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Sul mancato “Fair play” elettorale il parere di Tita De Stalis, dirigente del fondo e ex presidente di Comitato

Pubblichiamo, sotto, la lettera che da Ravascletto, ci manda Tita De Stalis. Un fedele lettore di fondoitalia che fa parte della storia dello sci del Friuli, del fondo in particolare. Giornalista pubblicista, è stato, fra l’altro, presidente del Comitato per 9 anni. Ha passato gli 80 anni, ma è di una lucidità spaventosa, come si può evincere dalle sue stesse parole, ma ancor più dal sito titadamonaipensiero sul quale affronta temi di stretta attualità, dalla politica allo sport. L’ultimo si riferisce agli ostacoli che il presidente del Consiglio Renzi si trova ad affrontare e che lui aveva previsto.
Su questo sito il 6 agosto 2013 aveva scritto a proposito della Fisi che, a suo e nostro parere, necessita di un presidente che sia un manager e non un tecnico. Ora che si è in campagna elettorale torna sull’argomento, prendendo lo spunto dall’ultimo editoriale sul “fair play”, per descrivere l’incontro che i candidati Di Centa e Marocco hanno avuto con gli sci club del Comitato Friuli Venezia Giulia. Un parere autorevole, il suo, che siamo ben lieti di riportare.

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Caro Direttore, da circa 4 anni vivo ai margini della FISI, un po’ per la mia età e un altro po’ per il fatto che non c’è più l’ambiente che ho lasciato nel 2001, ed il “fair play” che lei invoca appartiene ad un’epoca in cui io, possessore della Tessera FISI, mi sentivo una persona privilegiata: era, sotto certi aspetti, come avere in tasca una Carta di Credito. Purtuttavia, quando si è spesa una vita per uno sport, non si riesce ad estraniarsi: ecco allora a soffrire davanti al televisore, nella speranza che uno dei nostri riesca a mettere il naso davanti agli altri. Devo ammettere che sono stato abituato male, i tempi cambiano ed al di là di alcune carenze organizzative e tecniche, non è che i Campioni nascano come i funghi.
Per essere aggiornato su ciò che succede in Federazione, mi appoggio a FondoItalia, anche perché tratta una disciplina dello sci che mi ha visto impegnato in varie epoche, non come atleta ma come dirigente. Ecco allora che, lunedì 31, non sono stato capace di mancare all’incontro che il Comitato Regionale aveva programmato per ascoltare i candidati del FVG al prossimo Consiglio Federale e due dei candidati alla poltrona di presidente, Manuela Di Centa e Pietro Marocco (il presidente uscente, Roda, forse temendo un confronto, aveva preferito incontrare i presidenti dei club del FVG, in altra sede ed in altra data).
La Sala Convegni del Mercato Ortofrutticolo di Udine era praticamente piena, e, caso strano, sia gli interventi dei candidati che le domande rivolte ad essi dagli uditori, si sono svolti nella correttezza più assoluta. I due candidati hanno esposto le linee programmatiche in caso di una loro affermazione, e lo hanno fatto con molta chiarezza, riuscendo ad essere assai convincenti. Ambedue hanno dichiarato di non avere una squadra e quindi governerebbero la Federazione con le persone che i presidenti di Club sceglieranno.
Non hanno pero potuto fare a meno di informare i presenti che non è stato concesso loro di presentarsi né a Belluno né a Trento, in quanto quei due Comitati avevano già fatto le loro scelte. Sarà vero che i presidenti di Comitato non sono tenuti ad organizzare incontri per dare la possibilità a tutti i candidati di esporre le proprie idee per ridare smalto ad una Federazione che, detta con molta franchezza, non è messa tanto bene, ma se lo fai per uno non mi pare corretto escludere gli altri.
Questo principio mi ha spinto a chiamare il mio amico Bortoluzzi, presidente del Comitato Veneto, della cui amicizia vado comunque fiero, per chiedergli dov’era finita l’ospitalità veneta, al che lui si è subito stizzito, come l’avessi punzecchiato. Mi ha parlato che la FIS ha chiesto continuità, che non è opportuno mettersi in contrasto con essa, visto che c’è in ballo la candidatura per i Mondiali di Sci Alpino del 2017. Ho cercato di fargli capire che a continuare con il segno meno non si va da nessuna parte.
Ciò che però mi ha sorpreso di più, però, è stato il fatto che Bortoluzzi mi ha detto che l’incontro di Udine è stato una mezza gazzarra. Niente di più falso, Roberto, gli ho risposto, ero presento e sfido chiunque a dimostrare che c’è stata gazzarra. Evidentemente qualcuno ha ritenuto di farsi bello usando il falso, perciò ho provato a fare qualche sondaggio, per capire chi poteva avere interesse a fornire informazioni false. Mi è stato detto che poteva averlo fatto il luogotenente del vicepresidente Piccin, ma non mi hanno fatto nomi. Perciò, caro Piccin, posso dirti che ti hanno male informato.
Non so se posso permettermi di fare un’ulteriore domanda al mio amico Bortoluzzi, ma la faccio comunque, nel segno della libertà e della schiettezza che ha sempre caratterizzato la mia vita. Roberto, se non ho letto male, non ti sembra, come Veneto, di puntare ancora su cavalli logori e stanchi, forse hai imparato da coloro che ci governano in quel di Roma ?
Da FondoItalia, sono venuto a conoscenza di un altra cosa, questa bella, in quanto sia il Comitato Veneto che quello del FVG, avranno una segretaria o un segretario, a tempo pieno, pagato dal CONI. Siccome le notizie stampa le prendo sempre con le pinze, anche in questo caso ho voluto fare una verifica. La risposta è stata affermativa: nella sede del Comitato Regionale del FVG, da un po’ di tempo a questa parte è effettivamente in servizio una segretaria, persona che il presidente Ferrari, candidato al nuovo Consiglio Federale, ha scelto con moto proprio, senza sentire il Consiglio (forse si poteva aprire un concorso), e chi ha scelto? Una dirigente del CSI udinese: in poche parole è riuscito a mettere assieme il diavolo con l’acqua santa. Forse Ferrari ha inteso prendere due piccioni con una fava. Può darsi. Ci sarebbe dell’altro, ma il “gossip” non mi ha mai interessato.
Il mio augurio è che a Bologna le scelte vengano fatte non per delega ma con la presenza di tanti presidenti, tecnici ed atleti, e che sia una scelta ponderata per il bene della FISI (le comarelle, come dice FondoItalia, non ci interessano).
Chiudo con un accenno al nuovo Statuto che dovrebbe essere approvato nell’Assemblea di Bologna. Finora tutti i cambiamenti avvenuti dal 2000 in avanti, sono stati portatori di inefficienza e di sbadigli, con variazioni calate dall’alto senza sentire la base. Amici tutti dello sport della neve, chiudo con un auspicio per me fondamentale, cioè che chi sarà scelto a governare la FISI, pensi un tantino ai club, sempre più in difficoltà, strutturale e dirigenziale. Se cadono i Club, cade tutto il palco su cui andranno ad accomodarsi i nuovi (o vecchi) dirigenti federali.
Ravascletto, 4 aprile 2014                                                                                 Tita De Stalis

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