Il nuovo quadriennio olimpico degli sport invernali inizia domani con la convocazione, a Milano, del 74 atleti dello sci alpino che nella passata stagione hanno fatto parte delle squadre di Coppa del Mondo, A, B, interesse nazionale e Futurfisi. Pare giusto: “noblesse oblige”. Nel pomeriggio, invece, sarà il turno dei gruppi di snowboard a consacrare il primo atto della seconda gestione Roda consolidata nei numeri (57.279 voti contro i 27.868 voti di Pietro Marocco e i 12.173 di Manuela Di Centa) ma partita con il piede sbagliato: la bocciatura dello statuto che gli avrebbe dato mano libera un po’ su tutto mentre ora deve continuare a muoversi sulla falsariga delle norme precedenti che qualche lacciolo glielo impongono pur sempre.
In aggiunta un paio di milioni di “rosso” di bilancio il cui risanamento è affidato alla capacità di trovare nuove entrate da parte del presidente che, come scritto più volte, è un tecnico e certamente non un manager. Per poter svolgere l’attività agonistica deve sperare nell’assegnazione dei Mondiali 2019 di sci alpino a Cortina, e, per il momento, affidarsi alla Infront, sulla quale sono basate quasi tutte le sue speranze, e magari fare ricorso al Coni. Il quale, però, non trattandosi di preparazione olimpica, non aprirà le sue casse oltre lo stretto indispensabile.
Comunque una situazione certamente migliore di quella che trovò a suo tempo Morzenti accollandosi un passivo di oltre 10 milioni e costretto a chiederne 3 di prestito al Coni per poter avviare la stagione agonistica.. Puntualmente rimborsati da chi, da manager, sapeva come e dove muoversi mentre Roda, con un campo d’azione più limitato, incontrerà certamente maggiori difficoltà a rilanciare sul piano economico prima ancora che d’immagine, uno sport, lo sci, che risente già per conto proprio della crisi che sta attraversando il Paese.
I fondisti, invece, sono di turno due giorni dopo, giovedì, e hanno accolto con indubbia soddisfazione questa chiamata poiché è la prima volta che vengono messi in condizione di esprimere un loro parere. Sono 47 i convocati, dalla squadra di Coppa agli juniores. C’è quindi augurarsi che sappiano farsi valere nel modo che lo stesso presidente Roda ha richiesto: e cioè “fargli capire quali siano le loro maggiori difficoltà, per poi individuare con gli allenatori le linee guida per il futuro“.
Il che ci pare anche logico per uno che, del tutto digiuno in materia, chiede indicazioni che evitino le scelte e le contraddizioni che hanno condizionato il recente passato nel quale troppe decisioni sono state prese “a capocchia” e calate dall’alto.
Non siamo di fronte al tavolo di dibattito né tantomeno a quegli “stati generali del fondo” di cui ho sempre sostenuto la necessità, ma è pur sempre un passo avanti che segue l’idea, anticipata da Roda prima delle elezioni di Bologna, “di mettere in piedi, per tutte le specialità della Fisi quattro diverse, direzioni agonistiche, con quella dello sci nordico affidata a Sandro Pertile”.
E’ un esperto di marketing: se n’era già occupato per il Toroc a Torino 2006, lo ha fatto con Nordic Ski Fiemme per i Mondiali 2013, e a Bologna ha totalizzato 34.650 voti. Secondo più votato di giornata dietro Alberto Beretta, che di voti ne ha ottenuti 43.302 e nel successivo Consiglio federale, a seguito di votazione segreta, è stato nominato vicepresidente vicario. Incarico che il Veneto, grande sponsor di Roda, si aspettava invece per Alberto Piccin che, con 25.865 voti, era però risultato il settimo e ultimo dei consiglieri laici eletti. Che poi Beretta sia la persona giusta per ricoprire il ruolo di vicepresidente di sede è tutto da dimostrare, impegnato com’è con la sua azienda di salumi.
A Bologna, nel discorso di circostanza, Roda ha ammesso di aver fatto errori e ha chiesto scusa ai rappresentanti degli sci club, ha chiesto – e assicurato – più collaborazione. Parole più di circostanza che di credibilità. Infatti il vizietto dell’uomo solo al comando (che una volta era Fausto Coppi, mentre lui ha tutt’altra dimensione), non crediamo se lo sia lasciato alle spalle: se così fosse, l’imprenditore brianzolo, da quel che se ne sa, non sarebbe il tipo di “yes man” sul quale fare affidamento. Per fortuna è ancora uno che fa di testa sua.
Per quanto riguarda Pertile, comunque, non è al suo primo passaggio nel Consiglio federale: ne aveva già fatto parte fra il 2004 e il 2007 nelle vesti di consigliere atleta, ruolo occupato, per il quarto mandato consecutivo, da Gabriella Paruzzi che con 2.976 voti, è risultata la primatista fra i 6 candidati pur non essendo legata a nessuno dei 3 candidati presidenti. Il che significa che ha goduto di un consenso trasversale andato al di là degli schieramenti.
Come ha avuto modo di scrivere Tita de Stalis, dovrebbe però imparare a mostrare i denti per fare gli interessi dello sci nordico che ne ha proprio bisogno. E ne avrà l’occasione visto che, in qualità di unica rappresentante femminile dell’intero Consiglio, è stata nominata anche consigliere atleta nell’Ufficio di Presidenza. Una voce che può contare, dunque.
E’ ancora tutto da vedere come il Consiglio federale verrà strutturato nell’immediato futuro: per ora, come dice il comunicato stampa della sua prima riunione, “è stata indìviduata e condivisa l’opportunità di strutturare l’area tecnica in 4 differenti aree: nordico, alpino, snoboard, freesnow e freeski, ghiaccio, con rispettivi gruppi di lavoro nei quali sarà suddiviso lo stesso Consiglio federale che terrà la prossima riunione il 13 maggio alla quale parteciperanno anche membri dei Comitati regionali.
Attualmente l’unica anticipazione è la “nuova Commissione che ha lo scopo di interloquire con i club attraverso l’istituzione della figura del Coordinatore degli Sci Club che viene individuato nel Consigliere Marco Mapelli. E’ stata inoltre reintrodotta la Commissione Carte Federali avente ad oggetto l’armonizzazione delle regolamentazioni federali esistenti e lo studio di ulteriori regole quali l’adozione di un proprio codice etico della Federazione”.