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Il consigliere federale Marco Mapelli replica alla lettera del presidente Roda pubblicata sul sito FISI

Colleghi Tesserati,
ho letto attentamente la lettera del presidente FISI Roda pubblicata ieri sul sito federale ed inviata a tutte le società affiliate .
Premetto la mia perplessità sull’uso non equo del sito federale alla vigilia delle votazioni a Bologna, però è doverosa una replica se non fosse per puntualizzare alcuni punti.
Bene riconoscere che c’è molto da fare: chi potrebbe negarlo visto il calo continuo di tesseramento e di risultati, bene ringraziare il territorio, le società, i volontari, che sono stati quasi ignorati dalla politica federale degli ultimi due anni .
Chiaro che come minimo, dopo un commissariamento come quello cha abbiamo subìto, ci fosse da ricostituire le relazioni esterne, ma partendo da zero tutto quello che arrivato è ovviamente un qualcosa in più di prima .
Però che l’ammodernamento sia legato all”adozione del nuovo statuto, permettete, questa è proprio grossa: ma davvero il presidente ritiene che tutte le società siano così sprovvedute ?
“Senza il nuovo statuto non si potrà avere un tesseramento differenziato, che è uno dei pilastri della nuova FISI”: vorrei ricordare al presidente Roda che persone molto vicine alla Federazione già da prima del 2000 si erano poste il problema, ed avevano anche elaborato un progetto molto, ma molto più completo e interessante rispetto ad un concetto, “il doppio tesseramento”, che ora il presidente Roda cita. (Se il presidente fosse interessato, siamo a disposizione per illustrarlo).
Vogliamo però ricordare a tutti che esiste un problema costo, ma il problema del costo tessera è legato al finanziamento del territorio: se non fosse per i tesserati, che contribuiscono con 14 € per tessera, i vari comitati regionali non avrebbero risorse per fare la loro opera, migliorabile certamente, ma fondamentale per la federazione tutta. E quanto al problema del riconoscimento della tessera come affiliazione ad un club, da cui dipende anche un fattore per le graduatorie ed i puntegg , non vogliamo parlarne ?
Ma siamo proprio sicuri che basti un tesseramento differenziato per risolvere i problemi della FISI? Se pensiamo che basti differenziare i costi per fare accedere categorie con più facilità, pensiamo ai giovanissimi, non serve il nuovo statuto, si può fare con quello che c’è ora; non pensiamo invece che per dare nuova linfa alla federazione non si debba invece far partecipare la base, le società, alla programmazione dell’attività federale? Questo è il vero problema, il nocciolo della questione: aprire la Federazione, le stanze dei bottoni, alla partecipazione delle migliori espressioni del territorio, delle eccellenze a livello agonistico, organizzativo, da cui forse la FISI ha da imparare, non insegnare . Mutuare dal territorio esempi di gestione virtuosa, sfruttare queste eccellenze facendone tesoro per progetti pilota federali, ecco la vera risorsa per una Fisi moderna e virtuosa .
Il presidente dice che la base è da considerare e valorizzare, ma in che modo? Diminuendo il quorum per la validità delle assemblee ed aumentando il numero delle deleghe , dando di fatto a pochi il controllo della FISI?
Questa è una ipocrita contraddizione, diciamo le cose come stanno. Lo statuto dovrebbe obbligare il presidente ad allargare la base con cui sia doveroso consultarsi, dovrebbe dare potere reale alle commissioni la cui componente base sia da annoverare obbligatoriamente tra le migliori realtà del territorio FISI (prendendo, ad esempio, la graduatoria delle società, quale strumento di selezione).
Una FISI moderna, coraggiosa, di rottura con il passato: ecco cosa serve, non uno statuto che invece rende la federazione una reale AUTARCHIA (che è peggio di Oligarchia, ndr), avente per “deus ex machina” il presidente federale.
Frutto di una reale condivisione con la base dovrà essere il fulcro di ogni azione federale, con un consiglio federale (foto sotto) che deve , nei suoi componenti, annoverare i coordinatori reali delle varie divisioni operative . Una domanda è doverosa: la commissione carte federali ha funzionato con lo spirito di collegialità che eravamo abituati a vivere? Chi ha steso lo statuto? Quanto è stato il coinvolgimento della base, dei club?  Mi permetto di rispondere: coinvolgimento della base = zero.
Non è rispettoso di ogni singolo tesserato riempire pagine e pagine di siti web o di lettere con enfatica retorica che non ha fondamento.
Se la FISI non torna ai tesserati nel senso prima indicato, siamo destinati ad essere ridotti al lumicino, mortificando il nostro magnifico sport, con tutti i tipi di tessere che il presidente può pensare.
Auguri di cuore ad ognuno di voi e, comunque sia, affiliatevi alla FISI
                                                                                                                                                Marco Mapelli

Consiglio Federale modenaLa lettera di Roda pubblicata sul sito della Fisi

Milano 10 aprile 2014
Si conclude con l’Assemblea elettiva del 12 aprile a Bologna quello che, mi auguro sia stato il mio primo impegno come Presidente della Federazione Italiana Sport Invernali. La F.I.S.I. è un organismo decisamente complesso da comprendere in tutte le sue sfaccettature e ancor più difficile è cercare di ammodernarlo e renderlo competitivo. Molto resta da fare e da fare subito, per questo motivo ritengo sia necessaria la continuità nella gestione, perché la F.I.S.I. non può permettersi di ricominciare da capo ogni due anni come è successo nel recente passato.
Per prima cosa, desidero ringraziare chi ha collaborato con me in questi primi due anni di intenso lavoro, a partire dal Consiglio Federale, alla Consulta, ai Gruppi Sportivi Militari Nazionali di Stato per passare a tutta la struttura tecnica, agli atleti e allo staff interno della Federazione. Ma il ringraziamento si estende a tutto il territorio: i Comitati Regionali, Provinciali e gli Sci Club che, la maggior parte delle volte a puro titolo di volontariato, organizzano tutta l’attività di base e permettono ai ragazzi che praticano i nostri sport di crescere agonisticamente e umanamente. E’ un valore che va salvaguardato e premiato.
Questa lettera ha lo scopo di informare tutti i soci sui principali temi dell’attività dei due anni passati, improntati ad un obiettivo chiaro: rilanciare la Federazione, farla tornare al centro del panorama sportivo e turistico della montagna italiana e internazionale.
E’ stato messo molto impegno nel ricostruire il rapporto con tutte le Federazioni Internazionali e restituire così il ruolo che spetta all’Italia che, va ricordato, nel 2012 non aveva neppure il diritto di voto all’interno del Consiglio Fis. Ora l’Italia è più ascoltata, meglio considerata, ha ottenuto nuove gare di Coppa del mondo ed è seriamente candidata ad ottenere il Mondiale di sci alpino del 2019. Tutto ciò èstato possibile grazie alla correttezza e alla continuità di relazioni con l’estero intessuti in questi due anni.
Con il crescere del prestigio internazionale si rendeva necessario dare un impulso forte alla politica di marketing della F.I.S.I. e dotarsi di un vero partner che potesse assistere la Federazione nei rapporti con i fornitori e con gli sponsor attuali per rendere più efficaci i contratti esistenti, ma che potesse anche garantire maggiori entrate per gli anni a venire. Il partner ideale è stato identificato in Infront Sports&Media, che è divenuto advisor federale e che garantisce professionalità e organizzazione senza pari nel mondo dello sport e permette alla F.I.S.I. di vedere stabilizzarsi le entrate delle sponsorizzazioni e dello sfruttamento dei diritti promo?pubblicitari per i prossimi anni, lasciando aperta la porta a nuovi investimenti. Ne è un esempio l’accordo, già siglato, con Padiglione Italia ed Expo 2015.
L’attuale gestione ha ereditato un bilancio fortemente viziato da crediti inesigibili e passività legate a vecchie pendenze giudiziarie che legavano la F.I.S.I. a cause molto onerose. In accordo con il Coni, ci si è fatti carico di “ripulire” il bilancio, accantonare e stralciare queste vecchie pendenze in modo da avere un patrimonio più trasparente e più solido per il futuro. Il bilancio serve per fare i budget delle squadre, serve a finanziare l’attività sul territorio, serve a programmare ogni investimento o spesa della Federazione. E’, insieme allo Statuto, il documento più importante che la Federazione deve rispettare. Ora, con non pochi sacrifici, è arrivata a conclusione la causa con la società editrice Scode che risaliva al 1997 e che costa alla F.I.S.I. € 650.000 inclusa la rivalutazione, gli interessi e le spese legali, è in via di risoluzione la doppia causa fra la F.I.S.I. e CDA/Sport&Chic, è stata transata la causa con Informatica System che è costata alla F.I.S.I. € 400.000 più le spese legali.
Il cammino verso la modernizzazione passa anche per l’adozione di un nuovo testo di Statuto, che possa rendere più snella e più moderna la Federazione. E’ stato fatto un serio e approfondito lavoro, supportati anche dal Coni, per dotare la Federazione di un nuovo testo di Statuto che non stravolgesse la struttura tradizionale della F.I.S.I. ma che apportasse migliorie e innovazioni adeguate ai tempi attuali.
Come si diceva più sopra, lo Statuto, insieme al bilancio, è uno degli assi portanti per la vita di una Federazione. Alcuni esempi per capirci meglio: non sarà possibile rinnovare la tessera F.I.S.I. se nello Statuto non sarà inserita la possibilità di farlo; non sarà possibile modificare le regole per le elezioni o per il funzionamento delle Assemblee se non ci saranno modifiche statutarie che lo permettano. Questi e molti altri adeguamenti sono inseriti nel nuovo testo e vedremo se l’Assemblea Straordinaria, fissata in contemporanea con quella Elettiva, permetterà di compiere questo salto in avanti oppure se sarà necessario migliorare ancora un testo che deve essere il frutto della condivisione con la base.
Visto che si è accennato al tesseramento, occorre soffermarsi per qualche riga sull’argomento. Dopo due stagioni di test si è capito che la tessera, per poter essere rilanciata, deve essere completamente ripensata. Il nuovo testo di Statuto prevede la possibilità di creare un tesseramento differenziato che aprirebbe un ventaglio di nuove possibilità per i tesserati non agonisti. Certamente ho commesso un errore due anni fa sottovalutando l’impatto che avrebbe avuto levare la RC dai contenuti della tessera attuale. Sono ritornato sui miei passi e la RC è stata reinserita nella tessera di quest’anno, ma non è bastato per far risalire il numero dei tesserati.
Il vero problema è che la tessera F.I.S.I. com’è concepita ora non è più appetibile per chi non è agonista. Occorre trasformarla in qualcosa di nuovo, stringere accordi con i Maestri di Sci e altre Associazioni perché possano ampliare il pubblico potenziale. Ma per fare tutto ciò occorre almeno una doppia tessera: una per chi fa agonismo e una per chi è solo un appassionato. Occorre aprire un tavolo di lavoro ed esplorare nuove possibilità per quello che rimane un grande veicolo di aggregazione, la tessera F.I.S.I.
E’ arrivato il momento di parlare un po’ di sport, di risultati, di medaglie, che sono il vero “core business” della F.I.S.I. ed è con questa convinzione che è stato dedicato il massimo impegno e le maggiori risorse possibili all’attività agonistica:sia a quella di alto livello che a quella di base. Due milioni di euro in più, rispetto al 2010, sono stati impegnati per l’attività agonistica durante l’attuale mandato. Gli atleti sono stati messi nelle condizioni di produrre il massimo risultato alle recenti Olimpiadi di Sochi. E anche il rapporto con il Coni si è stretto al massimo,ottenendo la massima collaborazione dalla struttura che governa lo sport italiano.
Il risultato di tutto ciò sono state le quattro medaglie che l’Italia ha saputoconquistare: medaglie storiche, tutte. Sia le due di Christof Innerhofer che ci hanno riportato ai tempi di Alberto Tomba, sia quella nella staffetta mista del biathlon, specialità che non saliva su un podio olimpico da 16 anni, sia quella dell’immenso Armin Zoeggeler che è diventato l’unico atleta al mondo a saper vincere sei medaglie in sei edizioni consecutive dei Giochi. Non è arrivato l’oro e questo sarà l’obiettivo per cui bisognerà lavorare in vista di Pyoengchang 2018.
Ma non c’è solo l’attività di vertice. I nostri giovani atleti hanno saputo conquistare ben 28 medaglie nelle varie edizioni dei Mondiali ed Europei Juniores e Giovani e in 7 discipline diverse, il che dimostra che c’è una base concreta su cui si può lavorare per il futuro. Il progetto FuturFisi ha certamente bisogno di qualche assestamento ma per lo meno è servito per indicare delle linee guida nuove e più moderne nel rapporto di collaborazione fra la F.I.S.I. centrale, il territorio e i Gruppi Sportivi Militari e di Stato, ai quali va sempre il riconosciuto il ruolo centrale nella crescita e nel recupero soprattutto dei giovani atleti. Da qui si può ripartire, spetterà ai soci decidere con chi. Per me sono stati due anni appassionanti e intensi, carichi di impegni ma anche di grandi soddisfazioni.
Ora ho fissato una serie di obiettivi da raggiungere nel prossimo quadriennio, qualora l’Assemblea del 12 aprile decida di confermarmi la fiducia. Sono convinto che ciò di cui ha maggior bisogno la F.I.S.I. in questo momento sia bene riassunto nel motto che ho scelto per affrontare l’Assemblea di Bologna: “Il Futuro comincia dal presente: innovare nella continuità”.

Con i più cordiali saluti.                                                                                           Flavio Roda
                                                                                                                                                

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