Campionati assoluti e giovanili di fondo in Val Formazza, sulla pista di Riale, come da anni non se ne vedevano. Piste perfette e ottime condizioni di innevamento hanno garantito spettacolo e combattività dall’inizio alla fine. Un successo anche dal punto di vista della ricettività: tutte le strutture alberghiere, fino a Crodo, a oltre 30 km da Formazza, erano al completo, con l’afflusso massimo di persone nel week end. Il che significa che anche lo sci di fondo può incrementare il turismo.
La vittoria di Giorgio Di Centa nella 50 km, con il conseguente record di titoli italiani conquistati dal bicampione olimpico di Torino 2006, è stata la classica ciliegina sulla torta: ha infatti chiuso una edizione spettacolare dei campionati italiani assoluti. Era dal 2000 che una gara di fondo valevole per il titolo tricolore non si rivedeva in Val Formazza, ma allora si erano disputate le sole gare sulle lunghe distanze. Quest’anno, invece, ci sono stati ben 4 giorni di competizioni (3, 5, 6, 7 aprile), per un totale di 18 titoli italiani assegnati.
Un impegno importante, che Formazza Event e Sci Club Formazza hanno saputo onorare nel migliore dei modi: basti ricordare le parole della campionessa italiana della 30 km, la portacolori dei Carabinieri Debora Agreiter (foto), che ha fatto i complimenti all’organizzazione per come ha saputo, ad aprile, preparare le piste per le tantissime gare in programma, sopratutto nella giornata di domenica.
Per una volta aiutata dal bel tempo, la Val Formazza ha accolto con calore centinaia di atleti provenienti non solo dal Nord Italia e dall’Appennino settentrionale, ma anche dall’Abruzzo e dal Lazio. L’unica giornata con tempo brutto, con la neve che cadeva a larghe falde, è stata giovedì 4, quando però non erano previste gare.
Dal punto di vista organizzativo, la prova è stata superata; Formazza Event e lo Sci Club Formazza hanno rodato la propria struttura durante i Campionati Regionali e la prima giornata degli Italiani; nelle giornate successive, quelle più impegnative, l’organizzazione ha saputo far fronte anche agli inevitabili imprevisti che in un evento così complesso accadono sempre.
Basterà ricordare come è stato affrontato e risolto il problema dei parcheggi: un servizio razionale e capillare ha trovato posto per tutti, limitando a poche centinaia di metri la percorrenza a piedi più lunga. Una passeggiata, insomma. Sembrava impossibile, ma ci sono riusciti.
Da sottolineare, poi, il successo della serata di Domodossola, svoltasi sabato 6, con la Piazza Mercato colma di appassionati e tifosi, pronti a tributare il giusto applauso non solo ai campioni ma anche agli sci club del territorio.
Applausi che non sono mancati, nella giornata conclusiva, alla Fanfara Bersaglieri Valdossola, che è salita di quota, fra le montagne, e ha dato brio alla manifestazione. E’ mancata solo la tipica corsetta. Impossibile: sulla neve si affonda. I “fanti piumati” comunque si sono mossi su tutta la piana di Riale; quando hanno raggiunto la chiesetta che sovrasta l’antico abitato (foto in alto), le loro note hanno echeggiato per tutta la vallata. Un trionfo.
L’inno di Mameli ha accompagnato ogni premiazione; l’hanno anche cantato quando è stato il momento di Giorgio Di Centa che qui è diventato pure il recordman in fatto di titoli assoluti. Meritava questo omaggio. Sono stati momenti di intensa commozione per il pubblico, ma anche per chi scrive che proprio mezzo secolo fa era sottotenente dei bersaglieri. Veniva un groppo alla gola. Di certo non a quell’allenatore altoatesino che si è platealmente emarginato. Comportamento inaccettabile e quindi censurabile, ma nessuno l’ha fatto. E poi si parla di razzismo….
Sotto il profilo sportivo i Campionati Italiani di Riale – Formazza si sono rivelati ricchi di spunti: oltre ovviamente al 25° titolo (record) di Giorgio Di Centa, che da solo basta a caratterizzare questa edizione come indimenticabile, bisogna anche ricordare l’addio alle gare di Renato Pasini (che proprio qui, tra gli amici della Valle Formazza, ha voluto chiudere la propria prestigiosa carriera per diventare allenatore delle Alpi Centrali), e la conferma della giovane Debora Agreiter che ha perso per un paio di secondi il titolo della 5 km in classico, vinto da Virginia De Martin, ma si è rifatta con gli interessi nella successiva 30 km.
Mancava il presidente della Fisi, rappresentata dal consigliere federale Guido Carli che ha buona volontà ma poca voce in capitolo. C’era anche Gabriella Paruzzi, ma in veste di responsabile del Centro sportivo Forestale. Assenza pesante quella di Flavio Roda, per il semplice fatto che avrebbe avuto modo di tastare di persona il polso di un settore che è in profonda crisi di identità e non trova il tempo né l’occasione di interrogarsi su come cercare di uscirne.
Tecnico dello sci alpino, sembra vedere solo quello. Non ha sicuramente competenza in tema di sci nordico e proprio per questo dovrebbe invece prestarvi più attenzione. Se non altro per farsi un po’ di esperienza a poco più di 10 mesi dalle Olimpiadi, dopo un’altra Olimpiade e due Mondiali negativi che avrebbero richiesto interventi drastici e non pannicelli caldi come è invece avvenuto.
Potrebbe cominciare a chiedersi, per esempio, come mai a questi campionati italiani nella categoria aspiranti siano scesi in pista 93 maschi e 49 femmine, che è già un buon contingente, ma che calano rispettivamente a 36 (fra i quali si è fatto valere nuovamente Francesco De Fabiani) e 16 fra gli juniores. Quanto ai seniores, dopo i 33 (10 km) e 10 (5 km), se ne sono riscontrati 29 (con 4 civili) nella 50 km e 8 donne nella 30 km.
Il peggio lo si è visto nelle staffette, ridotte a 6 maschili e 4 femminili, il che dimostra il disfacimento progressivo dei gruppi sportivi militari. Da chiedersi, infine, perché il più anziano (Di Centa, 41 anni compiuti) sia ancora il migliore a fine stagione.
Tanto è vero che le sue vittoria hanno sicuramente aiutato i Campionati Italiani di Riale Formazza anche sotto il profilo della visibilità: a lui sono stati dedicati servizi su Rai Due oltre ovviamente ai servizi generali su Rai Sport e i vari TG Regionali. Buona anche la visibilità sui media tradizionali (cartacei) e sul web. Resta purtroppo l’unico a far notizia.
Ha voluto la bicicletta, Roda, e dunque pedali per trovare la giustificazione di una presidenza maturata attraverso un inciucio e che difficilmente verrà riconfermata fra un anno quando ci si sarà resi conto di quanto si sia sbagliato a scegliere un tecnico piuttosto che un manager alla guida della Fisi dopo una gestione commissariale del tutto fallimentare. Si è rimpannucciato in parte lo sci alpino, ma quello nordico è rimasto in braghe di tela e con le pezze sul sedere. C’è una china da risalire: come, quando e con chi si comincerà ad invertire il senso si marcia? Le note della Fanfara saranno servite a far cambiare passo e ritmo? Resuscitano anche i morti, ci dicevano alla scuola di Caserta…..
(Foto di Flavio Becchis)