“Porcata” contro la Marcialonga avevamo definito, nell’editoriale di venerdì, la programmazione, da parte di Raisport, della granfondo delle valli di Fiemme e di Fassa in 2 spezzoni: la prima parte dalle 7,45 alle 9.55 e la seconda, in differita, dalle 17.45 in poi, quasi 7 ore dopo l’arrivo quando il risultato è ormai noto e l’audience resta ristretta ai patiti e ai familiari dei concorrenti.
Una puttanata mai vista, una decisione scellerata, presa per il semplice fatto che di mezzo c’era il SuperG di Kitzbuehl e, ovviamente, per “mamma Rai”, lo sci alpino è assolutamente prioritario anche su una gara internazionale di fondo, con quasi 8 mila iscritti da mezzo mondo, che per fama è seconda solo alla mitica Vasaloppet .
Nata dall’intuito di 4 trentini reduci dalla “Vasa” del 1970 e concretizzata in meno di un anno, già dalla prima edizione, attraverso i primi 900 e rotti partecipanti, la Marcialonga ha contribuito a lanciare su tutto il territorio nazionale lo sci di fondo praticato fino ad allora da poche centinaia di agonisti e di appassionati, trasformandolo in un fenomeno di massa. Che, proiettato in seguito su Mondiali e Olimpiadi, ha totalizzato una messe di medaglie in quantità industriale prima di finire nella crisi attuale che l’ha riportato all’anno zero mentre la Marcialonga ogni anno incrementa i suoi numeri. Che parlano da soli: come ha avuto modo di precisare il neopresidente Angelo Corradini: 75 mila spettatori, un turn over di oltre 35 mila persone in zona arrivo, 7.773 iscritti (che potrebbero raddoppiare se lo permettesse la pista), 6.598 partiti della sola gara di 70 km, 6.693 i classificati totali. Un futuro assicurato, insomma.
La porcata, comunque, non si è limitata alla scelta originaria, ma si è ingigantita quando, sospeso e rinviato di qualche ora il SuperG per l’abbondante nevicata in Tirolo che ha costretto gli organizzatori a ribattere e accorciare la pista, la trasmissione della Marcialonga è ripresa una ventina di minuti dopo l’interruzione senza che la telecronista del momento, Ivana Vaccari, ne informasse i telespettatori ormai rassegnati ad aspettare il tardo pomeriggio. Quantomeno chi non si era collegato ad Eurosport o, in streaming, a www.swixskiclassics.com, il sito scandinavo che non solo sponsorizza il circuito delle principali gare internazionali a tecnica classica, ma ha anche messo a disposizione della Marcialonga tutta la sua struttura tecnologica per le riprese TV (nella foto l’arrivo di Oestensen).
Dotato di un monte premi superiore a quello delle gare di Coppa del Mondo, il circuito Swixskiclassics si è così reso appetibile anche ai big. Quelli norvegesi, in particolare, che in questa occasione hanno monopolizzato i primi 6 posti della classifica maschile.
Un atteggiamento, quello della Vaccari che tra l’altro di Raisport è anche vicedirettore, da definire quasi spocchioso nei confronti dello sci nordico, e del fondo in particolare che, da parte di Raisport, si è estrinsecato in una sottovalutazione che si è spesso manifestata con un trattamento ben diverso rispetto a quello di cui gode lo sci alpino che può vantare grandi spiegamenti di mezzi e di un’intera pattuglia di inviati. Carenza manifestata in particolare nelle ultime battute, e cioè da quando Franco Bragagna, lo storico telecronista, è praticamente “desaparecido” sostituito da colleghi che con il fondo, mancando anche la spalla tecnica Marco Selle, hanno scarsa confidenza. Una situazione incomprensibile, che fa incavolare chi segue le trasmissioni e si augura che nell’ipotizzato ricambio dei vertici dei telegiornali si inserisca anche la rottamazione di quelli di Raisport. Chiunque arrivi, sarà comunque “meno peggio” dell’attuale gestione.
Il salto di qualità, fortunatamente, lo si è registrato alla Marcialonga., ma di suo la Rai ci ha messo poco. Sul piano tecnico gli scandinavi hanno spettacolarizzato la gara con una produzione televisiva di livello mai visto con un aereo ponte, due elicotteri, quattro motoslitte, 42 tecnici, 7 mezzi della produzione con una regia HD digitale, e con 11 nazioni collegate in diretta. Riprese eccezionali con le motoslitte e dall’alto; un solo “buco”, la volata a sorpresa con la quale Lorenzo Cerutti ha beffato per la seconda volta Cristian Zorzi sul traguardo della Marcialonga Light a Predazzo, piazzato in una posizione infelice, con una ripresa dall’alto e da dietro che ne ha fatto perdere la spettacolarità. Sprint “saltato” nella prima telecronaca perché avvenuto nei 20 minuti di stacco sul SuperG a Kitzbuehl, e quindi visto solo nella successiva differita.
Da parte sua la Rai ha presentato una coppia inedita di telecronisti: Gianfranco Benincasa e Lara Peyrot. Il primo è redattore presso la sede di Trento, la seconda è un’ex fondista delle Fiamme Oro di Moena passata anche per le fila della nazionale .
Una gradita sorpresa per chi non li conosceva. Benincasa è stato già impiegato con successo ai Mondiali di Fiemme 2013, la Peyrot come atleta ha avuto il suo momento di maggior fulgore nel 2003 quando ha vinto tanto la Marcialonga quanto la Fis Marathon Cup. Adesso lavora presso l’ufficio del centro sportivo a Moena e, nel frattempo, ha trovato anche il modo di laurearsi in scienze politiche e relazioni internazionali. Ragazza sveglia, dunque (nella foto i due vincitori: Oestensen e Tikhonova).
Con loro, ospite degli organizzatori, c’era anche Marco Selle. Responsabile Fisi del fondo giovanile, incarico per cui ha dovuto mollare la collaborazione con la Rai, è impegnato in questi giorni con i Mondiali Juniores & Under 23 e ha approfittato dell’occasione per qualche intervento. Va ricordato che è stato lui il primo, quando era allenatore delle Fiamme Oro, a portare una squadra nel circuito della FIS Marathon Cup che assicurava maggior visibilità al gruppo sportivo della Polizia di Stato che non le gare nazionali, vincendo per due volte la Coppa con Gianantonio Zanetel e Marco Cattaneo, e una quinta volta con Lara Peyrot.
Con 3 esperti in materia, dunque, ne è uscita una telecronaca quanto mai brillante e ricca di puntualizzazioni di carattere storico e tecnico che meriterebbe un seguito in modo di troncare, prima che alligni definitivamente, l’analfalbetismo in tema di sci nordico che Raisport propone ogni volta che viene meno la presenza di Bragagna. Che può non piacere, ma è sicuramente competente e torna in scena ai Mondiali Juniores. Con Benincasa (nella foto Bruno Debertolis, primo italiano).
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Dalla Marcialonga un esempio a Raisport perché eviti nuove “porcate”
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