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FISI: assemblea per lo statuto a Modena. Perché non votare via internet?

Sul sito della FISI Flavio Roda, presidente federale, comunica che sabato prossimo, 29 giugno, si terrà a Modena l’assemblea straordinaria per l’approvazione del nuovo statuto della Federazione. Nella sua lettera ai presidenti, Roda sintetizza le principali novità:

    – Viene ridotto a 30 il numero minimo di tesserati FISI per l’affiliazione di una Società.
– Viene fornita al Consiglio Federale la possibilità di diversificare le tessere associative.
– Viene istituito il quorum del 35%, in seconda convocazione, per la validità dell’assemblea elettiva.
– Viene aumentato il numero delle deleghe che si possono portare in Assemblea: da 3 si passa a 5 per l’Assemblea Nazionale. Aumenta, in base al numero delle società facenti parte del singolo Comitato Regionale, anche il numero delle deleghe nelle Assemblee Regionali.
– E’ prevista una nuova formulazione nella composizione del numero dei Consiglieri sia per i Comitati Regionali che per quelli Provinciali.
– Viene costituito un nuovo organismo consultivo che si chiamerà Comitato di Coordinamento dei Gruppi Sportivi Militari e di Stato.
– Viene istituita la figura del Direttore Generale che sostituisce il Segretario Generale.
– Viene sancita l’incompatibilità dell’incarico di Giudice di gara con le cariche federali nazionali.

Ora, si potrebbero fare parecchie considerazioni, positive e negative, sulle scelte proposte, ma ci auguriamo che il testo definitivo sia frutto di una ponderata gestazione e non soltanto di una non encomiabile piaggeria verso i vertici CONI. Già, perché nei mesi scorsi, si era stati rassicurati che il nuovo statuto in fieri godeva dell’imprimatur romano. Chissà se una parte della stessa attenzione è stata riservata anche ai tesserati e alle loro istanze….

Senza entrare nel merito, è comunque necessario segnalare pochi punti perché ci si rifletta:

  Ridurre al 35 per cento il quorum per la validità delle assemblee elettive, e contemporaneamente aumentare il numero delle deleghe, è pericoloso. E questo perché il governo della Federazione finirebbe nelle mani di un’esigua minoranza. Basta una lobby ben organizzata per mandare a ramengo la democrazia. E’ mai possibile – come ripetutamente scrisse su questo sito il compianto Claudio Baldessari – che nell’era della digitalizzazione non si trovi un modo per votare senza doversi spostare, così da favorire la più ampia partecipazione e l’eliminazione totale delle deleghe?

    Perché non dare a tutti i tesserati la possibilità di scegliere direttamente presidenti e consiglieri? Perché tanta paura della democrazia “dal basso”? Si pensa che i tesserati siano incapaci di intendere e di volere o c’è qualcosa da nascondere? Ce lo spieghi Roda, se può.

   – Sparisce il Segretario Generale e arriva il Direttore. Cosa cambia, in soldoni? Già ora il dott. Enrico Negretti, persona stimabilissima (a sinistra nella foto con Roda), ha assunto il nuovo ruolo. Ma essendo un affermato commercialista, alla FISI può dedicarsi part (molto part) time, e non a tempo pieno come ha sempre fatto il segretario generale. E posto che la sua retribuzione non è proprio da travet, è naturale chiedersi quali siano i vantaggi non essendo lui un manager di provata esperienza come sarebbe indispensabile in FISI. E non dimentichiamo che l’ultimo segretario generale, Fausto Cartasegna, che qualcosa di sport ci capiva, era dipendente e stava in ufficio dalle 8 alle 18!

    Diversificazione delle tessere: se ne parla da anni, come se fosse la panacea all’emorragia di iscritti. Potrebbe e dovrebbe essere una buona soluzione, ma occorre chiedersi se la FISI vuole restare una federazione agonistica o tenda a trasformarsi in ente di promozione sportiva. I numeri sono importanti, ma soltanto se indicano quanti donne e uomini, ragazze e ragazzi praticano attività sportiva.

Diversificare le tessere per favorire tutte quelle persone che, non praticando più (o anche non avendo mai praticata) attività sportiva, si sacrificano nei lavori più ingrati per garantire il buon funzionamento dei club, la regolarità degli allenamenti, il successo delle manifestazioni è non soltanto positivo, ma doveroso. Creare tessere per dopolavoristi che sulla neve ci vanno soltanto per percorrere il tratto dal parcheggio al ristorante è un modo scontato e squalificante per drenare denaro.

A proposito di pecunia, sarebbe interessante se il presidente Roda, finalmente, rimediasse a una non trascurabile omissione e rivelasse all’assemblea quanto costa il nuovo direttore generale, e quanto costa lui stesso fra diaria, trasferte, residence milanese sempre a disposizione, ecc…  Stando alle indiscrezioni del palazzo, il Direttore Generale costa 100.000,00 euro;  Roda probabilmente qualcosa in più sommando tutte le voci di compenso , gettoni, trasferte, ecc.. Semplice questione di trasparenza.

Richiesta non opinabile, considerando che, a quanto si afferma, il bilancio sempre più risicato starebbe creando più di una difficoltà ad allenatori e tecnici (compresi, sembra, ritardi nel pagamento dei compensi e delle trasferte). Disagi che non toccherebbero, invece,  chi lavora negli uffici, anzi.

Risparmiare su chi rappresenta la spina dorsale della FISI non è certamente un’operazione saggia, mentre tagliare gli sprechi è ormai improcrastinabile. E cos’è, se non uno spreco, costringere i presidenti ad una trasferta a Modena per votare, quando la tecnologia ci consentirebbe di farlo “on line” in piena sicurezza?

 E non è anche un vulnus alla democrazia accantonare uno strumento che consentirebbe a tutti di esprimere la propria scelta per privilegiare invece i club più ricchi, che possono permettersi di pagare le trasferte per il voto a discapito di quelli che hanno poche risorse e preferiscono investirle nell’attività sportiva?

Sorge spontanea una banale domanda: ma il CONI, che dovrebbe controllare , non si accorge di nulla? E i consiglieri federali che ne dicono e cosa spiegano al cosiddetto territorio?  Mistero fitto.

Forse sarà necessario aspettare che il Ministro competente, la Josefa Idem, esperta di canoa e di palestre esenti da tasse, finisca le sue grane per vedere se potrà occuparsi anche di una Federazione che tra pochi mesi partirà per le Olimpiadi di Sochi, con il presidente e direttore generale ben pagati e con i tecnici e gli atleti in braghe di tela. Non sarebbe la prima volta, del resto.

 

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