammettere che siamo stati un po’ carenti nel proporci e convincere la gente. Il Molise ha una struttura vantaggiosa, perché in quaranta minuti si va dal mare alla montagna. Ci vorrebbe da parte nostra una maggiore promozione, dovremmo entrare nelle scuole, dove c’è però la concorrenza di chi porta altri sport che vanno più di moda e sono più comodi ed economici per le famiglie. Dobbiamo far capire a queste ultime che portare i ragazzi sugli sci è bellissimo. Certo, poi c’è il problema economico, perché noi possiamo aiutare sci club e genitori soltanto pagando la spesa delle trasferte. Per fare di più dovremo cercare degli sponsor, in grado anche di aiutare gli sci club, che sono anch’essi in difficoltà».  
Com’è il vostro rapporto con le scuole?
«Anche su questo punto siamo un po’ in difficoltà. Noi dovremo essere più bravi nel promuovere gli sport invernali anche nelle scuole. Però a volte troviamo delle grosse resistenze da parte dei professori di eduzione fisica, i quali preferiscono che i ragazzi facciano altri sport, perché lo sci richiede un maggior impegno economico e di tempo. In qualche scuola, dove abbiamo professori che sono anche sciatori, riusciamo a organizzare qualcosa. Comunque per crescere si può fare solo promozione sul territorio e nelle scuole».
Qual è l’obiettivo per i prossimi anni?
«Nei due anni che sono rimasti alla conclusione del mio mandato, vorrei ripartire dalla base, fare sacrifici per portare sugli sci tanti giovani, farli crescere con degli istruttori anche delle nazionali. Una cosa che si fa soprattutto con il fondo, nel quale sono previsti dei raduni di due o tre giorni con i tecnici nazionali. Un lavoro che richiede tempo e soldi da spendere, ma ci tengo a lasciare agli altri un comitato che ha un futuro».

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