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Minitour in 5 tappe per i fondisti e il DT Riva. Sfida in bici fra De Zolt e Moser a Sappada

Sciatori in bicicletta, il ciclismo come sistema di allenamento nel quadro di quella multidisciplinarietà che in tanti ipotizzano e  raccomandano, ma viene scarsamente applicata. Dopo la nazionale di sci alpino in Sicilia, adesso sono i fondisti a pedalare fra Emilia e Toscana, partendo oggi da Mantova, per un piccolo tour  che durerà fino a domenica. Sono sei gli atleti convocati dal direttore tecnico Paolo Riva, in compagnia del responsabile degli skimen Giuseppe Cioffi e del massaggiatore Christian Saurer che guideranno i due pulmini: Roland Clara, Giorgio Di Centa, David Hofer, Dietmar Noeckler, Federico Pellegrino e Fabio Pasini.

E’ un modo per allenarci in maniera diversa divertendoci e allo stesso modo faticando – spiega Riva. Arriviamo da un bel lavoro in altura sugli sci al Passo dello Stelvio, e questa settimana di allenamento diversificato è il giusto modo per variare la preparazione”.

 Lo striscione d’arrivo è posto a Piombino il 16 giugno, dove gli azzurri si fermeranno tre giorni per una serie di test. Complessivamente sono 550 km. Il programma prevede la prima tappa da Rovido a Dozza (130 km), seguita il giorno successivo dalla Dozza-Frassinoro (120). Il terzo appuntamento è fissato da Frassinoro a Borgotaro (140), mentre il 15 si pedala da Borgotaro a Marina di Carrara 100). La chiusura è programmata con la Marina di Carrara-Piombino 150); in quest’ultima località gli azzurri si fermeranno tre giorni (fino al 19 giugno) per smaltire le tossine accumulate.

Per qualcuno, come Riva e Noeckler, c’è stato uno sforzo suppletivo fra venerdì e sabato nella 24 ore di staffetta a Feltre dove era presente anche il CT del ciclismo Paolo Bettini e dove 79 squadre si sono cimentate in un circuito cittadino di 1850 metri. Il DT, l’azzurro del fondo maschile  e il coordinatore Silvio Fauner erano schierati, con l’ex professionista Peron, nella  squadra Castelli Rossocorsa, che si è piazzata al 13° posto  totalizzando complessivamente 845,45 km (454 giri dei quali 58 coperti da Noeckler, 54 da Riva e 14 da Fauner).

Una bella iniziativa, dunque, questo minitour ciclistico che ha radici lontane con altri sport alternativi al fondo. A parte la multidisciplinarietà che già mezzo secolo fa veniva adottata dalla “grande squadra” di Bengt Hermann Nilsson che Nones e company  li teneva impegnati anche con il tennis, lo skiroll, le corse in montagna e i test cronometrati di corsa in pista, anche il finlandese Ville Sadeharju all’inizio degli anni ’80 ci aveva messo  del suo nella preparazione della nazionale. Effettuando, sui terreni più diversi, una programmazione ispirata dal prof. Conconi che aveva cominciato a collaborare con la Fisi. Tra l’altro partitelle di calcio giocando assolutamente “di prima” e senza dribbling per evitare i contatti, e  test con gli skiroll sulla salita del “Costo” che dalla pianura porta all’Altopiano de 7 Comuni.

Al golf di Asiago, poi, era stato predisposto un percorso di 5 km, da ripetere 4 volte; tanto sugli sci a rotelle che nella corsa veniva applicato il test dello scienziato ferrarese. Maurilio De Zolt e Alfredo Cocco i più forti, ma subito dietro l’allenatore Dario D’Incal, tuttora sulla breccia come corridore. Solo che si è scassato entrambi i tendini  di Achille e per il momento va in bicicletta.

 Quanto a Cocco, è stato uno che valeva 13’53” sui 5.000 metri, 3’49” sui 1.500 e 1h.04′ nella mezza maratona. Tanto e vero che mollò gli sci per passare alla corsa. Questa decisione l’aveva presa nel 1983, dopo un provino sui 5.000. Un esito lusinghiero, che aveva convinto anche i suoi superiori delle Fiamme Gialle a trasferirlo dal gruppo sportivo dello sci a quello dell’atletica.

L’unico a lamentarsi Sepp Ploner, che per evitare la tirata sosteneva di non avere le scarpe adatte. Gliele comprarono in un negozio di Asiago, se le infilò, partì, ma per strada gli si formarono vesciche. Se le levò, finì a piedi nudi.

Il “fenomeno”, comunque, è sempre stato De Zolt, dall’inizio alla fine della sua carriera agonistica e anche dopo. Nello sci come nella corsa, alla quale non ha mai dedicato allenamenti specifici. Eppure, correndo l’ora in pista, ha superato la distanza di km 18,750. Da amatore, a 50 anni compiuti, senza allenamento, è stato ancora in grado di superare 17 km e mezzo.

 Ma c’è un altro esempio che prova come si sia di fronte ad un atleta poliedrico. In bicicletta, in una sfida fra fondisti, che in seguito sarebbe stata ripetuta  altre due volte e poi abbandonata, con un allenamento sommario, da Prato allo Stelvio al Passo impiegò meno di un’ora e mezzo sui 30 e passa km, staccando di un paio di minuti Gigi Weiss, campione del biathlon che andava forte anche sulle due ruote, e ancor di più Francesco Moser, che scalatore non è mai stato ma che si stava preparando in quel periodo per uno dei tanti record effettuati sotto la guida del prof. Conconi, che prevedevano particolari lavori di forza resistente in salita. 

Sfida che verrà ripetuta fra meno di un mese, il 14 luglio. Il “duello” tra il “Grillo” del Comelico, mito dello sci di fondo azzurro, e lo “Sceriffo” trentino, monumento delle due ruote italiane: professionista dal 1973 al 1988, ha vinto un Giro d’Italia, tre Parigi-Roubaix, due Giri di Lombardia e una Milano-Sanremo, oltre ad un campionato del mondo su strada e ad uno su pista. Con 273 vittorie su strada da professionista precede Giuseppe Saronni (193) e Mario Cipollini (189) e risulta a tutt’oggi il ciclista italiano con il maggior numero di successi all’attivo. È inoltre terzo assoluto a livello mondiale, alle spalle di Eddy Merckx (426) e Rik Van Looy (379), ma davanti a Rik Van Steenbergen (270) e Roger De Vlaeminck (255).

Moser è sempre in piena forma: malgrado il lavoro nella sua azienda vinicola, si mantiene allenato in bicicletta ed è più “tirato” di quando correva. Ovviamente, non avendo mai amato le salite, sul percorso che porta alle sorgenti del Piave avrà qualche problema in più di De Zolt. La sfida si svolgerà non più sullo Stelvio ma lungo gli 8 chilometri del tracciato da Cima Sappada alle Sorgenti del Piave e sarà la rivincita di quella di una ventina di anni fa. De Zolt allora vinse.

E vuole vincere anche stavolta. Per questo si sta allenando intensamente, curando inoltre al meglio gli aspetti tecnici. E lo ha fatto affidandosi all’esperienza di Renzo Dalla Rosa, apprezzato artigiano feltrino delle due ruote. Dalla Rosa gli ha fornito un telaio in carbonio e componentistica all’avanguardia, il tutto all’insegna della leggerezza, caratteristica necessaria lungo una salita come quella sappadina che presenta tratti superiori al 15 per cento.

“In questi anni Moser ha sempre pedalato mentre io mi sono allenato a piedi o con gli sci da scialpinismo – ha spiegato De Zolt. Per batterlo devo curare anche i dettagli tecnici e per questo ringrazio Renzo Dalla Rosa che mi ha messo ha disposizione una bici super. A perdere proprio non ci sto. In ogni caso, sarà una bella sfida quella con Francesco ma sarà bello anche confrontarsi con i tanti amatori. Vi aspetto”. L’evento del 14 luglio è infatti aperto a tutti: non a caso lo slogan della giornata è “Il Grillo sfida lo Sceriffo. Sfidali anche tu”. Chi lo vorrà potrà confrontare il proprio tempo con quello di Moser e De Zolt ma anche con quello di numerosi altri campioni dello sport italiano che saranno al via dell’evento. Per i dettagli del regolamento si può consultare il sito dedicato: www.piavetrasfidaememoria.it.

 

 

 

 

 

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