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Sci di fondo

Alfredo Weiss, lasciata la presidenza, si è messo in pista nella Marcialonga Story al fianco di Nones

Quasi 200 concorrenti, 11 km di binari, tanti sci d’epoca e un’unica divertente sfilata in abiti vintage, il resto… è Story.
Ha aperto questa mattina alle 9.30 la 41.a edizione di Marcialonga facendo il bis nel segno della Marcialonga Story, l’appuntamento con il fondo che fu. E non è un caso che nel tracciato odierno, dopo il via dall’arena di Lago di Tesero (TN) si sia imboccata la celebre pista Marcialonga a ritroso. Si, perché l’evento che ha debuttato lo scorso anno in occasione del quarantennale della granfondo invernale di Fassa e Fiemme è un vero e proprio viaggio a ritroso nella storia degli sci stretti.
Ecco allora che in uno Stadio del Fondo che attendeva il sorgere del sole, questa mattina non si sapeva dove puntare l’obiettivo delle macchine fotografiche. Ovunque c’era un pezzo di storia, uno spaccato di sport d’epoca che non poteva passare inosservato. Sul via c’era poi anche chi, come il campione olimpico di Grenoble, Franco Nones, ha scritto una pagina importante della storia del fondo azzurro e chi, invece, ne ha scritte tante… della Marcialonga.
È stato il caso di Alfredo Weiss (nelle foto alla partenza e all’arrivo), un nome che tutti quelli che ne sanno un po’ dWeiss arrivo04i Marcialonga conoscono. Oltre vent’anni trascorsi in cabina di regia della popular race trentina in veste di presidente, e ancor di più a bazzicare tra scrivanie e scartoffie, insomma, non poteva mancare. Questa mattina, elegante come sempre, Weiss sfoggiava un completo beige in velluto rigato e si è posizionato davanti a tutti in attesa del via, con quel pettorale numero 1 che Marcialonga gli ha voluto assegnare in una sorta di tributo.
“Non posso che essere felice per questo evento – ha commentato Weiss – e con questa splendida giornata tutto diventa ancora più bello.”
Weiss indossava ai piedi un paio di Muller svizzeri del 1966, perfettamente in linea con i requisiti della Marcialonga Story che impone attrezzatura ed abbigliamento in pendant rigorosamente ante 1976.
Nones03Franco Nones (foto), invece, ai piedi aveva quegli sci con cui nel 1968 vinse un oro olimpico che in molti ricordano ancora, perché arrivò come un fulmine a ciel sereno a scardinare un predominio nordico che si stava consolidando anno dopo anno. Al posto del completo di quell’Olimpiade, però, questa volta ha scelto la tuta che indossava nel 1971 alla prima Marcialonga della storia, quando arrivò secondo dietro a Ulrico Kostner.
È bello ritrovare in pista lo stesso entusiasmo di un tempo – è stato il commento di Nones; all’epoca sentivamo l’agonismo, ma a contare di più era sicuramente lo spirito con cui si scendeva in gara.”
Mentre sul tracciato succedeva di tutto, da chi se la prendeva con calma per aspettare gli amici a chi rompeva gli sci e continuava imperterrito la sua galoppata verso il traguardo, mentre a Predazzo il pubblico di spettatori si assiepava ai bordi della pista festoso e colorato come sempre.
Tra loro c’era anche il sindaco di Predazzo, Maria Bosin che si è detta entusiasta di questa nuova edizione di Marcialonga. “Per la prima volta – ha spiegato – quest’anno la gara attraverserà il cuore del paese e sono certa che nei prossimi anni sapremo ripeterci visto che la risposta degli abitanti e dei commercianti non ha tardato ad arrivare.”piller e zorzi vincitori
Di storie alla Marcialonga Story se ne potrebbero raccontare a bizzeffe, ma forse è più bello viverle, assaporarle e lasciarle scivolare lungo i binari che per più di 40 anni hanno segnato il passo di tanti campioni ed appassionati. Per la cronaca, i primi a chiudere la loro marcia d’epoca sono stati Sergio Piller, Stefano Corradini e Mauro Zorzi. Tra le donne la prima è stata invece Barbara Corradini, ma che nessuno parli di vincitori poiché alla Marcialonga Story a vincere è sempre lo spirito del passato.
Infine sono stati premiati i due concorrenti meglio coordinati e la scelta è caduta su Stefano Felicetti e Cecilia Morandini. Gli sci ad aver vissuto più anni, invece, sono stati quelli di Roberto Defrancesco, risalenti addirittura al 1909.
Info: www.marcialonga.it                                                (Testo e foto Newspower Canon)                                                                                                   

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