Con Beppe Barzasi di mezzo, non poteva che finire in bagarre la riunione della Commissione Giovani del fondo convocata ieri nella sede della Fisi in via Piranesi. A innescare la miccia la replica del presidente del fondo delle Alpi Centrali (… risposta a tono, ma in modo educato, a qualcuno che aveva trasceso, precisa su nostra richiesta il presidente della Commissione Guido Carli) alle contestazioni mosse da alcuni allenatori o responsabili “politici” di Comitati (Alto Adige, Valle d’Aosta) ma anche da tecnici di gruppi sportivi come Fiamme Gialle, Polizia e Forestale in merito alla partecipazione a due raduni della squadra nazionale B / Under 23, di un atleta della Polisportiva Le Prese, Marco Cappelletti. Il quale, purtroppo, è diventato il capro espiatorio di una situazione che non merita. E non è andato certamente a cercarla di propria volontà.
Non compreso nell’organico deciso dall’area tecnica e sportiva e pubblicato sul sito della Fisi, il giovane e promettente fondista dal fisico prestante ed esplosivo vi sarebbe stato aggiunto in un secondo tempo, in qualità di “osservato”, su iniziativa del presidente della federazione contattato con una lettera che ha avuto immediato risposta, a differenza di quella, inevasa, che gli era stata inviata dall’ex allenatore dello stesso Comitato, Gianluca Raineri, quando era stato silurato da Barzasi.
Di qui l’incontro con Barzasi e il presidente del Comitato, Ghilardi. E Roda, che sa di dovere la sua elezione ai 30 mila voti di Ghilardi che le Alpi Centrali gli hanno “passato” l’anno scorso alle elezioni di Modena dove ha così potuto prevalere su Conci, ha accondisceso di buon grado alla richiesta. Che non lo impegnava più di tanto, in quanto lo ha potuto fare sulla base dei pieni poteri in tema di responsabilità generale dell’area tecnico-sportiva che gli sono riconosciuti per statuto. Un modo, non cristallino ma sicuramente efficace, per onorare il precedente favore e, magari, ipotizzare un’altra spinta nelle elezioni della prossima primavera quando avrà ben poche carte da giocare per la sua riconferma. Ha scontentato tutti ed è inviso al Coni….
La decisione, comunque, scavalca il giudizio della direzione agonistica e, come detto, resta inficiata dalle pressioni di Barzasi il quale, del resto, aveva avuto il cattivo gusto di anticipare la sua iniziativa in aprile, nella precedente riunione della stessa commissione. Giustificandola con la consueta arroganza e con una motivazione, a suo dire ineccepibile, in quanto l’importanza delle Alpi Centrali, che “pesavano” per più di un quarto dei voti della Fisi, sarebbe uscita ridimensionate dalla formulazione delle squadre. Che erano state selezionate, ovviamente, non su basi cervellotiche o favoritismi, ma a seguito dei risultati conseguiti dagli atleti nelle gare nazionali e OPA. Come Francesco De Fabiani o Matteo Tanel, tanto per citare i coetanei di Cappelletti inclusi nel gruppo. Potrebbe vantare altrettanti meriti l’abruzzese Antonio Giulio Ruggiero, ma nessuno ha preso le sue difese.
Il suo discorso, più o meno, era stato questo: “Arriverò per via politica a quello che non ho ottenuto per via tecnica”. Il che si è puntualmente verificato e ha fatto venire il mal di pancia a buona parte dei componenti della Commissione che non hanno mancato di esternare il loro malessere di fronte a questa ingerenza indebita che fa a pugni con quella che dovrebbe essere l’etica sportiva. Della quale Barzasi non è certo il miglior paladino. Il rispetto delle norme per lui è sempre stato un optional.
Purtroppo il personaggio è quello che, nell’ambiente, tutti conoscono, uno sfasciacarrozze che non cambia abitudini ormai inveterate, come quella di annunciare ad ogni piè sospinto dimissioni che, quando per caso lo fa, si rimangia poi immediatamente, e che trova sempre bordone in tanti altri personaggi che dovrebbero aiutare il fondo a rilanciarsi ma l’affossano sempre di più in una crisi che appare irreversibile.
Che sono poi fra quegli stessi, presenti alla Commissione giovani, che si sono arrampicati sugli specchi per evitare di dare risposte univoche e convincenti alle rimostranze che venivano via via enunciate, e che si prestano a riunioni carbonare per la stesura di calendari che sarebbero invece di competenza della direzione agonistica. Ma questa esiste ancora? E, se c’è, perché non batte un colpo per far sentire che ha una voce e qualche opinione personale e non inculcata per vie traverse? In questo contesto sarebbe interessante sapere se anche nel Consiglio di presidenza ci sia qualche buona anima che sappia ancora prendere decisioni di testa propria o se procedano tutti allineati e ben coperti verso un futuro che si preannuncia indecoroso. Almeno per chi ha vissuto i tempi gloriosi della Fisi e sta assistendo impotente alla sua agonia.