Doveva essere la gara in cui Roland Clara avrebbe cercato di prendere le misure ai nordici e, possibilmente, di andare sul podio. Le premesse c’erano tutte: ottime condizioni di forma, a suo dire, la 15 km a tecnica libera (la gara che preferisce), un anello durissimo, senza un attimo di respiro, corsa individuale contro il cronometro, sul quale ognuno avrebbe potuto regolare passo e forze senza essere costretto a ribattere di volta in volta agli avversari, rischiando di andare “fuori giri.
Invece è finita con il successo di Petter Northug, quello che viene ancora oggi considerato” inadatto” alla corsa individuale su distanze che non fossero molto più brevi. “Uno dei giorni più belli della mia vita; non ero mai riuscito a vincere una 15 km con partenze individuali” ha detto al traguardo attribuendone il merito al papà che l’ha aiutato quando c’è stato da motivarlo, e l’ha incoraggiato dal bordo della pista. E’ arrivato stremato, si è lasciato cadere sulla neve e per diversi minuti si è concesso un pianto liberatorio. Inimmaginabile per uno il più delle volte scorbutico.
Tradita dunque la grande attesa per Clara, che è finito al 21° posto a 2 minuti e 24 secondi dal norvegese, mentre primo italiano è risultato David Hofer, 13° a 47″9, che ha salvato la faccia propria e della squadra regolando la sua corsa sulle sensazioni del momento e con una gestione oculata. Partenza moderata per non imballarsi, quindi progressione e, se possibile, cambio di passo e sparata finale. Che non c’è stata come sperava , poiché ormai era rimasto senza cartucce, ma almeno gli ha permesso di migliorare la posizione ottenuta in precedenza. Per l’esattezza è passato 58° al km 1,8, 14° ai controlli dei km 9,4 e 11,8, ed arrivato 13° al traguardo.
Un piazzamento dignitoso che non salva certamente il bilancio della squadra che in questa gara si giocava una delle poche carte di questi campionati. Corsa anonima quella di Moriggl; alla sua prima esperienza mondiale Fabio Clementi, che ha pagato lo sprint iniziale. Le loro impressioni nell’intervista che pubblichiamo sotto.
A questo punto restano due carte da giocare: il jolly della staffetta di venerdì e la 50 km di domenica, mass start in classico, dove il nostro elemento di punta era e resta Giorgio Di Centa. Un quarantenne che i ragazzotti dovrebbero prendere ad esempio. L’unico che, finora, pur fatte le debite proporzioni, è riuscito a battersi con i nordici e i russi.
Questi ultimi, però, oggi hanno fatto un bagno: il primo, Legkov, è 25°, a quasi due minuti e mezzo da Northug; gli altri si sono persi per strada. Molto peggio dei nostri. Problemi di materiali? Certamente: la neve umida e la temperatura abbondantemente sopra zero ha messo in difficoltà molte squadre. Di certo gli azzurri non ne hanno avuti, né a skating né in tecnica classica, storicamente il nostro punto debole. Lavorare in un ambiente confortevole come il motorhome sponsorizzato cui dispongono e che li ha messi sullo stesso piano della concorrenza più tecnologica, ha aiutato i nostri skimen.
Resterà, con tutta probabilità, l’unica cosa di cui potrà vantarsi l’attuale gestione del fondo italiano che in questi giorni viene particolarmente presa di mira da quei media che finora hanno letteralmente ignorato il fondo e magari coperto le magagne che si trascina come ben sanno i lettori di questo sito. Solo adesso si sta scatenando la canea che, finito l’incenso, deve pur trovare qualcosa da dire.
Non capiscono, o fanno finta di non capire, che questa è come la battaglia di Davide contro Golia, solo che i nostri affrontano i giganti senza neppure l’ausilio della fionda. A mani nude, e chi è più grosso vince. L’ha provato sulla propria pelle lo stesso Dario Cologna (foto sotto) che nella gara a lui più favorevole non solo ha rimediato l’8° posto e un distacco di 1 21″, ma ha fatto da trenino, per poi essere piantato, a chi è finito sul podio.
Il più fortunato di tutti il norvegese Gjerdalen (foto sopra), “quello degli occhialini da professorino”, che si è meritatamente ritrovato sul terzo gradino del podio, dietro lo svedese Olsson autore di una corsa regolare che dal quarto posto del primo controllo l’ha portato al secondo nei due successivi e al traguardo.
Gjerdalen non era incluso nella starting list, in quanto riserva della squadra norvegese, ma ha dovuto sostituire Martin Johnsrud Sundby (argento nello skiathlon sabato scorso), colpito da mal di gola, e ha sfruttato al massimo l’occasione. Partito senza troppo smalto, ha segnato il ventesimo tempo al primo intermedio, ma sulla scia di Cologna, che aveva ancora due giri da percorrere, si è portato quarto al km 9,4 e terzo poi al km 11,8 e al traguardo.
In testa dall’inizio alla fine, invece, Northug. Pettorale n. 89, parte subito forte facendosi notare sin dal primo intertempo al km 1,8 km, ottiene il miglior tempo anche al km 9,4 e ancora al km 11,8. Un oro che ha voluto dall’inizio alla fine, una medaglia che manco lui si aspettava, almeno stando alle dichiarazioni di ieri. Alle sue spalle,come detto, lo svedese Johan Olsson (a sinistra) , baciato dalla fortuna, forse, di avere una tifosa speciale come la principessa Victoria di Svezia presente con giacca a vento del Team Sweden e bandierina in mano. Un argento conquistato con “intelligenza” riuscendo a sfruttare la scia di Dario Cologna al km 5 e sgasando poi nella seconda metà di gara.
Domani staffetta femminile: in campo 16 squadre. L’Italia, pettorale n. 4, schiera Lucia Scardoni, Virginia De Martin, Debora Agreiter e Marina Piller. Partenza alle 12.45.
Classifica 15 km individuale TL
1. Northug Petter 1986 NOR 34.37.1; 2. Olsson Johan 1980 SWE +11.8 ; 3. Gjerdalen Tord Asle 1983 NOR +22.3 ; 4. Babikov Ivan CAN +53.6 ; 5. Roethe Sjur 1988 NOR +1.03.0 ; 6. Halfvarsson Calle 1989 SWE +1.09.5 ; 7. Rehemaa Aivar 1982 EST +1.12.4 ; 8. Cologna Dario 1986 SUI +1.21.1 ; 9. Teichmann Axel 1979 GER +1.25.7 ; 10. Richardsson Daniel 1982 SWE +1.26.8 ; 11. Perl Curdin 1984 SUI +1.35.5 ; 12. Heikkinen Matti 1983 FIN +1.39.7 ; 13. Hofer David 1983 ITA + 1.47.9; 14. Tscharnke Tim 1989 GER +1.48.8 ; 15. Hoffman Noah 1989 CAN +1.50.0; 16. Livers Toni 1983 SUI +1.56.9 ; 17. Hellner Marcus 1985 SWE +2.02.2 ; 18. Manificat Maurice 1986 FRA +2.12.1; 19. Bauer Lukas CZE +2.13.7 ; 20. Lehtonen Lari 1987 FIN +2.19.1; 21. Clara Roland ITA +2.24.0 ; 22. Ivanou Alaksei 1980 BLR +2.27.0 ; 23. Razym Ales 1986 CZE +2.27.4; 24. Dotzler Hannes 1990 GER +2.27.7; 25. Legkov Alexander 1983 RUS +2.28.7; 26. Nousiainen Ville 1983 FIN +2.34.2 ; 27. Magal Jiiri 1977 CZE +35.7 ; 28. Musgrave Andrew 1990 GBR +2.39.2 ; 29. Wibault Mathias 1985 FRA +2.40.5 ; 30. Jaks Martin 1986 CZE +2.44.3; 32. Clementi Fabio 1990 ITA +2.52.6; 59. Moriggl Thomas 1981 ITA +4.15.6
(Foto testo delle interviste Newspower Canon)
LE INTERVISTE DEGLI ITALIANI
THOMAS MORIGGL
La gara è andata così così. E’ stato difficile trovare il ritmo gara, sono andato veloce il primo giro poi ho rallentato un po’. Ci ho provato ma è andata male, è stato un vero peccato. Ho deciso di dare il massimo subito poiché se perdi già al primo giro, non recuperi più. Nei 15 km non faccio tattiche in quanto di solito parto lento ma questa gara è andata così.
FABIO CLEMENTI
Davvero un buon esordio, sono partito molto veloce e ho fatto il possibile fino alla fine. Al terzo giro ho cominciato ad avvertire fatica soprattutto nelle ultime salite. I 15 km sono duri, però è stato un buon risultato in questo primo Mondiale, ma bisogna crederci fino in fondo. Mi sono divertito e sono soddisfatto di questa esperienza.
DAVID HOFER
Il 13° posto è perfetto, sono molto soddisfatto di come ho gestito la gara dall’inizio alla fine, ma i distacchi sono molto alti e questo vuol dire che tutti hanno fatto fatica. E’ stata dura. La neve caduta stanotte ha reso la gara difficile poiché bisognava spingere di più su tutta la pista.
Avevo degli sci eccezionali, non ho nulla da rimproverarmi, ma vorrei capire dove ho perso tutti quei secondi. E’ un po’ che non faccio una gara lunga, ma questa mi ha fatto davvero bene e sono pronto per la staffetta. Stamattina il fisioterapista mi ha dato un portafortuna che terrò sempre con me perché dovrà ancora continuare a fare il suo lavoro, sperando di portare a casa una medaglia.
ROLAND CLARA
Oggi ci ho provato ma non è andata come speravo, ho fatto una bella partenza ma gli ultimi 3 km ho faticato. Le condizioni della pista sono peggiorate con la neve di stanotte e infatti i distacchi erano molto alti nei primi posti.
David è partito piano poiché voleva fare una bella gara, ma se non parti subito deciso non sarai mai da podio; se devo fare un Mondiale voglio dare tutto per cercare di arrivare nei primi tre. Noi atleti italiani non siamo lontani dai migliori, ma tutte le piccolezze portano lontano dai primi: basta un piccolo errore per essere fuori.
Sono ottimista per la staffetta, soprattutto perché è una gara diversa e non si rischia; nell’individuale se sbagli è finita, invece, con il lavoro a squadre si può puntare alla medaglia. Siamo una bella squadra, andiamo d’accordo e ci proviamo.