Meglio tardi che mai: il fondo volta pagina. Almeno stando a Flavio Roda, presidente della Fisi, probabilmente convinto di aver risolto la crisi di talenti e di risultati così come credono di aver fatto, in politica, l’ex premier Monti e l’ex ministro Fornero affrontando la pesante situazione economica in cui versa il nostro Bel Paese in quel modo becero che ha creato una nuova categoria, quella degli esodati. E cioè con quella “revisione delle spese” giustificata dalle difficoltà di bilancio ma eseguita piuttosto maldestramente. Con i tagli per ridurre le spese e senza altre prospettive (nella foto Marco Selle con Silvio Fauner che da DT diventa coordinatore).
Un atteggiamento che sa di dilettante allo sbaraglio in quanto non si nota una strategia precisa. E lo posso affermare con certezza visto che dalla riunione a Milano con la direzione agonistica starebbe emergendo una soluzione che ricalca pari pari quella che gli avevo prospettato proprio l’anno scorso a Predazzo, in occasione della sua presenza al convegno delle Fiamme Gialle. La sta realizzando quando i buoi sono già scappati dalla stalla, nel senso che si è tornati allo status quo perdendo per di più un’altra stagione nella quale il fondo nostrano ha fallito il secondo Mondiale consecutivo. Dopo che, fra l’uno e l’altro, ha sballato anche l’Olimpiade canadese e si presenterà a Sochi 2014 con accrediti non certo migliori. “Zero tituli” direbbe il Mourinho della triplete interista.
Non c’è nessun comunicato ufficiale ma le cose starebbero come ha anticipato la Gazzetta senza finora essere smentita. Ha finalmente richiamato Giuseppe Chenetti a tempo pieno, ha trasformato in direttori tecnici gli allenatori Paolo Riva (squadra maschile – a destra) e Alfred Stauder (squadra femminile (sotto a sinistra), lasciando a Silvio Fauner il ruolo di coordinatore e accantonando nel contempo Gianfranco Pizio il quale, in quanto ” civile” mentre tutti gli altri sono militari, aveva un peso non indifferente per la cassa della federazione. Quindi si sarebbe apportato un drastico taglio alle due nazionali ridotte a 5 maschi (Clara, Di Centa, Hofer, Noeckler e Pellegrino) e 3 femmine (Agreiter, De Martin e Piller). A rimpolparle si provvederà in seguito.
Decisione indubbiamente centrata in quanto è stato accantonato qualche “ramo secco” che per riconquistare il posto in squadra dovrà guadagnarselo a suon di risultati, ma purtroppo tardiva: andava presa l’anno scorso quando già si sapeva che in Val di Fiemme le medaglie ce le potevamo sognare. Ci avevo scommesso in tempi non sospetti e certamente non per gufare ma per realismo e cognizione di causa. Quella che manca al presidente che, va detto, di fondo capisce poco. In aggiunta non ne conosce la storia che, si sa, è maestra di vita.
E’ sicuramente un tecnico ma di tutt’altre discipline. E, crediamo, pure mal consigliato da chi ha contribuito a portare il fondo nelle condizioni in cui versa. Solo chiacchiere, manca l’esperienza “da campo”. Sempre gli stessi che si riciclano di volta in volta; si voleva un veneto a capo del fondo e, all’avvento di Morzenti alla presidenza, hanno lasciato che esautorasse Albarello, che pure stava avviando un progetto interessante, per sostituirlo con Fauner. Che ha cercato di muovere il sistema ma di più non poteva fare visto il retroterra.
Come tentativo di soluzione, Roda adesso punta su Marco Selle, che ha lavorato bene nella veste di responsabile del settore giovanile e del progetto FuturFisi, affidandogli anche gli Under 23 e qualcuno della squadra B nella funzione di “rianimatore”. Squadra B che però non esiste più, almeno ufficialmente, mentre potrebbe essere riorganizzata a basso costo lasciando gli atleti ai corpi militari, con un preciso programma da rispettare, e richiamandoli per raduni organizzati a turno nelle loro caserme come si è già fatto in tempi non lontani con spesa ridotta all’osso. Ma i corpi militari, se non già smantellati per problemi economici loro, sono purtroppo avviati su quella strada. E questo sarà un nuovo problema.
Marco Selle, silurato dopo le Olimpiadi canadesi pur essendone uscito con l’argento di Pietro Piller Cottrer, quando è stato richiamato da Roda ha fatto vedere di essere poliedrico. Che fosse un tecnico preparato lo si sapeva. Però si è dimostrato bravo anche come spalla tecnica nelle trasmissioni TV della RAI che sono diventate più godibili pure per lo spettatore che non sa niente di fondo. Adesso dovrà attrezzarsi anche per i miracoli che la situazione del fondo richiederebbe. Nel nuovo ruolo, infatti, pur con tutta la buona volontà avrà dei problemi. Il materiale umano non lo si inventa da un giorno all’altro: va costruito negli anni, e ne sono stati buttati parecchi. Ritrovarsi con Chenetti, che nelle Fiamme Oro ha fatto scuola a tutti, lui compreso, gli sarà certamente utile.
Anche a Roda se lo starà a sentire. Il presidente è appena arrivato, e ovviamente non ha colpe specifiche tranne quella di essersi mosso in ritardo e senza affrontare la situazione convocando gli “stati generali” del fondo come aveva fatto a suo tempo Gattai. Dopo i Mondiali in Val di Fiemme c’erano l’occasione e il tempo ai recenti campionati italiani assoluti a Riale, ma non si è fatto vedere.
Ci sono novità anche nel gruppo degli skimen: saranno ridotti di numero e responsabile del settore diventa Giuseppe Cioffi, già allenatore con Alberto Rigoni della squadra B / Under 23. E’ un altro passo avanti: almeno c’è l’indicazione di un referente che si assuma la responsabilità di ciò che si decide in fatto di preparazione dei materiali.
Ma torniamo al ruolo di Chenetti che nel nuovo assetto della direzione agonistica (e magari anche della STF della quale è docente) potrebbe risultare fondamentale in questo tentativo di rilancio. Artefice delle medaglie di Torino 2006 che avevano salvato la faccia alla Fisi, è stato poi relegato nella combinata nordica ad occuparsi della parte fondo, che ha registrato il salto di qualità di Pittin e poi anche del resto della squadra. Divergenze di idee con il direttore tecnico Pertile e con l’allenatore del salto Enbenhoc hanno indotto Roda ad affidargli la preparazione del solo Pittin, mentre degli altri si occuperà Jochen Strobl. Chenetti verrà affiancato per il salto da Leo De Crignis che a suo tempo avviò a questa disciplina il combinatista tarvisiano che così disporrà di uno staff personale. Il terzo nella storia dello sci nordico dopo quelli di Stefania Belmondo e Manuela Di Centa.
A meno che gli richiedano qualche parere personale, Chenetti non si occuperebbe direttamente delle due squadre maggiori ma affiancherebbe FuturFisi come “consulente” per lo sviluppo della programmazione sul piano metodologico e tecnico che, per quanto riguarda i giovani, potrebbe coinvolgere anche due campioni come Zorzi e Piller Cottrer nel ruolo di “tutor”.
Sono già allenatori di 3° livello, mancano solo di esperienza e maturarla proprio all’ombra del nostro miglior tecnico sarebbe una soluzione ideale anche per loro. Zorro, poi, potrebbe dare una mano anche nella preparazione degli sprinter. La squadra per il momento non c’è più; Pellegrino, che deve completarsi sulla tenuta, è inserito nella squadra “distance” affidata a Riva, e Zorzi potrebbe insegnargli quelle malizie di cui è stato maestro.
Prioritaria in questo momento, comunque, dovrebbe essere una maggior attenzione al fondo giovanile affinché tutti seguano l’identica linea metodologica già in un’età inferiore a quella cui si rivolge il progetto FuturFisi. Bisogna andare più indietro, a partire dai 10 anni, inserendo in questo discorso tecnico i Comitati, ma più ancora gli sci club, perché una volta per tutte si finisca di ragionare per parrocchie in modo che si possano individuare i problemi, le cause che li hanno provocati e il sistema per rimuoverle. E cioè con questo gioco di squadra che cominci dalla base finora trascurata, in maniera tale che si senta anch’essa parte di un progetto. Un sogno? No, se non si vuole lasciarlo tale di proposito, se si hanno idee chiare, volontà di fare e non soltanto mettersi in mostra con l’abbigliamento federale. Far parte di una certa casta, insomma, per esibizione quando sarebbe invece richiesto puro spirito di servizio.