SOCHI (RUS) – Olimpiadi, sprint a tecnica libera: la caduta degli dei, verrebbe da dire, se si guarda al risultato, ma ancor più a come questo è maturato. Nulla da obiettare sui vincitori, Caspersen Maiken Falla (foto sotto con Oestberg) e Ola Vigen Hattestad (a sinistra), entrambi norvegesi tanto per non cambiare solfa, considerando che hanno dominato la prova dalla qualificazione alla finale.
Una spanna sopra tutti. Giocando d’attacco e non di rimessa, come hanno fatto tanti altri, e facendo crollare, alla fine, gerarchie che sembravano essersi stabilizzate nel tempo. Come quelle della Bjoergen e di Cologna che domenica, con un prepotente scatto sullo strappo finale, si erano assicurati il successo nello skiathlon e qui, invece, sono finiti “a pelle di leone” nella neve in semifinale la prima e addirittura nella batteria dei quarti il secondo.
Si aprivano così grosse prospettive anche per i colori azzurri, in particolare per Federico Pellegrino che aveva ottenuto il terzo tempo nella qualificazione, che era sempre stata il suo punto debole, ma anche per Gaia Vuerich, che ha mancato la finale per pochissimo.
A creare lo sconquasso sicuramente il percorso (più duro quello maschile che contava una salita, mezzo chilometro e un minuto abbondante di gara in più), ma anche la condizione della neve che si spappolava sotto curva se allargavi troppo il compasso della pattinata come è avvenuto nel caso della Bjoergen addirittura sul piano e in pieno rettilineo, oppure in curva dove la mancata presa di spigolo ti proiettava verso l’esterno, addosso ai materassi che coprivano le transenne.
Ne sanno qualcosa Ustiugov, Gloeersen e Hellner che, arrotandosi e finendo a terra, hanno proiettato verso il traguardo, a giocarsi l’oro in volata, Hattestad e Peterson , e hanno dato a Joensson, che già solo dopo 500 metri, preso dai crampi sulla prima salita, aveva alzato bandiera bianca si è trovato invece la medaglia di bronzo al collo quandol era ormai intenzionato a viaggiare tranquillamente verso il traguardo a concludere per onor di firma. Sollecitato dai suii tecnici, ha raccolto le ultime forze per raggiungere e superare i tre che lo precedevano ed erano ancora stesi sulla pista (nella foto l’arrivo dei tre svedesi).
Colpa di quel surplus di acido lattico che anche Pellegrino ha accumulato nell’inseguimento effettuato nella batteria dei quarti per riportarsi sotto in primi che lo avevano staccato in salita e che non era riuscito a smaltire nell’intervallo, tanto da ritrovarsi senza gambe a metà percorso in semifinale. Nuova conferma di un’ancor scarsa tenuta alla distanza e all’accumulo di fatica delle prove ripetute ad intervalli troppo brevi.
Interpellato, lo ha ammesso sul sito della Fisi: “So che davanti a me ho parecchi anni di carriera, continuerò ad allenarmi e migliorare il livello che ho raggiunto. I primi dieci del mondo sono alla mia portata, i primi tre magari non ancora. Il numero 3 di qualifica è un buon numero ma gli tocca correre sempre nell’ultima batteria, per cui i tempi di recupero sono limitati e il mio corpo ne risente.
Questo è un aspetto che devo migliorare, non è una scusa. Non ho mai gareggiato su un tracciato così tosto, negli ultimi anni si è deciso di specializzare gli sprint su piste più corte. Qui è stata invece preparata una pista diversa, anche se l’ordine d’arrivo vede nelle prime posizioni solo specialisti. Non ci sono scuse, non ho nulla da recriminare poiché ho lavorato tanto, sono arrivato a poco da una grandissimo risultato, sto continuando un percorso di crescita, continuerò così anche nei prossimi anni per migliorare sempre più. Non mi sento arrabbiato, ho fatto ciò che dovevo fare cercando di risparmiare nei quarti e mettermi davanti in semifinale, purtroppo quando si è trattato di accelerare avevo finito la benzina. Continuerò a sognare”. Parole sante, da sottoscrivere in pieno. Con lui, schierato nella stessa batteria, si è fermato nei quarti anche David Hofer, 18° tempi nella qualificazione, che avevano invece mancato Noeckler e Nizzi, e 15° nella classifica finale.
Brava e sfortunata Gaia Vuerich che ha superato come “lucky looser” un difficile quarto di finale ricco di avversarie importanti, mentre in semifinale ha lottato fin sulla linea del traguardo, rimanendo fuori dalla finale per 5 decimi. “Peccato non essere riuscita a passare in finale per così pochi decimi, ha spiegato la carabiniera trentina, settima nella classifioca finale. Sono comunque soddisfatta, ho raggiunto il risultato minimo che mi ero prefissata, mi rimane soltanto un piccolo rammarico per la semifinale poichè sono rimasta leggermente attardata sulla salita e nel rettilineo conclusivo avevo recuperato bene, sentivo di avere ancora gambe buone, ma mi è mancato qualche metro”.
Caduta invece nei quarti Greta Laurent dopo un contatto con una norvegese, mentre Ilaria Debertolis è rimasta fuori dalle trenta per 12 centesimi, con un tempo che le è valso il 7° posto. “Avevo impostato bene la batteria rimanendo nelle prime posizioni, ha detto la Laurent; purtroppo nella discesa che precede il traguardo una norvegese mi è salita con uno sci sul mio e sono caduta, Ho tanto da imparare, questa è solo una tappa verso la mia crescita agonistica”.
Classifica sprint femminile
1. Falla Maiken Caspersen NOR; 2. Oestberg Ingvild Flugstad NOR; 3. Fabjan Vesna SLO; 4. Jacobsen Astrid Uhrenholdt NOR; 5. Ingemarsdotter Ida SWE; 6. Caldwell Sophie
7. Vuerich Gaia ITA; 8. Herrmann Denise GER; 9. Visnar Katja SLO; 10. Nilsson Stina SLO; 11. Bjoergen Marit NOR; 12. Jean Aurore FRA; 13. Diggins Jessica USA; 14. Johansson Norgren Britta SWE; 15. Laukkanen Mari FIN; 16. Kylloenen Anne FIN; 17. Cebasek Alenka SLO; 18. Randall Kikkan USA; 19. Sargent Ida USA; 20. Matveeva Natalia RUS; 21. Van Der Graaf Laurien SUI; 22. Dotsenko Anastasia RUS; 23. Jones Perianne CAN; 24. Novakova Petra CVZE; 25. Gaiazova Daaria CAN; 26. Laurent Greta ITA; 27. Razinger Nika SLO; 28. Shapovalova Evgenia RUS; 29. Malvalehto Mona.Lisa FIN; 30. Kolb Hanna GER; 32. Debertolis Ilaria ITA
Classifica sprint maschile
1. Hattestad Ola Vigen NOR; 2. Peterson Teodor SWE; 3. Joensson Emil SWE; 4.Peterson Teodor SWE; 4. Gloeersen Anders NOR; 5. Ustiugov Sergey RUS; 6. Hellner Marcus SWE
7. Tritscher Bernhard AUT; 8. Pethukov Alexey RUS; 9. Bransdal Eirik NO;R; 10. Northyg Petter Jr NOR; 11. Pellegrino Federico ITA; 12. Gafarov Anton RUS; 13. Kriukov Nikita RUS; 14. Jay Renaud FRA; 15. Hofer David ITA; 16. Miranda Cyril FRA; 17. Halfvarsson Calle SWE; 18. Newell Andrew USA; 19. Harvey Alex CN; 20. Tscharnke Tim GER; 21. Yylhae Martti FIN; 22. Kindschi Joeri SUI; 23. Wurm Harald AUT; 24. Nousiainen Ville FIN; 25. Chebotko Nikolay KAZ; 26. Cologna Dario SUI; 27. Hamilton Simeon USA; 28. Sun Qinghai CN; 29. Musgrave Andrew GBR; 30. Gaillard Cyril FRA; 37. Noeckler Dietmar ITA; 44. Nizzi Enrico ITA